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Concetti Chiave

  • Il concetto di superuomo è caratterizzato da una dualità tra il fascino della morte e l'esaltazione della vitalità sfrenata, con una critica forte al conformismo borghese e un disprezzo per le plebi.
  • Il superuomo, ispirato dallo spirito dionisiaco, si oppone ai principi egalitari e democratici, promuovendo una visione aristocratica e imperialistica.
  • Nel romanzo "Il trionfo della morte", il protagonista Giorgio Aurispa incarna il superuomo, evidenziando l'attrazione morbosa per la morte tipica del Decadentismo.
  • Claudio Cantelmo, protagonista di "Le vergini delle rocce", rappresenta un superuomo che disprezza la borghesia e cerca di restaurare la grandezza dell'Impero Romano.
  • L'estetismo nel brano si manifesta come sovrapposizione di riferimenti letterari, come Dante, alla realtà, con un rifiuto dell'uguaglianza e una rivendicazione della superiorità aristocratica.

Indice

  1. Il fascino della morte e del vitalismo
  2. L'ideale del superuomo e lo spirito dionisiaco
  3. Il trionfo della morte e l'attrazione morbosa
  4. Claudio Cantelmo e la volontà di potenza
  5. Critica alla borghesia e ritorno alla grandezza romana
  6. Il ruolo dell'intellettuale e l'esaltazione della forza

Il fascino della morte e del vitalismo

I decadenti sono affascinati dalla morte, dalla decadenza, dal senso di fine e di crollo, quindi da una parte vi è il fascino esercitato dalla morte, dalla decadenza, mentre dall’altra vi è l’​esaltazione della vitalità​, della ​forza​ e della ​pienezza vitale sfrenata​ e senza limiti che porta anche a dominare i deboli. Si tratta dunque di un modo per esorcizzare, allontanare proprio l’attrazione che esercita la morte, quindi per sconfiggerla, vi è la tendenza opposta, appunto il ​vitalismo​.

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L'ideale del superuomo e lo spirito dionisiaco

L’atteggiamento del superuomo è molto legato allo spirito dionisiaco, Dioniso, dio del vino (esaltazione della forza vitale). Con il superuomo vi è la critica e la condanna aspra della borghesia e del suo conformismo e l’esaltazione dello spirito dionisiaco (ossia di un vitalismo senza freni, libero dalla morale, esaltazione della volontà di potenza). Questa esaltazione corrisponde a una visione aristocratica razionale imperialistica, vi sono questi esseri privilegiati che sono non solo al di sopra delle masse, ma come al tempo del grande impero romano, si ha una tendenza imperialistica, quindi molto legata all’imperialismo c’è la teoria del superuomo. Il culto della bellezza permane nella seconda fase, quindi l’estetismo non viene abbandonato ma viene integrato, superato perché accanto alla bellezza vi è anche il dominio esercitato sugli altri. Quindi il ruolo dell’intellettuale è quello di affermare la bellezza ma anche quello di far prevalere l’aristocrazia sulla democrazia e sul conformismo borghese.

Il trionfo della morte e l'attrazione morbosa

Per comprendere meglio questo concetto, necessario è il riferimento al primo dei romanzi della fase del superuomo, intitolato “​Il trionfo della morte​”, ancora una volta vi è l’attrazione morbosa esercitata dalla morte, caratteristica del Decadentismo. Il protagonista di questo romanzo è ​Giorgio Aurispa​, che incarna la figura del superuomo. Vi è una figura femminile molto importante, ​Ippolita Sanzio​, donna fatale che con la lussuria consuma tutte le forze e porta al suicidio il protagonista, estremamente evidente è dunque l’attrazione morbosa esercitata dalla morte.

Claudio Cantelmo e la volontà di potenza

La volontà di potenza caratterizza anche Claudio Cantelmo, protagonista di un altro romanzo della fase del superuomo, “​Le vergini delle rocce​”.

h2]Perché questo titolo?

Claudio cantelmo vuole procreare con una delle tre donne di cui si parla in questo romanzo, per generare un erede dell’impero romano, che sappia far ritornare la forza dell’impero romano. (il brano presenta uno stile molto elaborato, solenne, oratorio, vi sono proposizioni interrogative retoriche, esclamazioni...)

Critica alla borghesia e ritorno alla grandezza romana

È riportato il pensiero di Claudio che disprezza la borghesia, egli si sente un individuo superiore e non si limita come il personaggio esteta all’esaltazione della bellezza ma aggiunge anche l’azione, che può portare alla sconfitta di quel mondo borghese, sopraffatto dall’ossessione del denaro, si oppone dunque a una Roma in preda agli speculatori, quindi con la bellezza e con l’azione ​l’intellettuale ritrova il proprio compito, non solo la difesa della bellezza ma anche l’azione, trasmettere cioè la grandezza della stirpe latina attraverso la procreazione. Vi è uno sfondo di conflitti sociali, lotte tra contadini, tensioni contrastate duramente dal governo, formazione degli imperi coloniali.

Tenuto conto del contesto storico, si passa poi ad analizzare il significato del brano: vi è un distacco dalle masse (plebi) con un senso di superiorità, perché la loro vita si basa sul desiderio di ricchezza, si sta descrivendo la città di Roma come una città corrotta, in cui prevale la logica del denaro, della ricchezza di cui sono espressione gli appartenenti alla borghesia.

Non vi è più il riferimento ai palazzi fatati del poema ariostesco, ora ci sono riferimenti a ​Dante​, quindi l’estetismo in questo brano è proprio la sovrapposizione tipica di ricordi letterari e artistici alla realtà: mentre si sta criticando la vita contemporanea della città di Roma, c’è un richiamo a Dante. Il protagonista afferma che gli tornano alla memoria gli argomenti danteschi. Quindi il protagonista, Claudio, vuole un ritorno della grandezza dell’impero romano grazie a uno dei suoi figli, e nel ricordare la potenza e la grandezza dell’ impero romano, utilizza la mediazione letteraria, in questo caso sovrappone Dante alla realtà, afferma proprio che la differenza tra gli uomini è una necessità, risiede proprio nel sangue ereditato questa differenza, quindi vi è un rifiuto delle istanze della rivoluzione francese, del principio dell’uguaglianza e della democrazia.

Il ruolo dell'intellettuale e l'esaltazione della forza

È da condannare la borghesia, il conformismo borghese della Roma del tempo e si rivendica la superiorità della aristocrazia con distacco, ritrovando anche un ruolo per l’intellettuale (il primo compito è difendere la bellezza, nella fase del superomismo però questa difesa della bellezza si associa all’azione improntata alla forza: “voi possedete la suprema scienza, e la suprema forza del mondo, il verbo”; con “verbo” si fa riferimento alla parola, quindi assume notevole importanza l’istruzione per il dominio sulle masse, quindi se gli intellettuali sono esseri superiori grazie alla parola devono dominare il mondo, contro l’uguaglianza. Vi è dunque un’esaltazione della forza, la forza è la prima legge della natura, il mondo non può essere costituito se non sulla forza, e lo stato deve favorire una classe privilegiata, un’oligarchia basata sulla forza che sia in grado di domare le moltitudini(le plebi restano dunque schiave).

Domande da interrogazione

  1. Qual è il fascino esercitato dalla decadenza secondo il testo?
  2. Il fascino della decadenza risiede nell'attrazione per la morte e il crollo, contrapposta all'esaltazione della vitalità e della forza, un modo per esorcizzare e sconfiggere l'attrazione della morte attraverso il vitalismo.

  3. Come viene descritto il superuomo in relazione al conformismo borghese?
  4. Il superuomo rifiuta il conformismo borghese, disprezza le plebi e si oppone ai principi egalitari e democratici, erigendosi al di sopra della borghesia.

  5. Qual è il ruolo dello spirito dionisiaco nel contesto del superuomo?
  6. Lo spirito dionisiaco esalta la forza vitale e la volontà di potenza, criticando il conformismo borghese e promuovendo una visione aristocratica e imperialistica.

  7. Chi è Giorgio Aurispa e quale tema rappresenta nel romanzo "Il trionfo della morte"?
  8. Giorgio Aurispa è il protagonista del romanzo "Il trionfo della morte", che incarna il superuomo e rappresenta l'attrazione morbosa per la morte, caratteristica del Decadentismo.

  9. Qual è la critica rivolta alla borghesia romana nel testo?
  10. La borghesia romana è criticata per la sua ossessione per il denaro e la corruzione, con un'intellettuale che cerca di affermare la bellezza e l'azione per trasmettere la grandezza della stirpe latina.

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