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Appunti di Lettere e filosofia - Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Esame Filosofia teoretica

Facoltà Lettere e filosofia

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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. La frammentazione della religione cristiana con Lutero sollecitò una riflessione filosofico-culturale. La discussione nasceva dalla constatazione di guerre e discordie pur nell'unica religione universale. Dal tema della religione rivelata si passò al tema della religione naturale e della religione razionale. I filosofi cercavano di collegare la religione alla ragione. Già Cartesio nel '600 aveva sosteneva che non bisognava dimostrare l'esistenza di dio mediante la rivelazione ma con la ragione. Cartesio, Galilei e altri cominciarono a separare la scienza dalla religione.
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Esame Filosofia teoretica

Facoltà Lettere e filosofia

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4,7 / 5
Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. Nel dibattito sei-settecentesco sulla religione, in Inghilterra Locke introdusse il concetto di religione razionale: nell'opera "La ragionevolezza del Cristianesimo quale risulta nelle scritture", Locke sosteneva che il Cristianesimo si doveva vagliare attraverso la ragione e che se ne dovevano accettare solo gli aspetti razionali, rifiutando quelli non conformi alla ragione. Nei Vangeli si trova infatti un nucleo di principi morali che si possono trovare anche con la ragione. Nell'Epistola sulla tolleranza, Locke introdusse invece il tema del pluralismo religioso.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. In alternativa alla religione rivelata, fondata sui testi sacri, dal '600 si affermano la religione naturale e la religione razionale. La religione naturale non parte dai testi sacri ma dalla natura: la nostra ragione ci porta a credere che esista un dio creatore della natura, altrimenti non si spiegherebbe l'esistenza della natura. Secondo la religione naturale dunque esiste un dio che ha creato la natura. Secondo la religione razionale invece esiste un dio che ha dato all'uomo la ragione per trovare i principi morali.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. Rispetto alle tre posizioni coeve sulla religione - rivelata, razionale, naturale -, Hume prende le distanze. Hume è il primo pensatore che esplicitò che si può vivere senza religione. Nelle sue prime opere trattò solo indirettamente il tema della religione e propose una filosofia radicale e moderna perché in essa non è presente alcun riferimento diretto al dio. Si occupò invece direttamente di religione nei Dialoghi sulla religione naturale e nella Storia naturale della religione.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. Nei Dialoghi sulla religione naturale e nella Storia naturale della religione, Hume si occupa della religione naturale e confuta i due principali argomenti con cui si volevano dimostrare la natura e l'esistenza di dio: l'argomento a priori, che era stato proposto da S. Anselmo e riproposto da Cartesio, e l'argomento a posteriori, il cui primo esponente fu Locke. Tuttavia Hume non nega l'esistenza di dio, ma solo la possibilità di dimostrarla. Per Hume la religione è un fatto naturale che nasce come fenomeno politeista dai bisogni secondari, ed è un fenomeno che può essere spiegato solo dal punto di vista storico-naturale come un susseguirsi di credenze.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. Nel Saggio sui miracoli, Hume sosteneva che la nostra conoscenza si basa unicamente sull'esperienza. Un miracolo è la violazione delle leggi della natura e viene ripostato sempre da testimonianze di ambito popolare. Tutte le religioni parlano di miracoli ma non esiste alcuna testimonianza che abbia più valore delle leggi di natura.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. Nel saggio Di una particolare provvidenza e di uno stato futuro, Hume affronta il problema della validità dell'argomento del progetto. Secondo Hume il miglior fondamento della fede è lo scetticismo, dunque l'analogia tra la costruzione delle cose del mondo da parte di autori umani e la creazione dell'universo da parte di un artefice divino non funziona perché non rispetta un criterio di proporzionalità, in quanto paragona effetti finiti, i prodotti umani, e cause finite, gli uomini, da un lato e un prodotto infinito, l'universo, e una causa infinita, dio, dall'altro. Finito e infinito non sono proporzionali tra loro.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. Nei Dialoghi sulla religione naturale Hume si occupa del tema di dio inteso come causa e origine del mondo, analizza le posizioni più raffinate del suo tempo su questo tema e arriva a concludere che non è possibile avere l'idea di dio, né dimostrarne l'esistenza, né conoscerne la natura. La fede dunque è un fatto esclusivamente personale che rientra nella sfera del sentimento: ciascuno è libero di credere nel suo dio. Si tratta di una conclusione letale per le religioni costituite.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. I Dialoghi sulla religione naturale di Hume è un'opera strutturata sotto forma di dialogo tra intellettuali, divisa in dodici parti, sul tema dell'esistenza di dio. Nella prima parte c'è la presentazione dei personaggi, Cleante, Demea e Filone; nelle parti seconda e terza la dimostrazione dell'esistenza di dio mediante l'argomento a posteriori; nelle parti quarta-ottava la confutazione di questo argomento; nella nona parte la dimostrazione dell'esistenza di dio mediante l'argomento a priori e la confutazione di questo argomento; nella parte decima è affrontato il problema della teodicea; nelle parti undicesima e dodicesima vengono esposte le conclusioni.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. Nella prima parte dei Dialoghi sulla religione naturale di Hume, Filone sostiene che ogni conoscenza parte dall'esperienza, mentre invece quando ci spingiamo al di là delle cose umane, nell'ambito della teologia, non possiamo più avvalerci dell'esperienza e del senso comune, e non sappiamo fino a che punto confidare nei nostri metodi di ragionamento. Il dialogo si pone sulla scia della filosofia di Platone, e presenta andamento discorsivo, colloquiale.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. La seconda parte dei Dialoghi sulla religione naturale di Hume si apre con l'affermazione da parte di Demea che non è in discussione l'esistenza di dio tra gli intellettuali, ma la natura di dio, che secondo Demea è incomprensibile e sconosciuta per le deficienze del nostro intelletto. La tesi estrema di Demea è che della natura di dio non si può dire né pensare nulla. Demea si richiama a Malebranche, filosofo francese, secondo il quale di dio non si può dire che cos'è, si può dire solo che non è materiale. Sul fatto che non si può dire nulla della natura di dio anche Filone concorda con Demea.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. Nella seconda parte dei Dialoghi sulla religione naturale di Hume, Cleante propone l'analogia tra prodotti umani e mente umana da un lato e tra universo e mente divina dall'altro. Si tratta di un argomento a posteriori che secondo Cleante dimostra l'esistenza la natura di dio: la mente divina sarebbe simile alla mente umana ma di capacità ben più vaste, vista la grandiosità della sua creazione.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. Nella seconda parte dei Dialoghi sulla religione naturale di Hume, Filone confuta l'argomento a posteriori, che secondo Cleante dimostrerebbe l'esistenza la natura di dio, e ne mostra le assurdità: bisogna procedere con prudenza nell'istituire analogie nel campo dell'esperienza; non bisogna dare eccessivo peso alla mente umana, che è solo una piccola parte dell'universo confinata al pianeta terra; per sostenere che l'universo abbia avuto origine da una mente simile a quella umana dovremmo aver avuto esperienza dell'origine dei mondi.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. Nella quarta parte dei Dialoghi sulla religione naturale di Hume, Cleante accusa Demea di dare adito agli scettici e agli atei sostenendo l'inconoscibilità di dio. Demea accusa a sua volta Cleante di antropomorfismo. Filone interviene a mettere in luce gli inconvenienti cui va incontro l'antropomorfismo di Cleante.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. Nella quinta parte dei Dialoghi sulla religione naturale di Hume, Filone mette in ridicolo le conseguenze dell'argomento di Cleante. Le nuove scoperte astronomiche dimostravano l'autosufficienza dei fenomeni dell'universo, che non necessitano del continuo intervento di dio, mentre le cose deperibili del mondo, che sono opera dell'uomo, necessitano di manutenzione. Le conseguenze dell'argomento a posteriori sono: rinuncia al carattere di infinità di dio; rinuncia al carattere di perfezione di dio; mancata attribuzione di tutti i meriti all'unico dio; rinuncia all'unicità di dio; teogonia; antropomorfismo.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. Nella sesta parte dei Dialoghi sulla religione naturale di Hume, Filone afferma che l'universo sembra essere un grande organismo animale, nel senso di essere animato. Il mondo è un essere animato e la divinità è l'anima che lo muove. Questo è un forte elemento di analogia con gli esseri umani, considerati sin dall'antichità come corpi animati da anime (Aristotele). Inoltre partendo dall'esperienza sono possibili tutti i sistemi: lo scetticismo, il politeismo, il monoteismo.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. Nella nona parte dei Dialoghi sulla religione naturale di Hume, Demea espone l'argomento a priori, così chiamato perché prescinde dall'esperienza e si fonda sulla logica. Questo argomento era pertanto considerato semplice ed evidente, come le dimostrazioni della matematica. Esso permetterebbe di dimostrare l'esistenza, l'infinità e l'unità di dio. Si basa sul fatto che se qualcosa esiste deve esistere anche una causa che sia appunto causa della sua esistenza.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. Già un secolo prima di Hume si era scoperta la non validità dell'argomento a priori: già Locke aveva aveva descritto la mente umana come una tabula rasa, dunque non può esserci nessuna argomentazione puramente a priori. Nella nona parte dei Dialoghi sulla religione naturale di Hume, Cleante mostra le contraddizioni dell'argomento a priori: esse vertono sui concetti di esistenza fattuale, necessità, materia, eternità, causa.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. Nella decima parte dei Dialoghi sulla religione naturale di Hume, Demea si associa alla posizione espressa da Filone alla fine della nona parte: ogni uomo avverte la verità della religione dentro di sé, come fatto personale legato alle risorse del sentimento, non del ragionamento. Poiché la religione si basa su paure e speranze dell'uomo, è l'uomo stesso che crea la religione.
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Questo appunto si riferisce al corso di Filosofia teoretica tenuto dal professor Franco Restaino. Nell'undicesima parte dei Dialoghi sulla religione naturale di Hume, Cleante sostiene che se abbandoniamo l'analogia tra dio e uomo viene meno anche la religione, perché non riusciamo più a formarci un'idea di dio. Se invece manteniamo l'analogia con l'uomo, poiché esiste il male nel mondo, non possiamo supporre che dio sia infinitamente perfetto, ma solo che sia finitamente perfetto. Questo è il problema della teodicea, ossia della presenza del male nel mondo da conciliare con l'esistenza di un dio buono.
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