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Concetti Chiave

  • Pirandello's essay on humor, written in 1908, explores the role of art and the artist, focusing on the concept of "sentiment of the opposite," where humor emerges from the interplay of feeling and reason.
  • The analysis distinguishes humor from comedy, emphasizing that humor arises when reflection reveals inconsistencies in situations, moving beyond initial impressions.
  • Various types of humor are discussed, with examples from historical figures like Aristophanes and Cervantes, highlighting the cultural and temporal diversity of humor.
  • The famous example of the "old lady" illustrates the difference between the comic and the humorous, underscoring the subjective and reflective nature of humor.
  • Pirandello's early novels, such as "Il fu Mattia Pascal," exemplify his humorous poetics, highlighting the relativity of perspectives and the profound human compassion underlying his irony and sarcasm.
Questo appunto di Letteratura Italiana comprende un approfondimento e un’analisi dettagliata del pensiero poetico dell’autore sul concetto di umorismo, con un esempio tratto dal saggio scritto da Luigi Pirandello.
Analisi del concetto di umorismo nel saggio di Luigi Pirandello articolo

Indice

  1. Il saggio sull’umorismo
  2. Diversi tipi di umorismo
  3. Conclusioni ed esempi

Il saggio sull’umorismo

L’umorismo

è un saggio scritto da Pirandello nel 1908, nel quale l’autore descrive il nuovo ruolo dell'arte e dell'artista. L’autore lavorava al testo sin dal 1904, anno in cui viene pubblicato Il fu Mattia Pascal.

Infatti, il saggio è dedicato proprio al personaggio di Mattia Pascal: si tratta di un’opera in prosa, in forma saggistica – densa di riferimenti filosofici e letterari, in perfetto stile accademico e con un ampio apparato di note – che l’autore stesso divide in due parti.
Nella prima parte, Pirandello analizza il termine “umorismo” anche in relazione alle equivalenti espressioni nelle altre lingue europee. L’autore era laureato in filologia romanza e aveva quindi approfonditi strumenti per analizzare adeguatamente accezioni e sfere d’uso del termine nelle diverse lingue. In seguito, dopo una lunga disamina delle differenze tra arte antica e arte moderna, chiarito ciò che bisogna considerare umoristico e cosa no, Pirandello fa una sorta di storia del genere.
Pirandello descrive l’umorismo come il sentimento del contrario, che nasce dall’azione combinata tra sentimento e ragione: quando di un’esperienza si riesce a trarre solo la morale, ossia l’avvertimento che abbiamo appreso, senza soffermarci a riflettere bene su ciò che è avvenuto, ma basandoci solo sul momento iniziale, quella è comicità; quando, invece, la ragione interviene per analizzare meglio la situazione (e scoprire incongruenze e disarmonie), si genera il sentimento del contrario, cioè l'umorismo.
Nella seconda parte, con il sottotitolo “Essenza, caratteri e materia dell’umorismo”, è contenuta la dichiarazione delle riflessioni che da anni l’autore portava avanti sulle modalità espressive, i campi di interesse e le finalità della sua poetica sull’umorismo. In questa parte, l’autore più che definire l’umorismo, stabilisce cosa non è e cosa generalmente si ritiene sia: una definizione di genere che l’autore non approva.
“Vogliamo solo notare fin da principio che vi è una babilonica confusione nell’interpretazione della voce umorismo. Per il gran numero, scrittore umoristico è lo scrittore che fa ridere: il comico, il burlesco, il satirico, il grottesco, il triviale: - la caricatura, la farsa, l’epigramma, il calembour si battezzano per umorismo: come da un pezzo si costuma di chiamare romantico tutto ciò che vi è di più arcadico e sentimentale, di più falso e barocco."

Diversi tipi di umorismo

Dopo queste riflessioni iniziali, Pirandello entra nel merito della questione e chiarisce le diverse tipologie di umorismo, in relazione con le esperienze degli scrittori passati e dei loro protagonisti. Per Pirandello, Aristofane è un umorista in senso ampio, ossia comico o satirico, perché “ha uno scopo morale” che Pirandello oppone al “mondo della fantasia pura” che poi escluderà dall’umorismo in senso stretto. Socrate invece è vero umorista perché possiede quel “sentimento del contrario” che qui per la prima volta l’autore tratta. Dopo aver analizzato il Pulci, riconoscendovi un intento satirico e non burlesco, Pirandello esamina il Boiardo e nega, nel suo atteggiamento verso il mondo cavalleresco, la serietà che gli attribuiva De Sanctis, mentre lo ritiene un vero umorista. Nell’analizzare Don Chisciotte, Pirandello lo definisce come il vero umorismo, come la drammatizzazione del comico: una drammatizzazione assente nell’ironia che scioglie invece il contrasto. Pirandello nega la lettura il suo presunto intento satirico, puramente negativo e demolitore, e sottolinea gli aspetti autobiografici del capolavoro di Cervantes ricordando il prologo in cui l’autore dichiara di richiamarsi a “all’ordine naturale che vuole che ogni cosa generi ciò che le somiglia” e di aver creato il suo protagonista “in un carcere, dove ogni angustia siede ed ha stanza ogni tristo umore”.
Insomma, l’umorismo riprende e ripropone le caratteristiche intrinseche di ogni singola cultura ed epoca, diversificandosi sulla base delle tradizioni e di caratteri specifici. Per quello che riguarda la letteratura italiana, Pirandello cita Dante, Ariosto e in ultimo Manzoni. I primi come autori che fanno uso d’ironia, l’ultimo come esempio di serietà e mancanza di umorismo.

Conclusioni ed esempi

Pirandello dà finalmente una sorta di definizione di umorismo, scandendo nello stesso momento la distinzione tra comico e umoristico. Si tratta della famosissima immagine della signora imbellettata:
“Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di quale orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d’abiti giovanili. Mi metto a ridere. Avverto che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa impressione comica. Il comico è appunto un avvertimento del contrario. Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse nessun piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente s’inganna che parata così, nascondendo così le rughe e la canizie, riesca a trattenere a sé l’amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l’umoristico”.
Analisi del concetto di umorismo nel saggio di Luigi Pirandello articolo
Fondamentale, quindi, la differenza tra comico e umoristico, il cui tratto distintivo è del tutto soggettivo, “sentimentale” per dirla come Pirandello, ma razionale al contempo, derivante dalla “riflessione”.
Già i suoi primi romanzi, L’esclusa, Il turno, Il fu Mattia Pascal presentavano esempi vari e diversi di poetica umorista. L’idea dell’assoluto relativismo dei punti di vista sulla realtà produce nella società umana, chiusa in una serie di norme come in una gabbia, la molteplicità delle forme, che rende l’uomo insicuro di tutto, perfino della sua identità. Questa insicurezza è vista, tramite lo sguardo dell’autore, con sarcasmo, ironia, ma in fondo con profonda pietà umana. Anche quando si ferma all’assurdo e all’inspiegabile, Pirandello sembra farsi carico della sofferenza dei suoi personaggi che, guardando la realtà che si sono creati, di quella sofferenza si disfano, lasciandola sulle spalle dell’autore e del lettore.
Per ulteriori approfondimenti sulla poetica di Pirandello vedi anche qua.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il concetto centrale dell'umorismo secondo Pirandello?
  2. Pirandello descrive l'umorismo come il "sentimento del contrario", che nasce dall'interazione tra sentimento e ragione, distinguendolo dal comico che è solo un avvertimento del contrario.

  3. Come Pirandello distingue tra comico e umoristico?
  4. La differenza risiede nella riflessione: il comico è un'impressione superficiale, mentre l'umoristico emerge quando la riflessione porta a comprendere le incongruenze e le disarmonie della situazione.

  5. Quali autori Pirandello cita come esempi di umorismo o ironia?
  6. Pirandello cita Aristofane, Socrate, Pulci, Boiardo, Don Chisciotte, Dante, Ariosto e Manzoni, distinguendo tra chi usa l'ironia e chi rappresenta il vero umorismo.

  7. Qual è l'esempio famoso usato da Pirandello per spiegare l'umorismo?
  8. L'esempio della "signora imbellettata" illustra come la riflessione trasforma un'impressione comica in un sentimento umoristico, mostrando la sofferenza nascosta dietro l'apparenza.

  9. Qual è l'importanza del relativismo nei romanzi di Pirandello?
  10. Nei suoi romanzi, Pirandello esplora il relativismo dei punti di vista, mostrando come la società imponga norme che creano insicurezza e molteplicità di forme, trattate con sarcasmo e pietà umana.

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