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SVILUPPO MOTORIO

● La teoria dei sistemi dinamici

Arnold Gesell scoprì che i neonati e i bambini imparano a rotolarsi, a sedersi, a stare in piedi e a compiere altre azioni motorie

secondo un ordine fisso e in specifici periodi di tempo. Secondo l’autore queste osservazioni dimostrano che lo sviluppo

motorio avviene attraverso il manifestarsi di un piano genetico, cioè della maturazione.

Tuttavia, studi più recenti hanno dimostrato che le tappe di questo sviluppo non sono così fisse e non sono tanto legate a

fattori ereditari come Gesell ha sostenuto.

Una delle teorie sempre più influenti nel panorama di studi e ricerche sullo sviluppo motorio, è quella dei sistemi dinamici,

proposta da Esther Thelen. Secondo la teoria dei sistemi dinamici, i neonati accostano le capacità motorie al fine di percepire

e agire. Secondo questa teoria infatti percezione e azione si presentano in coppia → bambini devono percepire qualcosa nel

loro ambiente che li motivi ad agire e a usare le loro percezioni per affinare i propri movimenti.

Il nuovo comportamento (messo in atto dai bambini motivati) è il risultato di vari fattori combinati: lo sviluppo del sistema

nervoso, le proprietà fisiche del corpo e le sue possibilità di movimento, l’obiettivo che motiva l’attività del bambino e il

sostegno presente nel contesto per il raggiungimento dell’obiettivo.

Il bambino affina i movimenti sono dopo cicli di ripetizione della stessa azione e della percezione delle conseguenze

dell’azione.

Secondo la teoria dei sistemi dinamici, anche le tappe più universali (es: gattonare) vengono apprese attraverso questo

processo di adattamento: i neonati modificano le loro modalità di movimento per aderire a un nuovo compito esplorando e

selezionando le possibili diverse varianti. → visione sistemica applicata all’attività motoria.

La teoria dei sistemi dinamici sostiene che lo sviluppo motorio non sia un processo passivo nel quale i geni determinano lo

sviluppo di una sequenza di abilità nel corso del tempo. Piuttosto, il neonato crea attivamente un'abilità per raggiungere un

obiettivo all'interno dei limiti determinati dal corpo e dall'ambiente del bambino.

● Riflessi

Il neonato è dotato di alcuni riflessi fondamentali. I riflessi sono reazioni istintive a degli stimoli; controllano i movimenti del

neonato, che sono automatici e al di fuori del controllo del neonato stesso. I riflessi sono meccanismi di sopravvivenza

geneticamente tramandati che permettono ai bambini di rispondere al loro ambiente attraverso l'adattamento prima ancora di

cominciare ad apprendere.

A questo proposito, i riflessi di rooting (o dei punti cardinali) e di suzione sono esempi importanti.

Il riflesso di rooting avviene quando si accarezza la guancia di un bambino o un lato della sua bocca. In risposta, il neonato si

gira dalla parte in cui è stato toccato in uno sforzo evidente di trovare qualcosa da succhiare.

Il riflesso di suzione avviene quando i neonati cominciano a succhiare automaticamente un oggetto che è stato loro messo in

bocca. Questo riflesso permette di trarre nutrimento prima ancora di aver associato un capezzolo al cibo. La suzione serve

anche come meccanismo di auto-rassicurazione e auto-regolazione.

Un altro esempio è il riflesso di Moro che avviene in risposta a un suono o a un movimento improvviso e intenso. Quando è

spaventato, il neonato arcua la schiena, getta indietro la testa e tende braccia e gambe verso l'esterno. Dopodichè il neonato

ritrae velocemente gli arti. Il riflesso di Moro è visto come un tentativo di afferrare un sostegno durante una caduta.

Alcuni riflessi, come tossire, strizzare gli occhi e sbadigliare, persistono tutta la vita. Altri riflessi, invece, spariscono dopo

alcuni mesi dalla nascita con la maturazione del cervello del bambino e con lo sviluppo del controllo volontario di molti

comportamenti. I riflessi di rooting, di suzione e di Moro, per esempio, tendono tutti a scomparire entro i 3 o 4 mesi di età.

I movimenti insiti in alcuni riflessi vengono incorporati con il tempo in azioni volontarie più complesse. Un esempio

importante di questo meccanismo è il riflesso di prensione (grasping) che avviene quando qualcosa viene a contatto con il

palmo delle mani del neonato. Il bambino risponde stringendo fortemente la mano attorno a ciò che lo tocca. Entro la fine del

terzo mese di età il riflesso di prensione diminuisce e il bambino mostra una capacità di afferrare più volontaria.

● Abilità grosso-motorie

Sollevare la loro testa, gattonare, afferrare oggetti, sono tutti esempi di abilità grosso-motorie, cioè abilità che comportano

ampie attività muscolari.

Lo sviluppo della postura

Il requisito fondamentale delle abilità grosso-motorie è quello di un controllo posturale. Per esempio, per seguire oggetti in

movimento bisogna essere in grado di controllare la propria testa per poter stabilizzare il proprio sguardo. La postura è un

processo dinamico legato alle informazioni sensoriali provenienti dai segnali della pelle, delle articolazioni e dei muscoli che ci

dicono dove siamo rispetto allo spazio; dagli organi vestibolari dell'orecchio interno che regolano il senso dell'equilibrio; dalla

vista e dall'udito.

Entro i 2 mesi di vita i bambini possono sedersi sulle gambe di qualcuno o su un seggiolone, ma non riescono a sedersi

indipendentemente fino ai 6 o 7 mesi. Compiuti gli 8 mesi i bambini generalmente imparano a sollevarsi tenendosi a una

sedia e molti riescono a stare in piedi da soli anche a 10 o 12 mesi.

Imparare a camminare

La locomozione e il controllo posturale sono intimamente legati, specialmente per quanto riguarda il camminare eretti. Già

da

molto piccoli, le vie neurali che controllano l'alterna delle gambe sono formate ed è possibile che questo avvenga persino alla

nascita, o anche prima.

Uno studio ha rivelato che bambini di soli 3 giorni adattano il loro modo di scalciare all’input visivo (più scalci quando

l’immagine è in movimento sotto i loro piedi). Questo studio ha dimostrato il concetto chiave dell’accoppiamento di

percezione e azione nella teoria dei sistemi dinamici. I bambini scalciano frequentemente quando sono distesi sulla schiena nei

primi sei mesi di vita. Persino a 1-2 mesi se i loro piedi vengono messi a contatto con un tapis roulant meccanico, i bambini

compiono passi alternati ben coordinati.

La capacità fondamentale per imparare a camminare è quella di riuscire a stabilire l’equilibrio su una gamba sola abbastanza a

lungo per poter portare avanti l’altra gamba e allo stesso momento spostare il peso su di essa senza cadere → i bambini

impiegano circa 1 anno per mettere in pratica questo movimento biomeccanico.

Nell'apprendimento della locomozione, i bambini imparano anche quali tipi di spazi e di superfici siano più sicuri Karen

Adolph ha analizzato i modi in cui bambini gattonatori esperti e non esperti e bambini che già camminano, scendono lungo

delle ripide discese. Dopo settimane di pratica, con l'esperienza, sia i gattonatori, sia i camminatori impararono a evitare le

discese rischiose dove sarebbero caduti, integrando le informazioni percettive con lo sviluppo di un nuovo comportamento

motorio. Una conclusione importante che deriva dallo studio di Karen Adolph rimanda alla specificità dell'apprendimento →

l'idea che gli infanti che hanno esperienza con una modalità di locomozione (es: gattonare) non sembrano rendersi conto dei

pericoli connessi con un'altra modalità di locomozione. La ricerca, inoltre, fa vedere l'importanza dell'accostamento percettivo-

motorio nello sviluppo delle capacità motorie. Infine, mostra che la pratica è molto importante nello sviluppo di nuove abilità

motorie.

Il primo anno: tappe dello sviluppo motorio

La sequenza temporale delle tappe per imparare a camminare con facilità, specialmente delle ultime, può variare di 2 o 4

mesi e le esperienze possono cambiare i movimenti iniziali di tali conquiste.

Inoltre, alcuni bambini non seguono la sequenza standard delle conquiste motorie. Capita per alcuni bambini che non

adottino nessun'altra forma prima di riuscire a stare dritti in piedi.

Secondo Karen Adolph e Sarah Berger i neonati acquisiscono nuove capacità attraverso l'aiuto di chi li cura in un mondo reale

fatto di oggetti, superfici e piani.

Lo sviluppo nel secondo anno d'età

Nel secondo anno di vita, i bambini diventano più capaci e mobili dal punto di vista motorio. Non si accontentano più dei loro

box e vogliono muoversi dappertutto. Gli esperti dello sviluppo dei bambini pensano che l'attività motoria, durante il secondo

anno, sia vitale per uno sviluppo corretto del bambino e che dovrebbe essere posto il numero minore di restrizioni alle loro

avventure, eccetto che per ragioni di sicurezza.

Entro i 13-18 mesi, i bambini riescono a tirare un giocattolo attaccato a un filo e a usare le loro mani e gambe per salire dei

gradini. Entro i 18-24 mesi riescono a camminare velocemente o correre goffamente lungo piccole distanze, rimanere in

equilibrio sui loro piedi in posizione rannicchiata mentre giocano con degli oggetti sul pavimento, camminare all'indietro

senza perdere l'equilibrio, calciare un pallone stando in piedi senza cadere, lanciare una palla stando in piedi e saltare sul

posto.

La maggior parte degli esperti dell'infanzia si esprime negativamente rispetto alle lezioni di ginnastica strutturate per i

bambini. Esistono, tuttavia, altri modi di guidare lo sviluppo motorio dei bambini.

Variazioni culturali nella guida allo sviluppo motorio dei bambini

Le madri nei paesi in via di sviluppo tendono a stimolare le capacità motorie dei loro bambini maggiormente rispetto alle

madri nei paesi più moderni. Le madri giamaicane e del Mali, per esempio, massaggiano regolarmente i loro bambini e

allungano le loro braccia e le loro gambe.

Tuttavia, quando l'attività motoria dei bambini è ristretta o viceversa, molti bambini raggiungono ugualmente le tappe dello

sviluppo motorio a un'età media.

Età prescolare e scolare

A 3 anni i bambini gradiscono compiere semplici movimenti come saltare, saltare su una gamba, correre avanti e indietro,

mostrando con piacere le loro abilità. A 4 anni i bambini ancora traggono divertimento dallo stesso tipo di attività, ma

diventano più avventurosi. Si arrampicano su piccoli percorsi a ostacoli, mettendo in mostra la loro prodezza atletica.

Nonostante già da tempo riescano a salire le scale con un piede solo per gradino, sono solo all'inizio nell'apprendimento della

stessa tecnica nello scendere le scale. A 5 anni, il loro spirito d'avventura aumenta ulteriormente rispetto all'anno prima.

Corrono veloci e piace loro gareggiare con altri bambini e c

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
94 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Bargii di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof Rollo Dolores.