Concetti Chiave
- L'Homo Sapiens e l'Uomo di Neanderthal hanno convissuto durante il periodo interglaciale, ma solo il Sapiens è sopravvissuto, evolvendosi nell'uomo moderno.
- Le due specie, pur appartenendo al genere Homo, presentavano differenze morfologiche e culturali significative, con il Sapiens più abile nell'uso di materiali per creare strumenti.
- Le sepolture rinvenute indicano che entrambe le specie avevano sviluppato un concetto di morte e qualche forma di culto dei defunti.
- L'Homo Sapiens si è evoluto in Africa orientale tra 200.000 e 100.000 anni fa, diffondendosi poi in tutto il mondo, secondo l'ipotesi dell'origine unica.
- Le prime attestazioni di produzione artistica e simbolica risalgono a circa 80.000 anni fa in Sudafrica, segnalando una precoce evoluzione culturale del Sapiens.
In questo appunto di storia antica si parlerà di preistoria e si approfondirà lo studio di due specie primitive, appartenenti alla famiglia degli Hominidae, convissute durante il periodo interglaciale: l’Homo Sapiens, da cui discende l’uomo moderno, e l’Uomo di Neanderthal. Sebbene appartenenti alla stessa specie, i due tipi di uomo hanno però avuto un’evoluzione diversa. Solo il Sapiens è infatti sopravvissuto e da esso sono nati gli esseri umani, così come li conosciamo oggi.
Indice
Homo Sapiens e Uomo di Neanderthal
Durante l’era geologica nota agli storici come periodo interglaciale medio, un periodo che durò dai 10.000 ai 15.000 anni e che fu caratterizzato da un innalzamento delle temperature globali e dal ritiro dei ghiacciai, hanno vissuto in contemporanea, due specie di ominide: l’Homo Sapiens e l’Uomo di Neanderthal. Entrambe le specie appartengono al genere “Homo” e fanno parte della famiglia degli Hominidae, una sottofamiglia dei primati. L'Uomo di Neanderthal prende il nome dalla località in cui furono rinvenuti i primi resti, la valle del Neander nei pressi di Düsseldorf, in Germania. Fu verso la fine del XIX secolo che i primi fossili dell’Uomo di Neanderthal furono scoperti, individuati dagli scienziati che ne analizzarono la forma del cranio e rinvenirono uno scheletro quasi completo. La prima sepoltura di un Uomo di Neanderthal avvenne nel 1908, nella regione francese della Corrèze. Invece la prima scoperta più antica dell’Homo Sapiens avvenne nel 1869 nella Dordogna e i resti rinvenuti vennero datati dagli scienziati come appartenenti a 28.000 anni fa circa.Per ulteriori approfondimenti sulla Preistoria vedi qui
Differenze tra i due ominidi
Le prime popolazioni di Homo Sapiens raggiunsero l’Europa e l’Asia centrale circa 40.000 anni fa. In quel periodo, l’Europa era abitata da un’altra specie di ominidi, l’Uomo di Neanderthal, solo per certi aspetti simile al sapiens, con il quale condivideva probabilmente la lontanissima origine da un progenitore comune. L’Uomo di Neanderthal, che deve il suo nome scientifico alla valle tedesca presso Düsseldorf dove ne vennero ritrovati i primi resti fossili, presentava alcune caratteristiche morfologiche diverse rispetto al Sapiens: aveva il corpo particolarmente robusto, un cranio leggermente più piccolo e appiattito, l’arcata sopracciliare marcata, la fronte bassa e sfuggente, il mento anch’esso sfuggente. Invece l’Homo sapiens, presentava un cervello con una globularità più netta e una piccola prominenza sulla mandibola che potrebbe far pensare ad un principio di mento. Così come il Sapiens, anche l’Uomo di Neanderthal era in grado di produrre un’ampia gamma di strumenti e rudimentali ornamenti, partendo dalla pietra, pur con metodi diversi. L’Uomo di Neanderthal infatti non sapeva usare i materiali duri di provenienza animale per fabbricare armi e attrezzi, un aspetto in cui l’Homo Sapiens invece era molto abile (ami, statuette, monili). Inoltre, il rinvenimento di sepolture mostra come queste comunità avessero interiorizzato il concetto di morte e avessero sviluppato qualche forma di culto dei defunti. L’uomo di Neanderthal e l’Homo Sapiens dovettero convivere in Europa per lungo tempo, fino a quando l’Uomo di Neanderthal si estinse, circa 30.000 anni fa, per ragioni ancora in parte oscure e forse riconducibili all’incapacità di adattarsi ai cambiamenti climatici in corso.Per ulteriori approfondimenti sull’evoluzione vedi qui
L’Homo Sapiens: il nostro più lontano antenato
È probabile che la specie Homo Sapiens, dalla quale tutti noi discendiamo, si sia evoluta nel continente africano – e più precisamente in Africa orientale – lungo un ampio arco di tempo, tra 200.000 e 100.000 anni fa. Numerosi rinvenimenti nell’intera Africa permettono di ricostruire le principali tappe dell’evoluzione dell’Homo Sapiens. Noi esseri umani, come abbiamo accennato, apparteniamo alla specie Sapiens, che alcuni studiosi suddividono in Homo sapiens sapiens e Homo sapiens idaltu, che però si sarebbe estinto. Invece, per quanto riguarda il regno animale, i parenti più stretti del Sapiens sarebbero due specie di scimpanzé: il bonobo e lo scimpanzé comune. Sull’evoluzione che ha condotto l’Homo Sapiens a diventare l’uomo contemporaneo esistono diverse teorie, la più acclamata è conosciuta come “ipotesi dell’origine unica” (dall’inglese recent single-origin hypothesis), che sostiene che l’uomo si sia evoluto in Africa e che da lì si sia poi spostato in tutto il mondo, sostituendosi agli ominidi. A supportare questa teoria ci sono moltissimi ritrovamenti paleontologici: fossili, archeologie, lo sviluppo della lingua e della genetica, anche in rapporto al clima. Dai primi uomini quindi si sarebbero sviluppati tre ceppi differenti:- Il ceppo dei khoisan;
- Quello dei pigmei africani;
- Il ceppo da cui derivarono tutti gli altri tipi etnici umani.

Per quanto riguarda l’evoluzione tecnologica e culturale invece, da un contesto databile a circa 80.000 anni fa, nella grotta di Blombos a Cape Agulhas, in Sudafrica, proviene la più antica attestazione di una produzione artistica legata a preoccupazioni estetiche e simboliche: quelle che oggi potremmo considerare le prime opere d’arte della storia umana. Sono piccoli pezzi di pietra facilmente lavorabile con incisioni geometriche regolari, utensili e monili ricavati dalla lavorazione di conchiglie. Così come per l’arte, anche la spiritualità e la filosofia sembrerebbero, a giudicare dagli studi sui comportamenti, esser nati ed essersi evoluti insieme all’uomo.
Per ulteriori approfondimenti sull’origine dell’uomo vedi qui
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali differenze tra l'Homo Sapiens e l'Uomo di Neanderthal?
- Dove e quando si è evoluto l'Homo Sapiens?
- Qual è l'ipotesi più accreditata sull'origine dell'Homo Sapiens?
- Quali sono le evidenze della produzione artistica dell'Homo Sapiens?
- Quali sono i parenti più stretti dell'Homo Sapiens nel regno animale?
L'Homo Sapiens e l'Uomo di Neanderthal differivano in caratteristiche morfologiche e abilità. L'Uomo di Neanderthal aveva un corpo robusto, un cranio più piccolo e appiattito, e non sapeva usare materiali duri di provenienza animale per fabbricare strumenti, mentre l'Homo Sapiens era abile in questo e presentava un cervello più globulare.
L'Homo Sapiens si è probabilmente evoluto in Africa orientale tra 200.000 e 100.000 anni fa, come suggerito da numerosi rinvenimenti paleontologici.
L'ipotesi più accreditata è l'"ipotesi dell'origine unica", che sostiene che l'Homo Sapiens si sia evoluto in Africa e da lì si sia diffuso nel mondo, sostituendo altri ominidi.
La più antica attestazione di produzione artistica dell'Homo Sapiens proviene dalla grotta di Blombos in Sudafrica, databile a circa 80.000 anni fa, con incisioni geometriche su pietra e monili di conchiglie.
I parenti più stretti dell'Homo Sapiens nel regno animale sono due specie di scimpanzé: il bonobo e lo scimpanzé comune.