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I NUOVI MEZZI DI TRASPORTO

Come nel campo dell’informazione, anche in quello dei trasporti nel 1900 si imposero STORIA

innovazioni fondamentali che consentirono una inimmaginabile rapidità negli spostamenti con

un conseguente interscambio di merci e di persone.

I Treni: i trasporti ferroviari diventarono più veloci grazie alle due nuove fonti di

motorizzazione: il motore Diesel e le locomotive elettriche.

L’aereo: Agli inizi del 1900 fecero la comparsa i primi aeroplani;

Il tram: Il primo tram elettrico fu messo in opera da Werner Siemens a Berlino nel 1879; il -

primo tram in America correva da Baltimora a Hampden nel 1885; quello a Londra fu LA

completato nel 1890.

La bicicletta: l’inventiva dei meccanici fu messa a dura prova dalla realizzazione di un mezzo

che avrebbe dovuto consentire alle persone di spostarsi rapidamente in posizione seduta. SECONDA

Il motore a scoppio e l’automobile: Il motore a scoppio apparso per la prima volta tra la metà

e la fine del XIX secolo è destinato a cambiare radicalmente non solo la vita quotidiana ma

anche il mondo produttivo. Inizia l’era dell’automobile a partire dagli Stati Uniti dove, per

iniziativa dell’industriale Henry Ford, veniva lanciata a prezzo relativamente basso il famoso

“Modello T”. I paesi industriali europei seguono l’America a notevole distanza.

Le navi: La marina a vapore ha i suoi esordi ma inizialmente, devono essere riforniti sui lunghi

viaggi da carboniere di appoggio, ma ha dalla sua la scienza applicata e la tecnica. Infatti, nel

1890 viene inventata la turbina, lo scafo in legno è sostituito da quello in ferro e poi in acciaio. RIVOLUZIONE

L’UOMO IL LAVORO E LA VITA

La città: La città dinamica e sfavillante di luce elettrica è il soggetto fondamentale del

paesaggio e dell’architettura del 1900.

Il suo volto cambia, nascono grattacieli ed enormi ponti, la cui costruzione è resa possibile

dall’uso del cemento armato e dell’acciaio, è il centro di produzione e scambio delle merci. INDUSTRIALE

La città offre innumerevoli esperienze umane e contribuisce in forte misura a quella “forma di

percezione dispersiva”, considerata come mutazione dell’età moderna e divenuta l’emblema

della “società di massa”.

Il lavoro: Tra i fenomeni di maggiore importanza dell’età dell’industrializzazione è da

ricordare il graduale spostamento dei lavoratori dalle campagne alla città.

Si diffonde inoltre in maniera sempre più decisa il settore terziario. Nasceva la nuova figura

di operaio di fabbrica e le associazioni che rappresentavano gli interessi degli operai: “i

sindacati”.

Il suffragio: Lo Stato diviene più democratico, concedendo “il diritto al voto “ad un numero

crescente di persone. La legislazione elettorale, delicatissimo snodo tra i cittadini e la loro

rappresentanza politica, fu elaborata dal Parlamento solo nel 1882 ammettendo all'elettorato

tutti i cittadini maggiorenni che avessero superato l'esame del corso elementare obbligatorio

oppure pagassero un contributo annuo di lire 19,80; in tal modo si realizzò un cospicuo

allargamento del corpo elettorale che passò da circa 628.000 ad oltre 2.000.000 di elettori, cioè

dal 2% al 7% della popolazione totale che contava 28.452.000 abitanti. 6

Monopoli e oligopoli: Tuttavia, lo sviluppo non fu privo di rischi: grazie alla concentrazione di

enormi quantità di capitali, grande imprese riescono a porre sotto il proprio controllo una parte

notevole della produzione, stroncando così le aziende minori.

Si tratta del passaggio dal capitalismo concorrenziale al capitalismo monopolistico, od STORIA

oligopolistico; da una situazione in cui il mercato è popolato da una molteplicità di imprese

piccole-medie, di dimensioni analoghe, in concorrenza fra loro, a una in cui il mercato è

dominato da pochi grandi gruppi industriali e i produttori più deboli, meno dotati di risorse

finanziarie e imprenditoriali, dovettero chiudere o venire assorbiti dai più forti. Infatti, al

vasto rinnovamento tecnologico stimolato dall’inasprimento della concorrenza non tutte

le imprese, né tutti i sistemi produttivi nazionali furono in grado di adeguarsi, quindi la -

nuova rivoluzione industriale comportò inevitabili squilibri e contraddizioni che presto si

ripercossero sul piano sociale, politico e sui rapporti internazionali. Proprio questo si LA

verificò nel sud Italia in cui si assistette alla definitiva emarginazione dell’industria che,

per la sua ubicazione periferica rispetto all’epicentro dei mercati, situato nell’Europa SECONDA

centro-occidentale, non offriva prospettive di profitto adeguate agli investimenti che

sarebbero stati necessari. Il fallimento delle piccole e medie imprese, la formazione di

monopoli e oligopoli - anche attraverso la costituzione di trust e cartelli -, la concentrazione del

capitale e l'ingrandimento degli impianti industriali, l'adozione del taylorismo, il peso

maggiore del capitale finanziario nel controllo azionario delle aziende furono processi che

provocarono vasti rivolgimenti sociali, non solo tra gli strati inferiori della società, ma anche

all'interno della stessa borghesia, provocando fenomeni di declassamento e diffondendo un

senso di inquietudine, insicurezza, precarietà. Ad aggravarlo si aggiunse la guerra RIVOLUZIONE

commerciale tra le economie nazionali in seguito all'adozione del protezionismo da parte dei

governi delle grandi potenze europee.

Per evitare ciò, alla fine dell’800, lo Stato italiano emanava le cosiddette leggi anti-trust per

salvaguardare lo sviluppo dell’economia nazionale e proteggerla dalla concorrenza straniera.

La Banca: La rivoluzione industriale chiedeva sempre più capitali per sostenere le industrie

nascenti, destinate a modificare gli equilibri economici dell'intera Europa. Le banche

finanziarono la crescente spesa pubblica per le opere di urbanizzazione, prime fra tutte quelle

ferroviarie, e fornirono le risorse necessarie allo sviluppo dell'industria tessile, meccanica,

siderurgica.

Il credito bancario ebbe un'espansione senza precedenti nella storia. Fu personalmente

Giovanni Giolitti, Presidente del Consiglio dell'epoca, a dirigere tutte le operazioni necessarie

per la nascita della nuova banca Centrale. In tutte le grandi città sorsero nuovi importanti INDUSTRIALE

istituti bancari ed inizia così il consolidamento delle banche centrali dei singoli Stati e,

quindi, alla definizione dei rapporti bancari internazionali sia fra gli istituti pubblici, sia fra

quelli privati. 7

PREMESSA

L’economia dei paesi è divisa in tre grandi settori: primario, secondario e terziario. GEOGRAFIA

Il primo comprende l'agricoltura e l'allevamento; il secondo tutte le attività industriali; il

terzo si divide a sua volta in tradizionale e avanzato e comprende quelli che sono i servizi.

Alla fine del 1800 la percentuale degli occupati era così distribuita:

Agricoltura - Allevamento: 58%

 Industria: 22%

o Servizi: 20%

o In più di 100 anni, l'agricoltura ha visto diminuire i suoi occupati mentre sono aumentati ECONOMICA

quelli degli altri due settori.

IL SETTORE TERZIARIO

La strategia aziendale che si avvale di un servizio di elaborazione dati o della robotica per

velocizzare la sua produzione ci riguarda da vicino perché la novità inciderà sul prezzo del

prodotto, sull’occupazione di manodopera e sull’impatto ambientale. Nella realtà un’impresa

che voglia conquistare uno spazio nel mercato si affida ad una società di servizi che, -

attraverso ricerche sul territorio, segnala la possibilità di riuscita. L’orientamento attuale IL

prevede servizi legati all’evoluzione della tecnologia, alla ricerca, allo sviluppo della ricerca

locale. Questo tipo di terziario si localizza nelle grandi aree urbane ed è legato alla fase SETTORE

iniziale di vita del prodotto. La pianificazione predispone aiuti che rendono operative le

decisioni prese nel processo di orientamento: bisognerà costruire i prototipi dei nuovi

prodotti, organizzare il settore finanziario e le reti commerciali.

I servizi sono una risorsa, un elemento che oggi segna la linea di confine tra nazioni ad alto

livello tecnologico, o semplicemente produttive, e nazioni che sono rimaste indietro nelle

corse verso il progresso. Come ben sappiamo le banche offrono servizi alla popolazione,

quindi si trovano nel settore terziario, infatti, il terziario è il settore che racchiude tutte le TERZIARIO

attività economiche che producono servizi in parte destinati ai consumi finali ed in

parte rivolti alle imprese. In passato il terziario era considerato il settore residuale cioè tutte

quelle attività che non facevano parte dell’agricoltura o dell’industria. Ora invece viene

considerato il settore più dinamico. Negli ultimi decenni il terziario è cresciuto notevolmente,

il suo peso economico si sta facendo sempre più importante perché contribuisce molto al PIL,

ed ha affiancato le industrie, dove per altro ora sono destinati gran parte dei servizi. Inoltre ha

assunto una notevole importanza nell’occupazione, quindi possiamo concludere che questi

processi porteranno alla terziarizzazione dell’economia.

Questo processo non si verifica nei paesi sottosviluppati. La crescita degli addetti in questo

settore, lo hanno fatto diventare il settore post-industriale. 8

La terziarizzazione ha investito tutti i settori economici, soprattutto l’industria con le varie

innovazioni portate nel campo della robotica, dell’automazione, oltre all’informatizzazione,

che hanno richiesto un rinnovo totale della mano d’opera in fatti si cerca meno manualità e

più specializzazione intellettuale. Inoltre ha fatto aumentare il peso delle società finanziarie,

banche, assicurazioni. I servizi sono classificati in due tipi: funzionali e merceologico.

Merceologici si distinguono per genere di servizio fornito. Funzionale si divide in servizi alle GEOGRAFIA

persone che a sua volta si dividono in individuali o di base (bar, trasporti, ristoranti,

banche), collettivi o medio livello (agenzie, ospedali, scuole) e rari (università, alta moda).

Alle imprese rivolte alla produzione (consulenza, assicurazioni). Al quaternario politico

(funzioni di comando).

La localizzazione delle attività terziarie sono concentrati in zone molto popolate, come nelle

metropoli, che ormai possiamo dire che sono il centro incontrastato di questi servizi anche se

la deurbanizzazione, cioè l’urbanizzazione delle campagne, sta facendo aumentare anche in

campagna i servizi. ECONOMICA

LA DEMATERIALIZZAZIONE DEI SERVIZI

La dematerializzazione dei servizi (o terziario avanzato) è un concetto nuovo; in realtà vuole

indicare la tendenza crescente a lavorare sulle idee, a valorizzare la parte intellettuale e

progettuale dell’economia; a muoversi sull’avvio dei progetti, ma per via immateriale

seguendo "la scia" delle onde del pensiero. Ogni manifestazione di vita parte da un elemento

immateriale, che non si vede e non si tocca, ma che esiste e si trasforma continuamente.

L’uomo oggi si sta avvicinando a questo modo di produrre: non si può vedere e toccare il suo

intervento ma se ne vedono i risultati. -

IL

Non sappiamo da dove materialmente arrivino tutte le informazioni che ci servono nella vita

quotidiana, ma le abbiamo a portata di mano su televideo o sul monitor del computer. Non SETTORE

c’è più bisogno di spostare uomini e mezzi per conoscere per esempio la situazione

territoriale di un qualunque paese, le sue risorse, la sua organizzazione politica, scambiare

merci, denaro etc.: basta premere dei tasti. Tutto questo significa che i servizi stanno

diventando una componente essenziale del nostro quotidiano e, a livello nazionale, della

strategia di sviluppo economico.

Lo sviluppo del terziario tradizionale procede di pari passo con quello tecnologico, con la TERZIARIO

dematerializzazione dei servizi, il "commercio dei servizi", i servizi per le imprese, cioè con

il terziario avanzato.

Il terziario avanzato o quaternario, infatti, offre prestazioni nel campo dei servizi le quali

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