Giovi_Gurri
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Concetti Chiave

  • Il ciclo delle Laudi di D'Annunzio, ispirato da un viaggio in Grecia, è un'opera poetica che celebra una nuova umanità rigenerata dai valori classici, con un approccio pagano alla celebrazione del creato.
  • Maia, la prima parte del ciclo, è un lungo poema che esalta la vita come un dono sublime e terribile della natura, rappresentando un viaggio dall'antichità al presente degradato, con un'aspettativa di rigenerazione futura.
  • Elettra, il secondo libro, è diviso in due sezioni: una che celebra grandi personaggi storici e l'altra che esalta il silenzio come fonte di rinascita per l'Italia, con un forte accento nazionalistico.
  • Alcyone, considerato il capolavoro del ciclo, esplora il vitalismo e la sensualità dell'estate con una poesia che si concentra sulla bellezza naturale, caratterizzata da un virtuosismo verbale e metrico notevole.
  • Nonostante l'apparente assenza di intenti politici in Alcyone, l'opera mantiene una dimensione narcisistica in cui solo l'uomo eccezionale, il superuomo d'annunziano, può percepire pienamente la bellezza della natura.

Indice

  1. Il Capolavoro Poetico di D'Annunzio
  2. La Struttura e il Significato di Maia
  3. Il Viaggio e la Modernità in Laus Vitae
  4. Elettra: Celebrazione e Silenzio
  5. Alcyone: Il Capolavoro Estivo

Il Capolavoro Poetico di D'Annunzio

Le Laudi sono il capolavoro poetico di D’annunzio. In realtà il titolo completo è: Laudi del cielo, del mare ,della terra e degli eroi. È un ciclo molto ampio, nel progetto iniziale doveva comprendere ben sette libri, perché ognuno doveva corrispondere ad una delle stelle della costellazione delle Pleiadi, invece ne ha completate solo 5: Maia, Elettra, Alcyone, Merope, Asterope.

L’idea di questo ciclo è venuta a D’Annunzio durante un viaggio in Grecia, poi è stato completato verso gli ultimi anni dell’800. In quest’opera il poeta vuole essere il portavoce di una rinascenza eroica, questa è l’espressione che utilizza, ossia vuole essere il portavoce della gioia con la quale una nuova umanità si impossessa di tutto l’universo. Questa nuova umanità è rigenerata sulla base dei valori del passato classico. Il titolo Laudi fa riferimento alle “Laudes creaturarum” di San Francesco, oppure in generale alle Laudae del medioevo, quindi quei componimenti cristiani che cantavano e celebravano le lodi della Madonna. Queste lodi non hanno nulla a che fare con il mondo cristiano, anzi vogliono essere una rilettura assolutamente pagana della celebrazione del creato e dell’universo.

La Struttura e il Significato di Maia

La prima parte di questa raccolta è intitolata “Maia”. Si tratta di un libro molto lungo e di lettura piuttosto faticosa che si apre con due componimenti che celebrano il mito di Ulisse e che cantano le lodi della natura. Uno si chiama “l’annunzio” ( chiaro riferimento al cognome del poeta) e c’è poi secondo un componimento molto molto esteso ( comprende più di 8000 versi ) intitolato Laus Vitae (Lode della vita) , articolato in ventuno parti, e costituito da strofe di 21 versi. Si insiste con questo numero perché 21 è tre volte 7, e 7 era il numero delle canne di cui era costituita la Siringa, cioè il flauto che utilizzava il Dio Pan ( nella mitologia greca questo era il Dio di tutta la creazione).

Il Viaggio e la Modernità in Laus Vitae

Questo poemetto contiene una grandissima esaltazione della vita, che viene definita come il dono terribile del Dio Pan. Terribile è uno degli aggettivi più amati da D’Annunzio in questa raccolta, ed è quasi sinonimo di sublime, perché terribile è ciò che è incredibilmente affascinate e proprio per questa ragione pericoloso. Quindi la vita è un dono meraviglioso ed il poeta celebra ogni aspetto della realtà e dell’universo. L’io poetico è il protagonista di un viaggio attraverso questa natura, è un protagonista-eroe che non si pone nei confronti dell’universo in termini di contemplazione di tutto il suo splendore , si pone invece in termini di conquista nei confronti dell'universo ( il protagonista si presenta proprio come fosse un nuovo Ulisse). In effetti, se volessimo trovare una trama narrativa in questo lunghissimo poema, potremmo dire che narra il viaggio attraverso lo spazio ed il tempo , dalla Grecia ( quindi dal passato classico) fino al presente, alle città “terribili” ( così le definisce ), ossia quelle dominate dall’interesse e dal denaro. Si tratta di un presente assolutamente volgare e degradato rispetto all’ideale classico, eppure in questa degradazione, in questa volgarità, D’Annunzio legge una sorta di attesa verso una rigenerazione, l’attesa di qualcuno, che è ovviamente l’io superomistico del poeta, che possa riscattare l’umanità e costruire un nuovo futuro. Questo lunghissimo poemetto si conclude con un inno alla natura e con l’annuncio di nuovi viaggi di conquista che aspettano il poeta. Questo poema viene definito da Giulio Ferroni come “narcisistico” , perché fondato tutto sull’individualismo esagerato del protagonista che si pone come modello per tutti gli uomini. Forse l’aspetto più interessante è probabilmente nel rapporto con la modernità e quindi con la descrizione delle città terribili, perché l’atteggiamento generale della cultura italiana nei confronti del capitalismo era di rifiuto, un atteggiamento di terrore totale nei confronti della realtà, che si traduceva nella maggior parte dei casi in un rifugiarsi nella letteratura del passato. Contemporanea a D’Annunzio è infatti una tendenza che appartiene a Carducci, che ritorna alle forme classiche. Questo ritornare al passato è una sorta di difesa rispetto a un presente che non si riesce più a comprendere. D’Annunzio nei primi anni dell’estetismo aveva mostrato grande diffidenza nei confronti della modernità, adesso invece rovescia completamente la questione ed arriva ad esaltare questo futuro che attende l’umanità; arriva a dare del vigliacco a colui che rifiuta il futuro senza affrontarlo e propone quindi una nuova strada. Questo è probabilmente l’ultimo tentativo che fa D’Annunzio per reagire alla marginalità dell’intellettuale. Piuttosto che rinchiudersi nelle proprie carte D’Annunzio preferisce affrontare il futuro e quindi tutte le sfide che comporta. Ovviamente questo atteggiamento avrà anche delle conseguenze negative nella società e nella cultura italiana , perché in questa sua indiscriminata esaltazione del futuro finisce per dare una sorta di giustificazione ideologica a tutte le tendenze reazionarie che già incominciavano a serpeggiare all’inizio del 900 nella società italiana ( nazionalismo, razzismo, una mancanza di senso critico rispetto alle novità che attendevano l’Italia).

Elettra: Celebrazione e Silenzio

Il secondo libro della raccolta si chiama “Elettra”. Si tratta di libro articolato in due parti:

-La prima parte è composta da poesia celebrativa, infatti si tratta di una serie di componimenti dedicati ai grandi personaggi per i quali D’Annunzio aveva una certa ammirazione, per esempio: Garibaldi, Bellini, Verdi , Nietzsche ( al quale dedica “Per la morte di un istruttore” ). Ovviamente è talmente grande l’egocentrismo di D’Annunzio che anche in questi componimenti esalta questi personaggi perché li vede come specchio di sé, e quindi esaltando loro esalta anche una parte di sé stesso.

-La seconda parte è invece dedicata al silenzio, perché il poeta dice che “l’eroe necessario” ( così dice proprio il poeta) che salverà l’Italia e il mondo, dovrà nascere dal silenzio. Scrive infatti una sorta di componimenti dedicati alle città del silenzio, alle città italiane che recano le tracce di un grande passato dal quale bisognerà ripartire per costruire un grande futuro. Si tratta di componimenti intrisi di nazionalismo. L’ultimo è dedicato alla “nazione eletta”, ossia l’Italia, che dovrà riscrivere il futuro del mondo.

Alcyone: Il Capolavoro Estivo

Il terzo libro si chiama “Alcyone”. È il libro più riuscito, infatti la critica lo definisce come il grande capolavoro di D’Annunzio. In questo libro il poeta descrive la sua immersione panica nella gioia dell’estate, quindi nel suo vitalismo e nella sua sensualità sfrenata. I componimenti seguono tutto lo sviluppo della stagione, dai primi giorni di giugno fino ai primi giorni di settembre, segue la comparsa dell’estate, del sole, del caldo, fino alla malinconia causata dall’arrivo dell’autunno. La critica a proposito di questo libro ha parlato di poesia pura, cioè di una poesia priva per la prima volta di ogni intento polemico, politico o comunque in generale ideologico. In altri termini D’Annunzio in questa raccolta si limita a rappresentare la bellezza della natura, senza provare ad affermare le proprie idee politiche o la propria visione del mondo. Questa raccolta ha sicuramente delle qualità, la prima fra tutte è il grande virtuosismo verbale che D’Annunzio dimostra, rappresenta la natura e la descrive con una grandissima varietà lessicale, sembra quasi accarezzare ogni singolo elemento con tanti termini diversi, c’è una densità di sinonimi che ha davvero pochi esempi nella nostra letteratura. Dal punto di vista metrico dimostra ugualmente grande virtuosismo, perché dimostra di saper maneggiare perfettamente la metrica classica, con dei momenti di “libertà” che faranno poi scuola per i poeti del 900 ( Montale tra tutti). Anche dal punto di vista sonoro raggiunge un grandissimo livello di musicalità , in parte con l’onomatopea, usata per poter rendere al meglio la bellezza della natura, in parte con un fitto gioco di figure di suono che sembrano quasi voler rendere l’armonia di tutto il creato. Tutti questi sono sicuramente dei meriti, però definirla poesia pura è forse eccessivo, perché è sicuramente vero che gli intenti politici sono meno evidenti, però è tanto vero che non sono completamente assenti. Questo immergersi nella natura è un’esperienza eccezionale riservata però solo a uomini eccezionali. Nel panismo europeo, l’io poetico si immergeva e perdeva sé stesso nella natura, invece nel panismo di D’Annunzio c’è la volontà narcisistica di affermare la propria presenza e la propria statura, che quindi non scompare mai del tutto ma è sempre presente. Solo il super uomo d’annunziano è capace di cogliere la poesia, la musica e la bellezza di tutta la natura.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del ciclo poetico "Le Laudi" di D'Annunzio?
  2. "Le Laudi" rappresentano il capolavoro poetico di D'Annunzio, concepito come una rinascenza eroica che celebra una nuova umanità rigenerata dai valori del passato classico, con un approccio pagano alla celebrazione del creato.

  3. Qual è la struttura e il tema principale di "Maia"?
  4. "Maia" è un libro lungo e complesso che si apre con componimenti sul mito di Ulisse e la natura, culminando in "Laus Vitae", un poema di 8000 versi che esalta la vita come un dono sublime e pericoloso del Dio Pan, con un protagonista che affronta un viaggio di conquista attraverso il tempo e lo spazio.

  5. Come viene rappresentata la modernità in "Laus Vitae"?
  6. In "Laus Vitae", la modernità è vista come un presente degradato rispetto all'ideale classico, ma anche come un'opportunità di rigenerazione, con D'Annunzio che esalta il futuro e critica chi lo rifiuta, proponendo una nuova strada per l'umanità.

  7. Quali sono i temi principali di "Elettra"?
  8. "Elettra" è diviso in due parti: la prima celebra grandi personaggi storici, riflettendo l'egocentrismo di D'Annunzio, mentre la seconda parte è dedicata al silenzio e al nazionalismo, con componimenti che esaltano l'Italia come "nazione eletta" per riscrivere il futuro del mondo.

  9. Perché "Alcyone" è considerato il capolavoro di D'Annunzio?
  10. "Alcyone" è considerato il capolavoro di D'Annunzio per il suo virtuosismo verbale e metrico, la rappresentazione della bellezza della natura e la musicalità dei versi, pur mantenendo una presenza narcisistica dell'io poetico che afferma la propria statura eccezionale.

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