I materiali pubblicati sul sito costituiscono rielaborazioni personali del Publisher di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni e lo studio autonomo di eventuali testi di riferimento in preparazione all’esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell’università attribuibile al docente del corso.
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Appunti degli studenti per corsi ed esami del Prof. Rollo Dolores

Il temperamento è un concetto per il quale troviamo molteplici definizioni in quanto il suo studio ha lontane origini. Possiamo definirlo come l’insieme delle differenze individuali precoci, a base biologica, osservabili nel comportamento dell’individuo, stabili nel tempo e nelle situazioni, ma nonostante ciò suscettibili all’influenza dell’esperienza e dell’ambiente esterno. Quando si effettua lo studio del temperamento si fa riferimento a tre importanti livelli di analisi: i livelli di descrizione, i domini e gli approcci. I livelli di descrizione fanno riferimento agli aspetti dell’individuo che vengono indagati. Questi sono i comportamenti osservabili, le differenze neurologiche e i fattori costituzionali. I domini fanno riferimento alle aree all’interno delle quali si manifestano le varie caratteristiche individuali. Esse sono le emozioni, l’attenzione e l’attività motoria. Invece, gli approcci si riferiscono al punto di vista dell’osservatore, infatti, lo studio del temperamento può riferirsi all’individuo o all’interazione tra esso e l’ambiente. Rispetto alle teorie sul temperamento, ricordiamo che le prime teorie a partire dalla fine dell’800 enfatizzarono soprattutto l’importanza della componente biologica nel comportamento umano. Successivamente, a partire dal 900, fiorirono nuovi approcci teorici che indagarono il temperamento infantile, collegando tale concetto a quello di adattamento, e quindi dando importanza non più soltanto ai fattori biologici, ma anche alla componente ambientale. Inoltre, grazie a diversi contributi sono stati creati diversi strumenti per osservare e valutare il temperamento, in particolare abbiamo: i questionari, l’osservazione in contesti naturali e in laboratorio e le scale di sviluppo. Per Teoria della mente, invece, intendiamo la capacità umana di attribuire stati mentali al proprio sé e agli altri. L’età di 3-4 anni è definita come termine cronologico per ritenere che il bambino abbia acquisito la Teoria della Mente. Ma è possibile rintracciare ancora prima di questa età alcune competenze infantili adeguate a configurarsi come precursori delle più complesse capacità mentalistiche. I precursori delle Teoria della Mente compaiono solitamente in contemporanea tra i 18 e i 20 mesi di vita del bambino e sono i seguenti: • la joint attention: ossia, la capacità di comprendere e di coordinare l’attenzione sociale; • l’imitazione: ossia, un meccanismo sociale utile per apprendere informazioni rispetto alle persone; • il gioco simbolico: ossia, la sospensione dell’uso di un oggetto come entità reale per attribuirli un altro significato sulla base della finzione; • il gesto di indicazione: una forma di comunicazione per-verbale, che il bambino utilizza per influenzare il comportamento dell’altro; • l’autoriconoscimento: ossia, la presa di coscienza da parte del bambino del proprio sé. Per valutare la relazione tra il Temperamento e lo sviluppo della Teoria della Mente abbiamo effettuato una ricerca longitudinale. L’obiettivo principale della ricerca è stato appunto quello di valutare tale rapporto ed inoltre ci siamo domandati se la percezione materna e paterna rispetto al temperamento del bambino sia uguale o differente, quale percorso evolutivo hanno seguito i precursori della Teoria della Mente, in maniera specifica il gesto di indicazione e il riconoscimento allo specchio, che abbiamo indagato e se tra le misure rilevate esiste una relazione.
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Appunti completi e rielaborati della prima parte del programma d'esame di Psicologia dello Sviluppo, in aggiunta alle slide usate durante le lezioni. Oltre all'introduzione alla materia, viene analizzato nel dettaglio lo studio scientifico dello sviluppo, la nascita, lo sviluppo motorio e psichico, gli approcci allo sviluppo cognitivo, l'approccio all'elaborazione delle informazioni, l'approccio psicometrico e il linguaggio. In aggiunta, sono presenti schemi riassuntivi per facilitare la comprensione dei concetti più complessi.
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Appunti di Laboratorio di deontologia basati su appunti personali del publisher presi alle lezioni della prof. Rollo, dell’università degli Studi di Modena e Reggio Emilia - Unimore, facoltà di Scienze della formazione - Reggio Emilia. Scarica il file in formato PDF!
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Riassunto per l'esame di Psicologia dello Sviluppo, basato su appunti personali e studio autonomo del testo consigliato dal docente Dolores Rollo (Psicologia dello Sviluppo, Santrock, III edizione, Mc Graw Hill) + integrazione basata sulle slides professoressa. Gli argomenti trattati sono i seguenti: - Introduzione - Lo studio scientifico dello sviluppo infantile - Dagli inizi biologici alla nascita - Sviluppo fisico, motorio e percettivo - Cognizione e linguaggio - Approccio dell'elaborazione delle informazioni - Approccio psicometrico (solo paragrafo 7.1.3) - Lo sviluppo del linguaggio - La scuola (no paragrafo 14.2) - + integrazione slides prof
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Appunti di psicologia dello sviluppo con glossario dell'esame basati su appunti personali del publisher presi alle lezioni della prof.ssa Rollo dell’università degli Studi di Modena e Reggio Emilia - Unimore, facoltà di scienze della formazione. Scarica il file in formato PDF!
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Appunti di psicologia dello sviluppo. Viene descritta la teoria di Piquet, il contributo di Vygotskij. Il condizionamento classico di Pavlov e il condizionamento operante di Skinner e infine la teoria di Bronfenbrenner. Scarica il file in formato PDF!
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