Concetti Chiave
- D'Annunzio ha influenzato la letteratura, la politica e i costumi italiani per oltre 50 anni, introducendo concetti come il "Dannunzianesimo".
- La sua produzione letteraria si divide in sette fasi, tra cui l'Estetismo e la fase del Superuomo, quest'ultima ispirata alle opere di Nietzsche.
- I suoi romanzi, come "Il Piacere" e "Il Trionfo della morte", si concentrano sull'interiorità dei personaggi e l'uso di simbologie decadenti.
- Nel teatro, D'Annunzio preferisce temi mitologici e storici, con opere come "La figlia di Jorio" che riflettono un Abruzzo magico e decadente.
- La metrica innovativa e il panismo caratterizzano "Le Laudi", mentre nella fase notturna, "Il Notturno" introduce uno stile sobrio e frammentario.
Indice
Influenza di D'Annunzio sulla cultura italiana
Il D’Annunzio influenzerà per oltre 50 anni la scena di vita italiana soprattutto in:
- Letteratura
- Politica con le sue ideologie ed i suoi atti dimostrativi
- Costume “Il Dannunzianesimo” cambierà ed influenzerà i costumi dell’epoca
- Cultura di massa: romanzi di consumo, lavori teatrali e per il cinema, lavori pubblicitari
Produzione giovanile e fase dell'Estetismo
La vasta produzione dannunziana si può suddividere in sette fasi:
- Produzione giovanile: poesie scritte ispirandosi al Carducci e novelle ispirate a Verga nell’ambientazione agreste, ma già decadenti poiché all’impersonalità del Verga sostituisce il suo
- punto di vista soggettivo.
Fase dell’Estetismo: incentrata sulla sua vita da esteta, alla continua ricerca del lusso e di una vita sfarzosa e privilegiata coltivando il culto della bellezza nell’arte e nella vita. Ripropone la figura di intellettuale che vive nel privilegio e nel lusso cioè di concezione rinascimentale.
Scrive il suo primo romanzo il Piacere su figura di esteta, il cui protagonista Andrea Sperelli è indeciso se amare la donna fatale o la donna pura. D’Annunzio lo critica ma è ancora immerso (attratto) nella fase di estetismo. Si rende conto che la vita da esteta finirà con l’isolamento dal mondo esterno e ai suoi occhi questo ideale entra in crisi. in questa fase subisce l’influsso del Verismo nelle sue descrizioni particolareggiate dell’ambiente aristocratico però segue le tendenze
- del Decadentismo cioè l’interesse per il mondo interiore e per l’uso di simbologie.
Fase della bontà e Superuomo
Fase della bontà: vissuta come un concentrarsi sui sentimenti e sugli affetti più intimi. Scrive romanzi influenzati dalla lettura dei grandi romanzi russi (letteratura russa) come L’Innocente. Scrive anche poesie sulla vita domestica e su piccole cose come il Poema Paradisiaco.
Fase del Superuomo (1890): dalla sua interpretazione personale delle opere del filosofo tedesco Nietzche elabora il mito del superuomo, “Un essere superiore dotato di energia eroica, in grado di dominare le masse ponendosi sopra le leggi morali”. L'artista “Superuomo” diventa un “vate” che con le sue opere e ideologie soleva l’Italia dalla mediocrità e la riporta alla grandezza di Roma imperale. A differenza dell’esteta che tendeva ad estraniarsi dal mondo che lo circondava, il Superuomo si inserisce perfettamente nel militarismo dell’epoca. Si propone di comporre grandi opere letterarie al fine di diffondere (far conoscere) la sua ideologia.
Di questa fase vi sono 4 romanzi: il Trionfo della morte, le Vergini delle rocce, il Fuoco, Forse che sì forse che no. In questi romanzi vi è un forte interesse per la psiche (interiorità) dei personaggi e l’uso di simbologie. I protagonisti sono figure con grandi ambizioni, ma in realtà si
- dimostrano incapaci di vivere, sopraffatti e attratti da forze oscure o amori perversi.
Teatro di poesia e Le Laudi
Teatro di poesia: le sue opere opere teatrali non descrivono scene di vita familiare borghese come il teatro dell’epoca, ma sono incentrate su figure mitologiche o storiche ambientato in realtà ideali (non reali). Fa eccezione “la figlia di Jorio” che racconta di un Abruzzo arcadico e magico, con l’uso di un linguaggio popolare come nel Verismo (di stampo verista), ma decadente
- nei temi irrazionali e barbari.
Le Laudi: un’opera poetica che doveva comporsi di 7 libri, però ne scrisse solo 5. Il terzo libro Alcyone è il più importante tratta il diario di una vacanza in Toscana con la donna amata. Tema centrale il Panismo cioè immersione e fusione con la natura e la sensualità. Grande influenza sulla poesia del’900, per i suoi effetti musicali, uso delle parole come fossero note chiare e cupe in musica. Abilità verbale, uso di figure retoriche (alliterazioni, ripetizioni, analogie, sinestesie).
- La metrica e le rime libere, i versi di una parola.
Fase notturna e il Notturno
Fase notturna (1916): prende il nome dall’opera principale “il Notturno”, che D’Annunzio scrisse in un periodo di cecità temporanea a causa di un incidente aereo. Basata sull’interiorità, ricordi, sensazioni diverse dalla vista, molto diversa dalla poetica precedente. Lo stile è sobrio e frammentario cioè riporta sensazioni e impressioni senza continuità logica, usa frasi nominali cioè senza verbo. Precorre (anticipa) il “flusso di coscienza”della letteratura del’900 consiste in una descrizione dei pensieri del personaggio cosi come si presentano, derivante dal discorso diretto libero del naturalismo.
Domande da interrogazione
- Qual è stata l'influenza di D'Annunzio sulla cultura italiana?
- Come si caratterizza la fase dell'Estetismo nella produzione di D'Annunzio?
- Cosa rappresenta la fase del Superuomo nella produzione di D'Annunzio?
- Quali sono le caratteristiche del Teatro di poesia di D'Annunzio?
- In cosa consiste la fase notturna e l'opera "Notturno"?
D'Annunzio ha influenzato la cultura italiana per oltre 50 anni, incidendo su letteratura, politica, costumi e cultura di massa, introducendo il "Dannunzianesimo".
La fase dell'Estetismo è incentrata sulla vita da esteta, con una ricerca del lusso e della bellezza, influenzata dal Decadentismo e dal Verismo.
La fase del Superuomo, ispirata da Nietzsche, vede l'artista come un "vate" che eleva l'Italia, con protagonisti ambiziosi ma incapaci di vivere, attratti da forze oscure.
Il Teatro di poesia di D'Annunzio si concentra su figure mitologiche o storiche in realtà ideali, con eccezioni come "La figlia di Jorio", che usa un linguaggio popolare e temi irrazionali.
La fase notturna, rappresentata dal "Notturno", è caratterizzata da uno stile sobrio e frammentario, basato su interiorità e sensazioni, anticipando il "flusso di coscienza".