Concetti Chiave
- Il termine "Avanguardia" ha origini militari e politiche, evolvendo in un contesto artistico-letterario a fine XIX secolo, indicando movimenti di innovazione contro le convenzioni borghesi.
- Il contesto del primo Novecento è caratterizzato da una crisi dell'Io e una disgregazione etica ed estetica, spingendo gli intellettuali verso nuove forme di espressione poetica.
- Il Crepuscolarismo, nonostante l'ispirazione simbolista, si distingue per un linguaggio comune e un'intensa nostalgia, focalizzandosi su temi quotidiani e banali.
- Il Futurismo enfatizza l'immediatezza e la modernità, celebrando la velocità e la tecnologia, e promuove la distruzione delle tradizioni e l'esaltazione della guerra.
- Il Vocianesimo si caratterizza per una prosa antinarrativa e lirica, con frammenti disconnessi che riflettono una vita soggettiva e confusa, utilizzando salti temporali e forzature linguistiche.
Indice
- Origini e significato delle Avanguardie
- Crisi dell'Io e nuove poetiche
- Crepuscolarismo e la sua poetica
- Manifesto del Futurismo e caratteristiche
- Vocianesimo e prosa antinarrativa
Origini e significato delle Avanguardie
In questo appunto vengono descritte quelle che in ambito letterario sono le cosiddette Avanguardie storiche di cui vengono descritti: l'etimologia della parola avanguardia, il contesto in cui le Avanguardie storiche sono nate e si sono sviluppate.
Le Avanguardie letterarie che vengono descritte sono il futurismo, il crepuscolarismo, il vocianesimo, di cui vengono analizzati esponenti e caratteristiche principali.
Il termine avanguardia deriva dal francese avant-garde ed era considerato secondo un’accezione militare: il reparto che si trova prima della guarnigione per aprirle la strada.
Nel 1830 il termine ha un’accezione politica perché era utilizzato per indicare tutti quegli intellettuali soprattutto di sinistra che erano incaricati di educare moralmente e ideologicamente il movimento liberale.
Verso la fine del XIX secolo il termine acquisisce un’accezione artistico-letteraria per indicare quella tendenza europea di contestazione e innovazione con la tradizione al fine di essere più avanti, più moderni delle convenzioni borghesi. Si vuole accelerare il progresso. Vedranno la loro fine con lo scoppio della Grande guerra nel 1914.
Hanno l’appellativo storiche per non confondere con le Neoavanguardie europee e americane tra il 1950 e il 1965 che alle prime si ricollegano.

Crisi dell'Io e nuove poetiche
Il primo Novecento viene definito dal poeta inglese Wystan Hugh Auden “età dell’ansia” mentre Pirandello scrive: “Crollate le vecchie norme, non sono ancora sorte e stabilite delle nuove: è naturale che il concetto della relatività d’ogni cosa si sia talmente allargato in noi, da farci quasi del tutto perdere i criteri di valutazione. Non mai, credo, la vita nostra eticamente ed esteticamente fu più disgregata”.
È fortemente sentita la crisi dell’Io connessa all’incrinazione della conoscenza di sé, l’estraniamento nei confronti dell’avanzamento, talvolta utopico, tecnico-scientifico, la perdita di basi certe filosofiche a causa della distruttività nietzschiana e della nascente psicoanalisi freudiana, l’angosciosa condizione degli intellettuali costretti a seguire le leggi del commercio per vendersi e farsi notare. Se in parte i romanzieri riescono a sopravvivere, i poeti sono considerati inutili per la difficoltà delle loro opere.
Tutto ciò si traduce nella crisi dell’Io lirico e l’esplosione di una forte reazione, culminante talvolta nel cinismo e nello scherno, atta alla riaffermazione della centralità del poeta e alla creazione di nuovi strumenti di comunicazione teorica e formale basati sul bizzarro e l’eccentricità e incanalati in significativamente diversi movimenti.
Essi esprimono le caratteristiche della loro poetica attraverso manifesti e riviste come Leonardo, La Voce, Lacerba, Solaria.
In particolare si sviluppano tre movimenti letterari.
Crepuscolarismo e la sua poetica
La denominazione proviene da Giuseppe Antonio Borgese che il 10 settembre 1910 aveva recensito su “La Stampa” tre raccolte poetiche di Moretti, Martini, Chiaves definendole dispregiativamente “crepuscolari” in riferimento al crepuscolo (luce che precede l’alba), al tramonto della letteratura dopo la grande stagione lirica precedente vista l’attuale attitudine all’intimismo, è la “voce di una gloriosa poesia che si spegne”.
Il Crepuscolarismo, benché abbia come modello i poeti francesi e belgi simbolisti, non è una scuola unitaria, ma un’esperienza del singolo individuo nell’esprimere una raffinata nostalgia di un tempo perduto e un rinnegamento della tradizione di Pascoli, D’Annunzio, Carducci.
La caratteristica principale è il rifiuto del sublime per un linguaggio comune, vicino al parlato, un verso dal ritmo poetico che rompa la metrica tradizionale ironizzandola e interessato a “piccole cose di pessimo gusto” (Gozzano) come il mondo domestico, vite banali, ospedali, cimiteri, giardini abbandonati, chiese, campagne, piccoli borghi, poveri, mendicanti, malati, suore, anziani. I maggiori esponenti sono: Gozzano, Moretti, Corazzini, Govoni, Palazzeschi.
Manifesto del Futurismo e caratteristiche
Ufficialmente viene designato il 20 febbraio 1909 a Parigi con la pubblicazione nel “Le Figaro” il manifesto del futurismo di Filippo Tommaso Marinetti a cui seguono il “Manifesto tecnico della letteratura futurista”(1912) e “Distruzione della sintassi. Immagini senza fili. Parole in libertà” (1913). Ha una diffusione internazionale pur avendo una matrice italiana. I caratteri principali sono l’importanza dell’immediatezza e l’effimero perché in esso tutta l’energia è concentrata, la comunicazione diretta pubblicitaria, la distruzione dell’individualità e soggettivismo, i concetti di velocità, simultaneità, dell’automobile, industria, tecnica propri della società moderna perché il suo carattere principale si basa sull’immersione e accettazione completa di tutte le forme culturali della contemporaneità. Ciò porta a due conseguenze: l’essere interventisti, patriottici, irredentisti e l’esaltazione della guerra come mezzo di espressione piena del vigore umano così come “sola igiene del mondo” (Marinetti) e all’abbattimento vistoso e irruento della tradizione, della moralità precedente, del perbenismo borghese, del passatismo. Dal punto di vista letterario c’è la disarticolazione massima della sintassi per il recupero dell’onomatopea, l’analogia, verbi all’infinito e il verso così sperimentale tanto da formare calligrammi. I maggiori protagonisti sono Marinetti, Palazzeschi.
Vocianesimo e prosa antinarrativa
È la tendenza di intellettuali come Papini, Sbarbaro, Rebora, Prezzolini a seguire dei canoni letterari comunicati dalla rivista fiorentina “La Voce” in voga dal 1900 al 1916.
Il carattere principale ruota intorno il concetto di prosa antinarrativa o lirica e il conseguente rifiuto del romanzo vista l’impossibilità di distinguere la prosa dalla poesia per la costruzione della letteratura attraverso frammenti di immagini ed episodi sconnessi le une gli altri ma innestati in una vita confusa, limitata e soggettiva. Emerge, quindi, la frequenza di salti temporali, illogicità, forzature linguistiche, latinismi, neologismi, dialettismi che mettono in evidenza questioni politico-sociali, la moralità delle opere e il loro espressionismo ovvero la prominenza del dettaglio e la totale relatività dell’essere.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e il significato del termine "avanguardia" nel contesto letterario?
- Come si manifesta la crisi dell'Io nel primo Novecento secondo il testo?
- Quali sono le caratteristiche principali del Crepuscolarismo?
- Quali sono le caratteristiche del Futurismo secondo il Manifesto del Futurismo?
- Cosa caratterizza il Vocianesimo e la sua prosa antinarrativa?
Il termine "avanguardia" deriva dal francese "avant-garde" e inizialmente aveva un'accezione militare. Nel 1830 acquisì un significato politico, riferendosi agli intellettuali di sinistra. Verso la fine del XIX secolo, il termine assunse un'accezione artistico-letteraria, indicando una tendenza europea di contestazione e innovazione rispetto alla tradizione.
La crisi dell'Io nel primo Novecento è caratterizzata dall'incrinazione della conoscenza di sé, l'estraniamento nei confronti del progresso tecnico-scientifico, e la perdita di basi filosofiche certe. Questo porta a una reazione culminante nel cinismo e nello scherno, con la creazione di nuovi strumenti di comunicazione teorica e formale.
Il Crepuscolarismo si distingue per il rifiuto del sublime a favore di un linguaggio comune e vicino al parlato. Si concentra su "piccole cose di pessimo gusto" e temi come il mondo domestico e vite banali. Non è una scuola unitaria, ma un'esperienza individuale di nostalgia e rinnegamento della tradizione.
Il Futurismo, secondo il Manifesto di Marinetti, enfatizza l'immediatezza, l'effimero, la velocità, e la simultaneità. Promuove la distruzione dell'individualità e l'accettazione delle forme culturali contemporanee. Esalta la guerra come espressione del vigore umano e abbatte la tradizione e la moralità borghese.
Il Vocianesimo è caratterizzato dalla prosa antinarrativa o lirica, rifiutando il romanzo tradizionale. Si distingue per frammenti di immagini ed episodi sconnessi, salti temporali, illogicità, e forzature linguistiche. Mette in evidenza questioni politico-sociali e la moralità delle opere.