Alessia812
Ominide
20 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Giovanni Pascoli è un rappresentante della poesia decadente influenzato dal Simbolismo, noto per l'esplorazione del mistero e della morte, temi ricorrenti nelle sue opere a causa di traumi personali.
  • La visione del mondo di Pascoli si basa sull'intuizione piuttosto che sulla logica scientifica, cercando di cogliere le segrete corrispondenze tra le cose per comprendere un ordine nascosto e irrazionale.
  • Il concetto del "fanciullino" di Pascoli esprime l'idea che la sensibilità infantile sopravvive nell'adulto, permettendo al poeta di vedere il mondo con stupore e cogliere il mistero dietro le cose.
  • La poesia pura di Pascoli non ha fini educativi o celebrativi, ma mira a esprimere sentimenti genuini e promuovere valori di uguaglianza e fratellanza attraverso un linguaggio semplice e simbolico.
  • Le opere di Pascoli, come "Myricae" e i "Poemetti", sono caratterizzate da una rappresentazione della vita quotidiana e campestre, con un linguaggio che unisce termini scientifici e semplici, e un uso simbolico dei suoni.

Indice

  1. Pascoli e il trauma infantile
  2. La vita familiare di Pascoli
  3. Pascoli e la politica
  4. La poetica di Pascoli
  5. Il fanciullino e il poeta
  6. Pascoli e D'Annunzio a confronto
  7. La società e l'intellettuale
  8. Pascoli e la poesia delle cose
  9. Lo stile poetico di Pascoli
  10. Le raccolte poetiche di Pascoli

Pascoli e il trauma infantile

Rappresentante della poesia decadente che recupera alcuni aspetti del Simbolismo attraverso l'idea che bisogna togliere il mistero dietro le cose.

Pascoli era un uomo un po' turbato, ha avuto un trauma che non ha mai superato ovvero l'uccisione del padre.

Rimase anche con l'idea di un'ingiustizia che non era mai stata riparata perché non si cercarono e non si trovarono i colpevoli.

E’ un trauma non superato infatti nella sua poesia ritorna spesso il tema della morte.

La vita familiare di Pascoli

Non ebbe mai una famiglia sua.

Nella seconda parte della sua vita viveva con le due sorelle rimaste cercando di ricordare il nido.

Le poesie di Pascoli sono state definite le poesie delle piccole cose perché descrivono piccole realtà quotidiane, domestiche, di campagna, eccetera…

Una delle sue raccolte di poesie più famose è Myricae ( 1891).

Altre raccolte famose sono:

- poemetti;

- Canti di Castelvecchio;

- poemi conviviali.

Nell'ultima parte della sua vita si cercò di adattare al ruolo del poeta vate inteso come cantore delle glorie e della grandezza dell'Italia.

Un po' come ha sempre fatto D'Annunzio e Carducci.

Tenne anche alcuni discorsi in pubblico.

Nel 1911 tenne un discorso, che aveva tenuto, per appoggiare la guerra coloniale in Libia chiamato “La grande proletaria si è mossa”.

Pascoli ebbe un trauma infantile che emerge in tutte le poesie.

L'idea di Pascoli è che ci si deve avvicinare alla realtà con l'intuito.

L'ingenuità del Fanciullino consente di cogliere quei misteri che altrimenti non si potrebbero vedere.

I fatti che hanno segnato la vita di Pascoli sono:

- l'uccisione del padre: Pascoli aveva 12 anni, gli rimase un lutto e un desiderio di giustizia che non fu mai riparata.

Questo lutto si unisce con altri lutti ovvero quello della madre, della sorella maggiore, del fratello Luigi e del Fratello Giacomo.

Quindi gli rimane la tematica dei cari morti cioè delle persone di famiglia che ormai non ci sono più e ne rimane sempre legato nella memoria e ne sente sempre la presenza.

- La tematica del nido: inteso come il luogo della famiglia, degli affetti, la culla della sicurezza e della tranquillità che ha vissuto in famiglia e che vorrebbe ricostruire.

Quindi lui passa tutta la vita a voler ricostruire un nido.

Da qui deriverà anche il fatto che Pascoli non si sposa mai.

Nel 1905 avrà la cattedra di letteratura italiana a Bologna prendendo il posto di Carducci.

Vive con due sorelle che sono Ida e Maria.

Cercava di ricostruire quel nido e quel legame tra i familiari.

L'attaccamento a queste sorelle è quasi morboso, lui non vuole che si sposano perché sennò si romperebbe ciò che è rimasto della famiglia.

Ida si sposerà e per Pascoli sarà traumatico.

Pascoli e la politica

- L'esperienza politica: quando è studente partecipa a una protesta studentesca e gli viene revocata la borsa di studio, poi partecipa a delle manifestazioni politiche di estrema sinistra (anarchia).

Viene arrestato e processato.

Così nasce il lui il rifiuto verso la politica, in particolare verso il marxismo.

Quindi si tira fuori dalla politica mantenendo l'idea di aver bisogno di un’uguaglianza, da ottenere senza violenza e senza lotta tra classi.

Dal cristianesimo prende questi principi umanitari, ma nella sua produzione poetica non si trova un rapporto tra uomo e Dio.

La poetica di Pascoli

L'ultima parte della sua poetica è più celebrativa ovvero:

- la celebrazione della grandezza d'Italia con “Le canzoni di Renzio”, “Odi e inni”, “Poemi del Risorgimento” e “Poemi italici”.

Così si sostituisce al ruolo che aveva avuto Carducci che era un poeta che aveva anche celebrato l'Italia.

Il 26 novembre 1911 fece il discorso “La grande proletaria si è mossa” per celebrare la guerra coloniale in Libia, pare strano trovare l'approccio ad un'impresa aggressiva.

In realtà Pascoli appoggiava la campagna di Libia perché vedeva la necessità nell'Italia di avere ulteriori terre ed ampliare gli orizzonti.

Pascoli essendo legato al tema del nido sente con grande dolore l'esperienza degli italiani che devono emigrare Perché la terra non basta, c'è la carestia e la povertà.

Gli italiani sono costretti a salpare per viaggi difficili per arrivare in un nuovo paese dove però si era emarginati.

Quindi estendendo i territori italiani è un qualcosa di positivo.

Pascoli muore il 6 aprile 1912.

La formazione di Pascoli è positivistica ovvero l’osservazione scientifica della realtà.

Però sente comunque un cambiamento.

A fine 800 la realtà non è conoscibile solo attraverso la scienza, quindi l'impostazione positivistica di Pascoli va a calare.

Del positivismo gli rimane il rigore classificatorio ovvero la precisione della nomenclatura (Botanica=ornitologica).

Quindi piante e animali vengono chiamati con il nome scientifico.

Pascoli cerca di capire dov'è l'ignoto, lo sconosciuto e il mistero.

Questo mistero sta oltre ed è irrazionale.

Si può giungere alla soluzione di questo mistero solo attraverso l'intuizione.

Secondo lui il mondo non ha un ordine ed è disgregato.

Però può essere ricomposto cogliendo le segrete corrispondenze tra le cose.

Ma queste segrete corrispondenze sono intuibili però non sono organizzabili in modo ordinato.

Ciò si esprime nella poesia.

I critici per Pascoli parlano di “Poesie delle cose”.

La prima raccolta di poesie è Myricae in cui spesso sono le piccole cose quotidiane, gli elementi della natura o oggetti che si trovano in campagna ad essere presentati nelle poesie.

Ma non c'è la volontà di rappresentazione oggettiva, realistica e scientifica.

Bisogna vedere nelle cose dei simboli o negli elementi che rivelano un mistero dietro di sé.

Quindi queste cose diventano la proiezione della sua soggettività ovvero delle sue paure o dei suoi dubbi.

In questo Pascoli è un decadente ovvero cerca il mistero, le corrispondenze segrete delle cose e cerca di andare al cuore del Segreto della realtà seguendo l'intuizione non la logica.

Non è sempre stata fatta questa lettura di Pascoli.

Il fanciullino e il poeta

Nel 1897 pubblica questo saggio.

Con il termine fanciullino intende il bambino che sopravvive al fondo di ogni uomo.

Quando l'uomo diventa adulto rimane in lui un residuo dell'infanzia.

Questa è una condizione che hanno tutti gli uomini, ma solo il poeta è in grado di ascoltarlo e dargli voce attraverso la poesia.

Pascoli è come se dicesse che è in grado di ascoltare il bambino che è dentro di lui.

Questo fanciullo è come un bambino che guarda con stupore le cose che lo circondano perché per lui è come se fossero cose nuove.

Come Adamo da i nomi agli oggetti intorno a lui, anche il fanciullino da nome alle cose essendo capace di usare un linguaggio nuovo di fronte alla realtà che lo circonda.

Questo linguaggio nuovo coglie l'essenza delle cose e il mistero.

Quindi il fanciullino, e quindi il poeta se sa ascoltare il fanciullino userà un linguaggio nuovo.

Non userà la logica ma l'intuizione.

Pascoli così riprende un tema importante per il romanticismo ovvero il mito dell'infanzia cioè, il fatto che, i bambini sono più felici perché non capiscono appieno la realtà.

Però Pascoli lo usa in maniera decadente ovvero ciò che c'è di infanzia dentro a ciascun uomo consente al poeta di cogliere il mistero e di vedere le cose come simboli.

Il fanciullino nelle cose scopre un mistero, e le vede con occhi stupiti, le guarda per intuire quello che c'è dietro e coglie i legami segreti tra le cose.

Il poeta diventa quindi un veggente capace di cogliere i misteri, che agli altri sono nascosti, attraverso l'intuito.

Quindi che va oltre i dati sensibili per cogliere un significato più profondo che a lui si palesa.

Per poeta vate si intende un poeta più celebrativo che esalta la grandezza dello Stato.

Poesia che non ha un secondo fine, ad esempio non da intenti educativi, pedagogici o celebrativi.

Quindi il poeta fa poesie per il piacere di far poesia.

Diventa una poesia che esorta a buoni sentimenti perché, se il poeta esprime il fanciullo che è in lui e in tutti gli uomini, fa sì che la poesia aiuti ad alleviare le passioni dell'animo.

Quindi invita ai sentimenti di fratellanza, di accettazione e di perdono diventando anche una poesia con una funzione educativa.

Esorta gli uomini ad una vita più armoniosa.

Pascoli desidera uguaglianza, fratellanza e solidarietà tra le persone.

Questo suo desiderio si traduce in lui anche nella scelta di parole e elementi da descrivere non alti.

Ma usa solo elementi bassi che trovano posto e dignità dentro alla sua poesia ( anche questo veniva un po' dal romanticismo).

Questa idea del fanciullino sembra in contrasto con l'idea del superuomo, che ha poi D'Annunzio.

Nel Fanciullino Pascoli si basa su qualcosa di semplice e unico ed è il bambino che è nel fondo del cuore di ogni uomo.

Nel superuomo si presenta come un essere eccezionale, fa della sua vita un'opera d'arte, vuole primeggiare nel campo della cultura, vita mondana, no la politica.

Quindi sembrano due figure opposte, ci si domanda come è possibile che negli stessi anni due poeti della stessa Italia, appartenenti a questa corrente del Decadentismo sviluppino immagini così distanti.

Pascoli e D'Annunzio a confronto

Queste immagini così distanti sono due reazioni diverse alla stessa condizione storica e sociale in cui si trova l'intellettuale tra fine 800 e inizio 900, ma non la stessa radice.

La società e l'intellettuale

Nella seconda parte dell'800 la società diventa molto industrializzata quindi cambiano molto anche le condizioni di vita delle persone.

Gli operai vivono con molta fatica e in povertà.

C'è una classe media che fa fatica a trovare il suo ruolo.

Nella vita quotidiana si diventa più di basso profilo, vengono meno quegli slanci chi avevano portato a pensare a grandi sviluppi del ruolo dell'individuo nella società.

E’ una società che mira al profitto e mette in secondo piano la cultura e l'arte.

Quindi l'intellettuale non ha più un ruolo importante e non sa che ruolo ha e questo lo possiamo vedere in Baudelaire nella perdita d'aureola.

Pascoli e D'Annunzio danno due risposte, ma sono entrambe due risposte compensatorie ovvero scelgono per il poeta un ruolo che deve andare a compensare questa marginalità che l'intellettuale si trova ad avere.

Pascoli e la poesia delle cose

Pascoli secondo la sua indole e il suo vissuto recupera il mito dell'infanzia.

Quindi una condizione di innocenza e di purezza che passa preservare l'uomo dalle brutture della società.

Se il mondo è in preda a questo desiderio di denaro Pascoli se ne estranea inventando questo elemento dell'infanzia che deve essere una difesa rispetto alla logica produttiva del mondo Borghese, quindi è una risposta consolatoria, un rifiuto della competitività del mondo industriale è l'esaltazione di un elemento positivo ovvero l'ingenuità, la mitezza e l'infanzia a cui si collegano le altre idee di Pascoli per esempio il nido cioè la famiglia come luogo che ti protegge dal mondo turbolento.

La campagna è vista come luogo ideale dove vivere protetti, quindi Pascoli Recupera nell'infanzia il desiderio di regresso e una condizione di felicità e protezione, quindi sviluppa l'idea del fanciullino.

D'Annunzio fa l'opposto e sceglie per sé il superuomo esaltando l'elemento dell'aggressività, della violenza e della supremazia di un individuo rispetto agli altri.

Perché si rende conto che l'intellettuale non ha più spazio finché non se lo crea mettendosi in evidenza in tutti i sensi.

Reagiscono in modi diversi e creano miti diversi perché hanno sensibilità diverse.

Se Pascoli ha paura del mondo esterno, della modernità, dell'Industria e della competitività; D'Annunzio si affretta ad esaltare la modernità e a presentare la forza e l'aggressività come elementi che consentono all'intellettuale di emergere sugli altri.

D'Annunzio avrà il ruolo di poeta vate.

Pascoli sarà prevalentemente un poeta veggente ma verso la fine sarà anche lui un poeta vate.

I temi centrali di Pascoli e sono morte, nido, famiglia e desiderio di uguaglianza nella società.

Per una certa tradizione scolastica la poesia di Pascoli era usata perlopiù per i bambini e per suscitare i buoni sentimenti per esempio 10 agosto ( invita i buoni sentimenti).

Quindi spesso era fatta leggere per intenti pedagogici, inoltre c'era l'intento di vivere in modo mite, in uguaglianza e invita al perdono.

Il linguaggio non è difficile, quindi sembra un poeta adatto per un'educazione dell'infanzia.

Oggi la critica non ama più di tanto vedere la poetica di Pascoli solo come pedagogica e sentimentale.

Oggi viene vista in lui un'inquietudine che si coglie nel fatto che nel descrivere apparentemente realtà semplici, umili della campagna in realtà mette dentro un messaggio misterioso e una sorta di elemento irrazionale che può portare paura e inquietudine all'uomo , per esempio digitale purpurea in cui il fiore diventa un simbolo di una realtà nascosta, misteriosa e paurosa (elemento decadente).

Lo stile poetico di Pascoli

Lo stile riprende la rima, dal punto di vista della sintassi prevale la coordinazione sulla subordinazione quindi la paratassi sull'ipotassi.

Usa frasi brevi effetto predilige la coordinazione per asindeto cioè fatta con le virgole e non con le congiunzioni, oppure le frasi sono ellittiche ovvero manca qualcosa ad esempio soggetto verbo.

Il fatto che scelga la paratassi vuol dire che non vuole dare un ordine gerarchico alle cose della realtà.

Spesso nella poesia c'è un’atmosfera onirica ovvero un sogno cioè appaiono in modo tormentato.

Per quanto riguarda il lessico usa parole alte, elevate, la nomenclatura botanica e l'ornitologia precisa ma al tempo stesso usa anche parole umili, semplici i quotidiane.

Quindi c'è una democratizzazione del lessico.

Gli aspetti fonici: per Pascoli si parla di fonosimbolismo ovvero i suoni diventano simboli, usa molto le parole onomatopeiche (fruscio) e onomatopee cioè riproduzione dei suoni (es. din).

Attraverso essi il poeta comunica un significato ulteriore e ci fa vedere che anche attraverso i suoni può comunicare qualcosa di misterioso e nascosto, le figure retoriche più usate sono sinestesia e analogia.

Le raccolte poetiche di Pascoli

Dal 1891 al 1913 pubblica raccolte poetiche con aggiunte e criteri metrici.

Myricae (1891): componimenti brevi, traggono ispirazione da vita campestre.

Dal latino “Tamerici”: piante sempreverdi in ambienti aridi delle zone marine (piante quotidiane, descrivono poesia quotidiana), termine usato da Virgilio nell’incipit della quarta ecloga (puer): inizia con “Muse di Sicilia noi innalziamo il tono del nostro canto, non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici” non parla di pastori ma dell’età dell’oro.

Indicano argomenti quotidiani, per Pascoli è quindi una poesia campestre, quotidiana, delle piccole cose, piccoli momenti di vita agreste.

Non è una poesia descrittiva, è volta a cercare il mistero nascosto tra le cose che si possono intuire.

Temi: natura positiva e rassicurante, morte e culto ai cari defunti, nido familiare, dolcezza, ricordi infanzia, presenza del male nella società e nella storia.

Presenta analogie,onomatopee, effetti sonori dal valore simbolico.

Primo filone conduttivo: che influenza le sue scelte di vita (non si sposa, vita tranquilla, ha animali, vive con le sorelle cercando di ricostruire il nido, rimasto legato al mondo da figlio), i temi sono morte,nido, ricordi familiari;

Secondo filone conduttivo: esperienza politica cioè ricava bisogno di solidarietà e uguaglianza senza la violenza, trova supporto nel cristianesimo (suo aspetto umanitario).

I poemetti: raccolta di poesie, si tratta di componimenti più ampi con un impianto narrativo.

Molti di questi poemetti sono la rappresentazione della vita di campagna.

Quindi si esalta la piccola proprietà, la famiglia, gli affetti e il lavoro.

Però ce ne sono alcuni con altre tematiche però presentano temi molto più inquietanti, es digitale purpurea in cui le protagoniste sono Maria (sorella di Pascoli) e Rachele (amica di Maria), al centro della storia c’è un fiore proibito (digitale purpurea).

E’ un fiore maligno che porta alla morte, ha un buon profumo che turba l’innocenza delle ragazze.

Tema della vegetazione malata e mostruosa cioè fiori che fanno ribrezzo, idea della vegetazione velenosa.

Tematica del decadentismo cioè indica ciò che è corrotto e malsano.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il trauma infantile che ha segnato la vita di Giovanni Pascoli?
  2. Il trauma infantile di Pascoli è l'uccisione del padre, un evento che non ha mai superato e che ha influenzato profondamente la sua poesia, spesso caratterizzata dal tema della morte.

  3. Come si riflette la vita familiare di Pascoli nella sua poesia?
  4. Pascoli non ha mai avuto una famiglia propria e ha vissuto con le sue sorelle, cercando di ricostruire il "nido" familiare. Questo desiderio di ricostruire un ambiente familiare sicuro e affettuoso si riflette nelle sue poesie, spesso definite "poesie delle piccole cose".

  5. Qual è l'approccio di Pascoli alla politica e come si manifesta nella sua vita?
  6. Pascoli ha avuto un'esperienza politica giovanile che lo ha portato a rifiutare la politica attiva, mantenendo però un desiderio di uguaglianza sociale. Ha sostenuto la guerra coloniale in Libia, vedendo in essa un'opportunità per l'Italia di espandere i suoi orizzonti.

  7. Cosa rappresenta il "fanciullino" nella poetica di Pascoli?
  8. Il "fanciullino" rappresenta il bambino che sopravvive in ogni uomo e che il poeta è in grado di ascoltare. Questo concetto permette al poeta di cogliere i misteri del mondo attraverso l'intuizione, piuttosto che la logica, e di vedere le cose come simboli.

  9. In che modo Pascoli e D'Annunzio si differenziano nella loro risposta alla società industrializzata?
  10. Pascoli e D'Annunzio offrono risposte diverse alla società industrializzata: Pascoli si rifugia nel mito dell'infanzia e nella poesia delle piccole cose, mentre D'Annunzio esalta la modernità e la figura del superuomo, cercando di emergere attraverso l'aggressività e la supremazia.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community