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La seguente tesina di maturità descriveLa Seconda Rivoluzione industriale come un evento che si verificò intorno al 1870 nel Vecchio Continente europeo e negli Stati Uniti; essa si distinse soprattutto per l'intenso sviluppo delle comunicazioni. In questo periodo vi furono anche grandi invenzioni, come il motore che sostituì del tutto la vela nel settore della navigazione, le grandi linee ferroviarie inoltre erano in grado di collegare i Continenti, in modo tale da rendere più facili e accessibili gli spostamenti dell'uomo.
In chiave filosofica nella tesina è molto importante l'apporto dato dal tedesco Karl Marx, che criticava la filosofia hegeliana in molti suoi aspetti, infatti, egli sosteneva che Hegel subordinava la società civile allo Stato, che aveva una concezione giustificazionista della storia e lo accusava di invertire soggetto e predicato. Marx sostiene inoltre che il lavoratore non sia più un individuo e che, assoggettandosi al capitalismo, si alieni in misura sempre maggiore.
In ambito artistico molto interessante fu la produzione artistica di Giacomo Balla che si interessò a soggetti pittorici imbevuti di socialismo umanitario, i quali venivano rappresentati in alcune sue opere importanti, come: La giornata dell'operaio, Il mendicante, Fallimento. In questo periodo si affermò anche una nuova corrente artistica, ovvero quella futurista che si collocò nell'ambito della rivoluzione tecnologica dei primi anni del 1900. Il futurismo elogiava il progresso ed era contro le vecchie ideologie (passatismo).
Come testimonianza delle grandi innovazioni anche in campo scientifico, è possibile riscontrare i grandi successi effettuati dal mondo della fisica nell'ambito dell'elettromagnetismo. Nonostante i successi garantiti dai grandi processi di industrializzazione, il fenomeno dell'inquinamento ha causato gravi problemi al pianeta Terra; per esempio l'effetto serra ha causato nella troposfera un aumento della temperatura.
La Rivoluzione industriale inoltre ebbe dei grandi risultati dal punto di vista tecnologico soprattutto nell'era vittoriana e può anche essere descritta attraverso l'opera "Coketown" di Charles Dickens, in cui viene rappresentato un modello di città riflesso del periodo della Rivoluzione industriale. Il concetto dell'individuo, che Marx presentava come alienato dal lavoro, fu descritto anche da Pirandello che sosteneva che l'uomo nel corso della sua vita tendesse a cristallizzarsi in forme individuali, acquisendo una personalità ben definita.
Nell'antichità invece molto importante fu l'opera di Lucrezio, il "De rerum natura" in cui l'autore diede una definizione di anima intesa non come entità incorporea, ma come una combinazione casuale di atomi che termina di vivere insieme al corpo.
Storia: La Seconda Rivoluzione industriale.
Filosofia: Marx e il capitalismo.
Storia dell'arte: Giacomo Balla e il futurismo.
Fisica:
Geografia astronomica:
Inglese:
Italiano:
Letteratura latina: Il De rerum natura di Lucrezio.
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dell'analisi della merce, che ha valore d'uso che è si basa sulla qualità posseduta dalla merce in relazione
alla soddisfazione di qualche bisogno, ed un valore di scambio che è dato da tempo di lavoro sociale
necessario per produrla. Ma anche la forza-lavoro è una merce, che l'operaio vende sul mercato al
capitalista in cambio del salario. Però la forza-lavoro è una merce speciale,in quanto produce plusvalore. Se
ad esempio un operaio lavora dodici ore al giorno, di cui sei pagate so,o per la sua sussistenza, nelle
successive sei egli produce plusvalore, che il capitalista reinveste per non soccombere alla concorrenza,
acquistando nuovi macchinari produttivi. Cosi il capitale si concentrerà nelle mani di sempre meno persone,
causando l'aumento della povertà tra i lavoratori.
Storia dell'Arte:Giacomo Balla e il Futurismo
Giacomo Balla
Giacomo Balla (Torino, 18 luglio 1871 – Roma, 1 marzo 1958) è stato un pittore, scultore, scenografo e
autore di "paroliberi" italiano.
Fu fra i primi protagonisti del divisionismo italiano. La sua attività creativa fu molto intensa nei primi anni dieci
in termini di analisi sia del dinamismo sia della luce, giungendo nel 1915 ad una nuova fase di ricerca
pittorica fortemente sintetica. Divenne poi un esponente di spicco del Futurismo, firmando assieme a
Marinetti e gli altri futuristi, i manifesti che sancivano gli aspetti teorici del movimento.
Biografia
Già da adolescente Balla aveva dimostrato una predilezione per l'arte, avvicinandosi allo studio del violino,
passione che avrebbe poi abbandonato per accostarsi alla pittura e al disegno; nel frattempo il padre gli
trasmise la passione per la fotografia, iniziandolo ad una tecnica fondamentale per la sua formazione. Dopo
gli studi superiori, Giacomo decise di frequentare l'Accademia Albertina di Belle Arti dove conobbe Pellizza
da Volpedo, suo compagno di studi. Nei primi anni del novecento Balla cominciò quindi a dipingere quadri di
matrice Pointilliste, senza tuttavia seguire rigorosamente il programma scientifico di Seurat e Signac.
Nel 1895 Balla lasciò Torino per stabilirsi a Roma, dove avrebbe abitato per tutta la vita. Nella capitale egli fu
un avanguardista della nuova tecnica divisionista, trovando subito un buon seguito di allievi. Nel 1897 si
fidanzò con Elisa Marcucci, sorella di Alessandro, amico di Duilio Cambellotti.
Il 2 settembre del 1900 si recò a Parigi, dove rimase fino al marzo 1901 ospite dell'illustratore Serafino
Macchiati.
Nel 1903, tornato a Roma, conobbe alla Scuola libera del nudo Umberto Boccioni, Gino Severini e Mario
Sironi. Nacque così un legame tra Balla e Boccioni che li condusse verso strade diverse di ricerca sulla via
futurista. Nei primi anni romani Balla si interessò a soggetti imbevuti di socialismo umanitario con quadri
come: Il mendicante (1902), Fallimento (1902), La giornata dell'operaio (1904) ecc. Ne è testimonianza
l'amicizia con Giovanni Cena, assertore di un socialismo umanitario. Nel 1903 cominciò ad esporre alla
Biennale di Venezia; l'anno successivo sposò Elisa Marcucci.
Quando nel 1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblicò il primo Manifesto futurista, Balla, Boccioni, Carrà e
Russolo si presentarono dinnanzi all'autore per unirsi al movimento. Nel 1910 uscì il Manifesto dei pittori
futuristi con cui l'adesione era dichiarata. Fu questo un passo fondamentale per portare avanti quell'esigenza
di svecchiamento della cultura italiana, nonché per il mutamento pittorico di Balla. Da questa ricerca
nacquero le Compenetrazioni iridescenti del 1912 ma anche il famoso Dinamismo di un cane a guinzaglio,
che comunicava l'esigenza di un taglio netto col passato verso forme dinamiche di comunicazione, senza
trascurare tocchi di astrazione.
Nel 1909 espose al Salon d’Automne di Parigi sette dipinti, tra cui i quattro elementi del Polittico dei viventi.
L'11 aprile 1910 assieme a Boccioni, Carrà, Russolo e Severini firmò Il manifesto tecnico della pittura
futurista con cui dichiarava apertamente la propria adesione al movimento. Dipinse poi Villa Borghese,
polittico a quindici pannelli separati, come quadro per le esposizioni futuriste, che però sarebbe stato rifiutato
dai compagni.
Negli anni della guerra mondiale Balla perseguì l'idea di un'arte totale. E specie dopo la morte di Boccioni nel
1916 egli fu il protagonista indiscusso del movimento. Le sue idee sono esposte in queste parole: «Noi
futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l'universo rallegrandolo,
cioè ricreandolo integralmente.» Progettò infatti le scene per Feu d'artifice di Igor Stravinsky nel 1917,
balletto che andò in scena al Teatro Costanzi di Roma. Creò anche arredi, mobili, suppellettili e partecipò
anche alle sequenze del film Vita futurista presenziando assieme a Marinetti alle riprese.
Nell'ottobre del 1918 pubblicò il "Manifesto del colore", dove analizzò il ruolo del colore nella pittura
d'avanguardia.
Nell'ambito della sua adesione al futurismo, che Balla portò avanti senza sosta, si ricorda che nel 1926 egli
scolpì una statuetta con la scritta alla base "Sono venuto a dare un governo all'Italia". L'opera fu consegnata
direttamente a Mussolini, il quale gradì. Nel 1937 però Balla scrisse una lettera al giornale "Perseo" con la
quale si dichiarava estraneo alle attività futuriste. Da quel momento Balla fu accantonato dalla cultura
ufficiale, sino alla rivalutazione nel dopoguerra delle sue opere e di quelle futuriste in genere.
Futurismo
Il Futurismo è stata una corrente artistica italiana del XX secolo. Nello stesso periodo, movimenti artistici
influenzati dal futurismo si svilupparono in altri Paesi, soprattutto in Russia.
I futuristi esplorarono ogni forma artistica, dalla pittura alla scultura, in letteratura riguardo alla poesia e al
teatro, ma non trascurarono neppure la musica, l'architettura, la danza, la fotografia, il nascente cinema e
persino la gastronomia.
Anche se si possono osservare segnali di una imminente rivoluzione artistica nei primissimi anni del secolo -
tra cui nel 1907 il saggio Entwurf einer neuen Ästhetik der Tonkunst (Abbozzo di una nuova estetica della
musica) del compositore italiano Ferruccio Busoni - la nascita ufficiale del movimento, e la stessa nascita
della parola "futurismo", fu opera del poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti che ne codificò la filosofia
pubblicando il Manifesto del futurismo (1909), rilasciato inizialmente a Milano e successivamente sul
quotidiano francese Le Figaro il 20 febbraio.
Il futurismo si colloca sull'onda della rivoluzione tecnologica dei primi anni del '900 (la Belle époque),
esaltandone la fiducia illimitata nel progresso e decretando violentemente la fine delle vecchie ideologie (il
passatismo). Per esempio, Marinetti esalta il dinamismo, la velocità, l'industria, perfino la guerra intesa come
"igiene del mondo", identificando nel Parsifal wagneriano (che proprio in quegli anni cominciava ad essere
rappresentato nei teatri d'Europa) il simbolo artistico del passatismo e della decadenza.
Pittura
Il Futurismo diede il meglio di sé nelle espressioni artistiche legate alla pittura e alla scultura, mentre le opere
letterarie e teatrali, ma anche architettoniche non ebbero la stessa capacità espressiva.
Le radici del fermento che porterà alla declinazione del futurismo nell'arte si possono riconoscere,
artisticamente parlando, già nella Scapigliatura (corrente tipicamente milanese e borghese della seconda
metà dell'ottocento) laddove il futurismo, anch'esso nato a Milano, distoglie con disprezzo l'attenzione dalla
raffinata borghesia per concentrarsi sulla rivoluzione industriale, sulle fabbriche. Dal punto di vista stilistico il
Futurismo (in particolare quello boccioniano) si basa sui concetti del divisionismo che però riesce ad
adattarlo per esprimere al meglio gli amati concetti di velocità e di simultaneità: è grazie ad artisti come
Giovanni Segantini e Pellizza da Volpedo che, pochi anni dopo, il futurista Umberto Boccioni potrà realizzare
dipinti come La città che sale.
Naturalmente dal punto di vista concettuale il futurismo non ignora i principi cubisti di scomposizione della
forma secondo piani visivi e rappresentazione di essi sulla tela. Cubista è senz'altro la tecnica che prevede
di suddividere la superficie pittorica in tanti tasselli che registrino ognuno una diversa prospettiva spaziale.
Tuttavia mentre per il cubismo la scomposizione rende possibile una visione del soggetto fermo lungo una
quarta dimensione esclusivamente spaziale (il pittore ruota intorno al soggetto fermo cogliendone ogni
aspetto), il futurismo utilizza la scomposizione per rendere la dimensione temporale, il movimento.
Altrettanto interessanti sono i rapporti stilistici tra il futurismo boccioniano e il Cubismo orfico di Delaunay.
Per quanto riguarda i movimenti italiani va valutato il rapporto del futurismo con la quasi contemporanea
pittura metafisica di Giorgio De Chirico. È stato teorizzato che esse siano espressione della stessa
inquietudine novecentesca per il movimento: il futurismo sceglie di rappresentarlo e concentrarsi interamente
su di esso; la metafisica lo esclude, creando angosciosi paesaggi in cui tutto è immobile.
Infine, equiparare la ricerca futurista dell'attimo con quella impressionista, come è stato fatto in passato, è
ormai considerato profondamente errato. Se è vero infatti che gli impressionisti fecero dell' "attualità" il
nucleo della loro ricerca, loro scopo era fermare sulla tela un istante luminoso, unico e irripetibile. La ricerca
futurista si muove in senso quasi opposto: suo scopo è rappresentare sulla tela non un istante di movimento
ma il movimento stesso, nel suo svolgersi nello spazio e nel suo impatto emozionale.
Come conseguenza dell'"estetica della velocità", nelle opere futuriste a prevalere è l'elemento dinamico, il
movimento coinvolge infatti l'oggetto e lo spazio in cui esso si muove. Il dinamismo dei treni, degli aeroplani,
delle masse multicolori e polifoniche e delle azioni quotidiane (del cane che scodinzola andando a spasso
con la padrona, della bimba che corre sul terrazzo, delle ballerine) è sottolineato da colori e pennellate che
mettano in evidenza le spinte propulsive delle forme. La costruzione può essere composta da linee
spezzate, spigolose e veloci, ma anche da pennellate lineari, intense e fluide se il moto è più armonioso.
Tra gli epigoni più interessanti del futurismo, l'avanguardia russa del raggismo e del costruttivismo. Tutte le
idee futuriste in fatto di pittura sono state riassunte nei due manifesti sulla pittura dei primi mesi del 1912.
Due esponenti del movimento pittorico sono Umberto Boccioni e Giacomo Balla, questi ultimi presenti anche
in scultura. La pittura di Boccioni è stata definita "simbolica": il dipinto La città che sale (1910), per esempio,
è una chiara metafora del progresso, dettato dal titolo e dalle scene di cantiere edile sullo sfondo,
esemplificate nella loro vorticosa crescita dalla potenza del cavallo imbizzarrito, un vortice di materia. Se
Boccioni è simbolico, Balla è fotografico e analitico. Ancora legato a principi cubisti, non è raro che realizzi
sequenze fotogrammetriche di una scena, per rendere il movimento, piuttosto che affidarsi a impetuosi
vortici di pittura: è il caso del posato Ragazza che corre al balcone (1912).
Scultura
Il futurista più attivo nel campo della scultura è Umberto Boccioni, la cui ricerca pittorica corre sempre
parallela a quella plastica. Nel 1912, lo stesso Boccioni pubblica il Manifesto tecnico della scultura futurista.
Anche nell’ambito della scultura le ricerche dei futuristi si incentrarono sulla rappresentazione di oggetti e
figure in movimento, o – con risultato sostanzialmente analogo – sulla resa della percezione dinamica di
corpi fermi. Punto di arrivo di questa ricerca può essere considerato Forme uniche nella continuità dello
spazio, del 1913, conservato nel Civico museo d’arte contemporanea di Milano: l'immagine, applicando le