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Concetti Chiave

  • Il Corbaccio di Boccaccio è un'opera in prosa del 1366, caratterizzata da una forte impronta misogina, influenzata dalla Satira di Giovenale e dalla Posteritati di Petrarca.
  • L'opera rappresenta un ribaltamento della poetica di Boccaccio rispetto alle sue opere giovanili, in cui la donna era vista come musa, a differenza della visione negativa presente nel Corbaccio.
  • Il racconto narra l'amore del protagonista, Boccaccio stesso, per una vedova che lo rifiuta, spingendolo a una vendetta descritta attraverso un sogno allegorico.
  • Il Corbaccio evidenzia un cambiamento di Boccaccio verso temi più elevati e filosofici, ritrattando la passione amorosa esaltata nelle sue opere precedenti.
  • L'opera ha un intento didascalico e allegorico, mostrando come l'amore porti perdita di lucidità, con Boccaccio che mira all'elevatezza della gloria letteraria anziché spirituale.
In questo appunto di italiano per le scuole viene compiuta un’analisi dell’opera in prosa Corbaccio, scritta da Giovanni Boccaccio dopo il Decameron.
Analisi del Corbaccio di Boccaccio: misoginia e ritrattazione letteraria articolo
Corbaccio - Giovanni Boccaccio
L’opera Corbaccio è stata scritta da Giovanni Boccaccio nel 1366, quando il letterato toscano aveva ormai raggiunto la maturità artistica. Le opere scritte dopo il Decameron vedono un ribaltamento della poetica e dei temi trattati da Boccaccio del Corbaccio, che è un’opera in prosa, scritta in volgare.

Boccaccio dice che è un trattato, ma in realtà ricorda di più il vituperium (che avevamo trovato nella poesia comico realistica) che in questo caso è contro le donne. C’è quindi una profonda impronta misogina e le fonti sono: la Satira contro le donne di Giovenale (spietatissima) e la Posteritati di Petrarca, in cui ad un certo punto diceva di rifiutare e allontanare l’amore sensuale. Anche Lucrezio aveva scritto nel De Rerum Natura (che è la sua opera principale) una parte contro le donne, ma gli umanisti del medioevo non l’avevano ancora riscoperta, quindi sicuramente non ha influenzato Boccaccio. Non si sa esattamente a cosa si riferisca il titolo: il riferimento più semplice sarebbe al corvo del malaugurio, al corvaccio, perché si augura tutto il male alle donne, ma anche al curbascio, un particolare frustino, che lui intendeva contro le donne. Oppure può essere un’allusione alla vedova di cui parla, che è un corvo perché porta male agli uomini che incontra. Oppure potrebbe essere un riferimento ad un’abitudine del corvo, che toglie ai cadaveri gli occhi e il cervello. Sarebbe allora un’allusione all’Amore, che acceca e fa uscire di senno gli innamorati. O ancora potrebbe essere un riferimento alla parola spagnola “corbacio”, che indica una frusta, una sferza, e fa riferimento al carattere sferzante dell’opera. Il fine dell’opera per Boccaccio è quello di compiere un viaggio verso la sapienza, che secondo il letterato poteva essere raggiunta solo se si rinunciava alla carnalità amorosa. Questo trattato in prosa fa parte di un filone satirico che parte da San Girolamo. La misoginia e la misantropia sono i cardini di quest’opera, ciò sta a indicare un ribaltamento verso ciò di cui scriveva Boccaccio nelle prime opere, del modo in cui lui parlava delle donne e dell’amore, sappiamo infatti che nelle opere giovanili la donna era la musa e la fonte della sapienza, qui invece la donna è vista come un essere che porta solo negatività così come il corvo.
per un ulteriore approfondimento sulla poetica di Boccaccio vedi anche qua
Analisi del Corbaccio di Boccaccio: misoginia e ritrattazione letteraria articolo

Temi e analisi dell’opera

L’argomento dell’opera è l’amore provato dal protagonista, che è Boccaccio stesso, per una vedova, che però non lo corrisponde e anzi si fa gioco di lui, spingendolo così alla vendetta. Lui racconta allora un sogno, in cui si smarrisce in una selva orribile, nella quale gli uomini che subivano la seduzione femminile vengono trasformati in animali, e soprattutto in porci (riferimento a Circe). Questa selva viene definita anche “Porcile di Venere”. In questa selva lui viene soccorso dall’ombra del marito defunto della vedova, che gli si offre come guida (parodia della Divina Commedia) e gli mostra la vera natura delle donne. Gli in maniera anche molto realistica, parla del carattere fisico e morale della donna di cui si era innamorato (per farla cadere ai suoi occhi) e poi delle donne in generale. Boccaccio arriva allora alla conclusione che l’amore non si addice a lui, sia per la sua età ormai matura che per la sua professione di letterato. Questa opera è importante, perché è una “palinodia” che significa “ritrattazione”. Ritrattare vuole dire screditare quello che si è detto o fatto precedentemente. Boccaccio infatti ritratta l’importanza della passione amorosa che tanto aveva esaltato in tutte le opere precedenti ed esprime chiaramente il desiderio di dedicarsi a opere e argomenti più nobili ed elevati, filosofici e umanistici. C’è stata infatti l’influenza di Petrarca e il Corbaccio rappresenta proprio la volontà di screditare le donne, di screditare l’amore, di ritrattare ciò che aveva detto nelle altre opere per dedicarsi ad argomenti più elevati. L’opera ha quindi un intento anche didascalico e allegorico, perché vuole mostrare come l’amore trasformi in animali e faccia perdere la lucidità. Tuttavia Boccaccio non sta tornando al moralismo religioso medievale, perché per lui bisogna sì elevarsi, ma non verso Dio. L’elevatezza non è spirituale, non è verso il cielo, ma è l’elevatezza della gloria letteraria e del rigore degli studi. Boccaccio vuole elevarsi non per arrivare a Dio, ma vuole elevarsi nella sua attività letteraria, dedicandosi a opere filosofiche, filologiche, rigorose, che gli possano dare una maggiore gloria letteraria. Il suo è allora un ascetismo letterario, cioè un ritiro della rappresentazione a livello letterario delle passioni. L’allontanarsi dalla passioni per Petrarca è funzionale non alla preghiera, ma a raggiungere un tipo di letteratura diverso: filosofico, morale, filologico.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale dell'opera "Corbaccio" di Giovanni Boccaccio?
  2. Il tema principale dell'opera "Corbaccio" è l'amore non corrisposto e la vendetta del protagonista, che è Boccaccio stesso, nei confronti di una vedova che si fa gioco di lui, portandolo a una riflessione critica e misogina sulle donne.

  3. Quali sono le fonti che hanno influenzato Boccaccio nella scrittura del "Corbaccio"?
  4. Le fonti che hanno influenzato Boccaccio includono la "Satira contro le donne" di Giovenale e la "Posteritati" di Petrarca, che rifiuta l'amore sensuale. Tuttavia, non è stato influenzato da Lucrezio, poiché il suo "De Rerum Natura" non era ancora stato riscoperto dagli umanisti medievali.

  5. Qual è il significato del titolo "Corbaccio"?
  6. Il titolo "Corbaccio" potrebbe riferirsi al corvo del malaugurio, al curbascio (un frustino), o alla vedova descritta come un corvo. Potrebbe anche alludere alla parola spagnola "corbacio", che indica una frusta, riflettendo il carattere sferzante dell'opera.

  7. Come si differenzia il "Corbaccio" dalle opere precedenti di Boccaccio?
  8. Il "Corbaccio" rappresenta un ribaltamento rispetto alle opere precedenti di Boccaccio, che esaltavano la donna come musa e fonte di sapienza. In quest'opera, invece, la donna è vista negativamente, e Boccaccio ritrattare l'importanza della passione amorosa per dedicarsi a temi più elevati e filosofici.

  9. Qual è l'intento didascalico e allegorico del "Corbaccio"?
  10. L'intento didascalico e allegorico del "Corbaccio" è mostrare come l'amore possa trasformare gli uomini in animali e far perdere la lucidità. Boccaccio non mira a un'elevazione spirituale verso Dio, ma a una gloria letteraria e al rigore degli studi, rappresentando un ascetismo letterario.

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