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Concetti Chiave

  • La seconda guerra d'indipendenza fu strategicamente provocata da Cavour nel 1859 contro l'Austria, segnando l'inizio del processo verso l'unificazione italiana.
  • Camillo Benso conte di Cavour, presidente del Consiglio dal 1852, mirava a un'Italia unita e forte, ispirandosi al liberismo moderato e cercando di limitare l'influenza della Chiesa sulla politica.
  • Cavour ottenne un'alleanza anti-austriaca con la Francia di Napoleone III, che fu cruciale per il successo militare nella guerra contro l'Austria.
  • Nel 1859, l'Austria attaccò il Piemonte, ignara dell'accordo segreto con la Francia, dando inizio alla guerra; gli austriaci furono sconfitti a Solferino e San Martino.
  • Dopo il conflitto, l'Austria perse la Lombardia e l'accesso al territorio italiano, mentre il plebiscito del 1860 facilitò l'annessione di Emilia, Romagna e Toscana al Regno di Sardegna.
In questo appunto di Storia si approfondisce il contesto storico risorgimentale nel quale avvenne la seconda guerra d’indipendenza, guerra che fu combattuta nel 1859 contro l’Austria e strategicamente provocata da Camillo Benso conte di Cavour. L’episodio sarà solo l’inizio di un processo più lungo che porterà qualche anno dopo, 1861 all’unione dei territori della penisola sotto il Regno d’Italia.
Seconda guerra d'indipendenza italiana: eventi articolo

Indice

  1. Le premesse storiche
  2. Camillo Benso conte di Cavour
  3. La seconda guerra di indipendenza

Le premesse storiche

In Italia, a metà dell’Ottocento, il territorio lombardo-veneto era sottoposto ad un regime militare, retto dal conte austriaco Radetzky.

Lo Stato pontificio, il Regno di Toscana e il Regno delle due Sicilie avevano abrogato la Costituzione (quest’ultimo aveva ufficialmente istituito nel 1848 lo Statuto fondamentale del Regno di Sicilia). Al contrario, il Piemonte aveva mantenuto lo statuto e indetto le elezioni per formare il Parlamento. Vittorio Emanuele II, re del Piemonte, dopo aver condotto una guerra vergognosa, si rese conto che nessuno lo avrebbe perdonato. Siccome non avrebbe potuto reprimere eventuali rivoluzioni, avendo un esercito distrutto, cercò di dare di sé l’immagine di “re galantuomo” grazie al capo del governo Massimo D’Azeglio, che nel 1850 fece approvare le Leggi Siccardi, che ponevano fine ai privilegi del clero.
Per ulteriori approfondimenti sull’Italia nell’Ottocento vedi qui

Camillo Benso conte di Cavour

Nel 1852 Camillo Benso conte di Cavour divenne presidente del Consiglio. Egli voleva un’Italia unita e forte, e la sua visione politica si ispirava al liberismo moderato. I suoi nemici erano gli ultraconservatori, i democratici estremisti e la Chiesa. Proprio riguardo la Chiesa la sua visione è riassumibile nell’espressione poi diventata famosa: “Libera chiesa in libero stato”, espressione ripresa dal filosofo e politico francese Montalembert, che Cavour pronuncerà nel suo discorso di insediamento, il 27 marzo 1861, quando verrà proclamato il Regno d’Italia dopo la spedizione dei Mille, di cui parleremo più avanti. La sua idea quindi era che la Chiesa, da sempre presente nelle questioni politiche italiane, non doveva ora interferire sulla politica italiana, così come lo Stato non avrebbe preso parte alle scelte religiose e di nomina dei vescovi. Cavour, per ottenere tutto l’appoggio del Parlamento, realizzò un accordo tra il centro destra (di cui lui era a capo) e il centro sinistra. Abolì le barriere doganali e i dazi sul grano, attuò una controriforma fiscale, varò dei lavori pubblici e potenziò l’industria siderurgica e metallica. Cavour, inoltre, creò un’alleanza anti austriaca con la Francia in cui regnava Napoleone III.
Per ulteriori approfondimenti sulla figura di Cavour vedi qui

La seconda guerra di indipendenza

Cavour era convinto che per ottenere l’unità e l’indipendenza bisognava provocare una guerra contro l’Austria e per vincere poteva contare solo su Napoleone III, che nel 1854 mandò un’armata in Crimea (Russia). Francia e Inghilterra sbarcarono in Crimea perché la Russia aveva occupato i terreni turchi, ed esse erano contro questa espansione.
Lo stesso Cavour, intervenne nell’azione militare per potersi affermare nel panorama europeo tra le grandi potenze. Mandò anche lui le truppe piemontesi a combattere in Crimea dove morirono migliaia di soldati. Allora, nel 1856, il congresso di Parigi riunì tutte le potenze e invitò anche Cavour, che non ottenne niente ma ebbe un’enorme vittoria morale e finalmente la visibilità che cercava agli occhi delle grandi potenze europee. In questa occasione, infatti, denunciò le prepotenze austriache e Napoleone III si dimostrò sensibile al suo appello. Così accettò di incontrarlo per stabilire i patti di Plombières che prevedevano che, in caso d’attacco austriaco, la Francia sarebbe venuta in aiuto al regno Sabaudo e l’Italia sarebbe stata divisa in quattro parti: il nord del Piemonte, il centro della Francia, il sud dei Borbone e i territori dello Stato Pontificio al papa.
Seconda guerra d'indipendenza italiana: eventi articolo
Da quel momento Cavour fece ogni cosa per provocare un attacco da parte dell’Austria, che alla fine cedette: nel 1859 l’Austria (ignara dell’accordo con Napoleone III) attaccò il Piemonte dando inizio alla Seconda guerra di indipendenza. Gli austriaci furono sconfitti dai francesi a Solferino e dai piemontesi a San Martino; in questo momento, l’unità d’Italia era a portata di mano, ma proprio questo indusse Napoleone III a ritirarsi, i conservatori e il clero di Francia non tolleravano che si toccassero i possedimenti del Papa, per questo, senza informare Cavour, l’11 luglio 1859 firmò l’armistizio di Villafranca con Giuseppe I d’Austria, accordo con cui i due si impegnavano a porre fine alla guerra. Cavour allora, infuriato, diede le dimissioni ma nel 1860 tornò al governo e convinse Napoleone III a non interessarsi più dei fatti interni italiani in cambio di Nizza e della Savoia. Poi incitò la popolazione di Emilia, Romagna e Toscana ad indire un plebiscito (consultazione del popolo) e per voto unanime queste regioni passarono al Regno di Sardegna. Era l’11 marzo 1860.
L’Austria così venne tagliata fuori dal territorio italiano, perse la Lombardia e l’accesso allo Stato Pontificio e al Regno delle due Sicilie. Da qui a pochi mesi, una nuova grande azione ribalterà le trame del Risorgimento, con la spedizione dei Mille, del maggio 1860 che renderà solido e decisivo, nel marzo 1861 la formazione del Regno d’Italia.
Per ulteriori approfondimenti sulla seconda guerra di indipendenza vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Qual era il contesto storico in Italia prima della seconda guerra di indipendenza?
  2. A metà dell'Ottocento, il territorio lombardo-veneto era sotto il controllo austriaco, mentre il Piemonte aveva mantenuto lo statuto e indetto elezioni, cercando di migliorare la propria immagine attraverso riforme come le Leggi Siccardi.

  3. Chi era Camillo Benso conte di Cavour e quale era la sua visione politica?
  4. Cavour era il presidente del Consiglio dal 1852, promotore di un'Italia unita e forte, ispirato al liberismo moderato. Era noto per la frase "Libera chiesa in libero stato" e per le sue riforme economiche e politiche.

  5. Come riuscì Cavour a ottenere il supporto della Francia contro l'Austria?
  6. Cavour creò un'alleanza con Napoleone III, partecipando alla guerra di Crimea per guadagnare visibilità e stabilendo i patti di Plombières, che prevedevano l'intervento francese in caso di attacco austriaco.

  7. Quali furono le conseguenze immediate della seconda guerra di indipendenza?
  8. L'Austria attaccò il Piemonte nel 1859, ma fu sconfitta. Tuttavia, Napoleone III firmò l'armistizio di Villafranca senza informare Cavour, portando alle sue dimissioni temporanee.

  9. Come si concluse il processo di unificazione italiana dopo la seconda guerra di indipendenza?
  10. Dopo il ritorno di Cavour al governo, convinse Napoleone III a non interferire più in cambio di Nizza e Savoia. Le regioni di Emilia, Romagna e Toscana si unirono al Regno di Sardegna, e la spedizione dei Mille nel 1860 portò alla formazione del Regno d'Italia nel 1861.

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