Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • D'Annunzio ha vissuto una vita di lusso, concepita come un'opera d'arte, pubblicando la sua prima raccolta di poesie a soli sedici anni.
  • Durante il soggiorno romano, D'Annunzio si cimenta in opere sensuali e scandalose, consolidando il suo successo sociale e letterario.
  • Il ritorno in Abruzzo segna la nascita dell'Estetismo, con opere che enfatizzano la bellezza dell'arte a scapito dei principi morali.
  • Nella sua breve carriera politica, D'Annunzio oscillò tra diverse fazioni, cercando di incarnare il suo ideale di superuomo.
  • L'impresa di Fiume sottolinea il suo fervore nazionalistico, nonostante il rapporto ambiguo con il Fascismo negli anni successivi.

Indice

  1. La giovinezza e le prime opere
  2. Il periodo romano e il matrimonio
  3. Il ritorno in Abruzzo e l'Estetismo
  4. Il trasferimento a Napoli e nuove opere
  5. Il concetto del superuomo e la politica
  6. La relazione con Eleonora Duse
  7. Le Laudi e il periodo francese
  8. Il ritorno in Italia e la guerra
  9. L'impresa di Fiume e il ritiro
  10. Il rapporto con il Fascismo e gli ultimi anni

La giovinezza e le prime opere

Nella sua vita, D’annunzio ha sempre cercato il lusso e il bello: il suo obiettivo, fin da giovane, è stato di vivere una vita intesa come un’opera d’arte.

Egli nasce a Pescara nel 1863 e consegue la maturità classica nel Collegio “Cicognini” di Prato.

A sedici anni, a spese del padre pubblica la sua prima raccolta di poesie - Primo vere - Il piccolo volume ebbe molto successo perché, lo stesso giorno D’Annunzio fece pubblicare una falsa notizia della sua morte, avvenuta cadendo da cavallo.

Il periodo romano e il matrimonio

Nel 1881, da Pescara si trasferisce a Roma con l’obiettivo di frequentare la facoltà di lettere all’Università. Non termina gli studi perché preferisce passare il tempo frequentando ambienti che più si adattano alla sua personalità.

Durante il periodo romano egli pubblicare

Canto novo, una raccolta di poesia molto sensuali e ispirate al

Carducci.

Terra vergine, una raccolta in prosa che ha come sfondo la terra

abruzzese. I temi sono anche molto sensuali ed erotici.

Dopo essersi sposato con una nobildonna, pubblica altre due raccolte:

Intermezzo di Rime e Isaotta Guttadauro. Sono due opere che si ricollegano al decadentismo. Le tematiche trattate sono di tipo erotico e a quel tempo furono considerate scandalose e immorali. Comunque, grazie a queste opere, D’Annunzio ottiene molto successo, consolidato anche in ambito sociale a causa del suo lusso eccessivo, dai suoi amori e dagli scandali in cui è coinvolto.

Il ritorno in Abruzzo e l'Estetismo

Nel 1888, ritorna in Abruzzo dove compone il suo primo romanzo, Il piacere che darà alle stampe l’anno dopo, nello stesso anno in cui Verga pubblica Mastro Don Gesualdo.

Il romanzo viene considerato come il manifesto di una nuova corrente letteraria: l’Estetismo. L’estetismo è una tendenza facente parte del Decadentismo e che caratterizza tutta la produzione e la vita stessa di D’Annunzio. Per gli esteti, nella vita, il bene estremo da ricercare è la bellezza nell’arte anche a condizione di dover rinunciare ai principi morali fondamentali. Un’opera artistica ha valore soltanto per i suoi aspetti formali e l’artista (= esteta) si deve distinguere da tutta la massa nella sua ricerca di sensazioni raffinate e originali. A questa fase dell’Estetismo appartiene anche la raccolta di poesie Elegie romane che ci presenta una storia d’amore autobiografica.

Il trasferimento a Napoli e nuove opere

Per sfuggire ai numerosi debiti contratti, D’Annunzio si trasferisce a Napoli e qui scrive delle opere che non sono più erotiche e sensuali come le precedenti. Esse sono caratterizzate piuttosto dalla purezza d’animo e dall’innocenza A questo periodo, appartengono i seguenti romanzi: Giovanni Episcopo, L’innocente (che trattano il tema della colpa e del relativo castigo), e Poema paradisiaco in cui il poeta cerca di ritrovare gli affetti familiari della sua infanzia

Nello stesso momento, nonostante le sue disponibilità finanziarie fossero esigue, inizia una relazione con un’altra donna già madre di quattro figli e da cui avrà altri due figli.

Il concetto del superuomo e la politica

Alla morte del padre, sopravvenuta nel 1893, e a causa delle difficoltà finanziarie, D’Annunzio ritorna in Abruzzo dove scrive Il trionfo della morte e Le vergini delle rocce. In queste due opere appare il concetto del “superuomo” che D’Annunzio riprende dal filosofo tedesco Nietzsche. Il superuomo è un uomo eccezionale che ha unico uno scopo solo: realizzare la propria volontà assoluta di potenza su tutto e su tutti. Esso costituisce il modello per l’umanità futura e si sente libero da ogni legame di tipo morale o religioso. Per D’Annunzio il superuomo si pone al di sopra della massa ed ha un carattere antidemocratico e aristocratico, due aspetti che non troviamo in Nietzsche.

La relazione con Eleonora Duse

Nel 1895, il poeta compie un viaggio in Grecia e questa sua esperienza a contatto con la civiltà classica gli fornirà l’ispirazione del poema Maia.

Nello stesso anno, a Venezia, incontra la famosa attrice di teatro Eleonora Duse con cui stringe una relazione amorosa. Dopo un viaggio attraverso tutta l’Italia, i due amanti si stabiliscono a Firenze dove conducono una vita lussuosa, senza fare attenzione alle spese e quindi ricoprendosi di debiti. In questo periodo, D’Annunzio, ispirato dalla Duse, si dedica a scrivere opere teatrali e a consolidare il concetto di superuomo. La sua produzione teatrale comprende: La città morta (che ebbe scarso successo), Francesca da Rimini ed altre. Il successo teatrale arriva con La figlia di Iorio, un dramma in versi ambientato nell’ Abruzzo di un tempo in cui la protagonista si innamora del suocero e che per questo egli viene ucciso dal proprio figlio. Il tema dominante è quindi quello delle passioni violente.

Il successo raggiunto, spinge D’Annunzio a occuparsi di politica anche con lo scopo di mettere in pratica il suo ideale di superuomo. Infatti, dopo il governo Crispi, egli viene eletto come deputato nelle file della destra, per passare poi a quelle della sinistra e fra i socialisti, dando prova di un atteggiamento spregiudicato. Non viene però eletto fra le file del partito socialista per cui decide di abbandonare la politica e di riprendere a scrivere. Nel 1900, completa il romanzo Il Fuoco il cui protagonista è un superuomo che cerca di realizzare un’opera d’arte di estrema bellezza ma non ci riesce a causa del suo tormentato amore per una donna (che si ispira ad Eleonora Duse). Al romanzo fa da sfondo l’atmosfera decadente di Venezia.

Le Laudi e il periodo francese

Negli anni che stanno a cavallo fra il XIX e il XX secolo, D’Annunzio si dedica alla composizione delle Laudi: il tema fondamentale è la fusione del concetto del superuomo con la natura (= panismo). Inizialmente l’opera si doveva articolare in sette libri, ma solo cinque furono realizzati e di questi solo i primi tre costituiscono un insieme unico.

• Il primo libro si chiama Maia e trova l’ispirazione in un viaggio fatto in Grecia nel 1895. Il tema è quello della lode della bellezza della Grecia antica e quindi una lode alla vita e a tutto quanto è sensuale.

• Il secondo libro, intitolato Elettra, celebra i grandi personaggi del passato (da Dante a Giuseppe Verdi) e canta il carattere malinconico di alcune città italiane

• Il terzo libro, Alcyone, è il vero capolavoro. È una sorta di diario poetico di una vacanza estiva trascorsa in Versilia. I temi sono la fusione dell’io con la natura (= panismo), i miti classici della bellezza e la ricerca della musicalità della parola

Gli ultimi due libri, invece, hanno un carattere nazionalistico e retorico con riferimento alla conquista della Libia e vi si trovano anche dei testi poetici scritti durante la 1.a guerra mondiale

Verso il 1904, il legame con Eleonora Duse si esaurisce e D’Annunzio si lega con altre donne. Sempre più preso da debiti, decide di rifugiarsi Francia dove resterà cinque anni, come dice lui “in volontario esilio”. Qui scrive delle opere brevi e si occupa anche di scrivere la sceneggiatura di un film.

Il ritorno in Italia e la guerra

Nel 1915, D’Annunzio rientra in Italia dalla Francia. È il momento del dibattito per entrare o non in guerra e il poeta, mettendosi in mostra per le sue idee interventiste, con i suoi violenti discorsi attira la folla e l’opinione pubblica. Decide di arruolarsi come volontario nell’esercito ma un incidente ad un occhio lo costringe ad una cecità temporanea. Durante la lunga convalescenza, scrive Notturno. Guarito, nel 1918 si rende protagonista di due episodi di portata internazionale:

• la beffa di Buccari: egli guida tre motoscafi per silurare una corazzata austriaca ancorata in una baia della Dalmazia

• volo su Vienna: sorvola Vienna, lanciando sulla città dei volantini tricolori

L'impresa di Fiume e il ritiro

Al termine della Prima Guerra Mondiale, deluso dal fatto che il Trattato di Versailles non avesse concesso all’Italia i territori promessi, D’Annunzio sostiene l’idea secondo la quale l’Italia ha conseguito la vittoria, ma tale vittoria è “mutilata” perché non ha avuto né Fiume, né la Dalmazia, cedute, invece, all’Jugoslavia. Per questo motivo, l’11 settembre del 1919, con un atto di forza, occupa Fiume ed in nome del popolo italiano, proclama la Reggenza Italiana del Carnaro. In Italia, i sostenitori del nazionalismo approvarono questa impresa che però ha una corta durata perché l’esercito italiano intervenne e nel 1920, dopo 4 giorni di lotta, i soldati di D’Annunzio, chiamati legionari, si devono ritirare e abbandonare Fiume.

Il rapporto con il Fascismo e gli ultimi anni

Nel 1921, D’Annunzio decide di ritirarsi in una specie di volontario isolamento nella sua villa di Gardone Riviera, sul lago di Garda. La villa, che fu chiamata in seguito Il Vittoriale degli Italiani, raccoglieva e raccoglie tutt’ora tutta la documentazione delle imprese del poeta. In Italia è il momento in cui il Fascismo, con Mussolini, arriva al potere.

Il rapporto di D’Annunzio con il Fascismo non è chiaro. Ufficialmente, celebra la conquista coloniale dell’Etiopia, sostiene Mussolini e questo gli permette di ottenere un sostegno finanziario. Tuttavia, egli non si è mai schierato apertamente a Favore del Fascismo, anzi in alcune conversazioni private, egli manifesta una certa forma di disprezzo nei confronti dell’opera del Duce. Da parte sua, Mussolini lo fa controllare continuamente dalle spie, perché, pur considerandolo apertamente il poeta della patria, in realtà ha paura della forte influenza che la sua personalità potrebbe avere sul popolo

Dal 1927 al 1936, D’Annunzio mette in ordine tutta la sua produzione letteraria e nel 1935 pubblica il Libro segreto, che costituisce la sua autobiografia. Da questo momento in poi, egli trascorre la sua vita sempre più isolato da tutti e muore nel 1938.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono stati i primi successi letterari di D'Annunzio?
  2. D'Annunzio ha ottenuto i suoi primi successi letterari con la raccolta di poesie "Primo vere" e successivamente con "Canto novo" e "Terra vergine", che hanno consolidato la sua fama grazie ai temi sensuali ed erotici.

  3. Come ha influenzato il concetto di "superuomo" la produzione di D'Annunzio?
  4. Il concetto di "superuomo", ispirato da Nietzsche, ha influenzato D'Annunzio nella creazione di personaggi eccezionali che perseguono la volontà di potenza, come nei romanzi "Il trionfo della morte" e "Le vergini delle rocce".

  5. Qual è stato il ruolo di Eleonora Duse nella vita di D'Annunzio?
  6. Eleonora Duse ha avuto un ruolo significativo nella vita di D'Annunzio, ispirandolo nella sua produzione teatrale e consolidando il concetto di superuomo, oltre a condividere con lui una vita lussuosa e piena di debiti.

  7. In che modo D'Annunzio ha partecipato alla Prima Guerra Mondiale?
  8. Durante la Prima Guerra Mondiale, D'Annunzio si è distinto per le sue idee interventiste e ha partecipato attivamente con episodi come la "beffa di Buccari" e il "volo su Vienna", dimostrando il suo patriottismo.

  9. Qual è stato il rapporto di D'Annunzio con il Fascismo?
  10. Il rapporto di D'Annunzio con il Fascismo è stato ambiguo; ufficialmente ha sostenuto Mussolini, ottenendo benefici finanziari, ma in privato ha espresso disprezzo per il regime, mentre Mussolini lo teneva sotto controllo per la sua influenza sul popolo.

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