Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • La Repubblica di Genova nel 1500 era uno Stato aristocratico che controllava parte della costa ligure e la Corsica, con una popolazione di circa 300.000 abitanti.
  • Nel 1528, Andrea Doria spostò l'alleanza di Genova dalla Francia alla Spagna, ottenendo protezione imperiale e mantenendo il regime repubblicano.
  • Il Banco di San Giorgio era fondamentale per le finanze genovesi e forniva supporto alle dissestate finanze spagnole, in cambio di protezione militare.
  • Andrea Doria introdusse una nuova costituzione, assumendo la carica di "priore dei sindacatori", consolidando il suo potere politico nella Repubblica.
  • La riforma del 1576 unificò la nobiltà genovese, abolendo gli "alberghi" e creando un unico ordine nobiliare, senza eliminare completamente le rivalità interne.

Indice

  1. La repubblica di Genova
  2. Influenza spagnola e Andrea Doria
  3. Politica interna e costituzione
  4. Riforme e rivalità nobiliari

La repubblica di Genova

La Repubblica di Genova era uno Stato di vecchia tradizione aristocratica. Pur essendo di modeste dimensione, essa arrivava a controllare buona parte della costa ligure, oltre alla Corsica. Il Banco di San Giorgio rappresentava la roccaforte finanziaria dell’oligarchia genovese. Alla fine del Cinquecento la città aveva poco più di 60.000 abitanti e tutto lo Stato ne contava circa 300.000.

Influenza spagnola e Andrea Doria

Inoltre, era uno Stato vassallo della Spagna anche se la pace di Cateau-Cambrésis ne aveva riconosciuto l’indipendenza formale.

La Repubblica era entrata nell’orbita spagnola nel 1528 quando Andrea Doria che, in quel tempo comandava la flotta genovese a servizio della Francia, era passato dalla parte di Carlo V, ottenendo così la protezione imperiale, in cambio della garanzia del mantenimento del regime repubblicano. Questa decisione fu piuttosto clamorosa perché pose Genova sotto l’influenza asburgica e successivamente sotto quella spagnola, quando gli Sforza dovettero cedere il ducato di Milano all’imperatore. Dopo la morte di Francesco II Sforza i legami di Genova con la Spagna divennero sempre più stretti, e utili per entrambe le parti. Infatti, Genova poteva offrire alla Spagna un porto sicuro ed un prezioso punto di appoggio per lo smistamento di uomini e di materiale verso i Paesi Bassi per fronteggiare le rivolte anti-spagnole. Inoltre, le dissestate finanze spagnole trovavano un beneficio nella presenza del Banco di San Giorgio in cui confluivano i profitti dei ricchissimi banchieri e commercianti genovesi. In cambio, la Spagna offriva il suo appoggio militare indispensabile per una Repubblica così piccola e debole, continuamente insediata dalle mire espansionistiche dei Savoia e della Francia.

Politica interna e costituzione

Anche in politica interna, la decisione di Andrea Doria lasciò una traccia importante. Infatti, in modo molto astuto, introdusse una nuova costituzione, approfittando dell’appoggio spagnolo, che gli avrebbe permesso un’evidente supremazia politica. Con essa egli acquisiva la carica di “priore dei sindacatori” cioè di capo della magistratura che aveva il compito di controllare l’operato di tutti i magistrati. La carica era vitalizia e permetteva ad Andrea Doria di esercitare la funzione di moderatore della Repubblica.

Riforme e rivalità nobiliari

L’ordinamento costituzionale era complesso: il potere esecutivo spettava al doge e quello legislativo ai due consigli (maggiore e minore), con lo scopo di eliminare ogni broglio elettorale e garantire, così, i diritti di ciascun candidato. Il realtà, il vero dominatore della politica genovese del Cinquecento fu Andrea Doria; fra altro, ampliò il numero di “alberghi” (Conserterie fra nobili), istituendone quattro nuovi che raggruppavano la nuova nobiltà. Questa modifica non fu ben vista dalla vecchia aristocrazia tant’è vero che esisteva una forte rivalità fra la Vecchia Nobiltà e la Nuova Nobiltà che si concretizzarono nella fallita congiura dei Fieschi, nemici personali dei Doria, avvenuta nel 1547.

Nel 1576, gli “alberghi” furono aboliti, dopo tutta una serie di aspri dibattiti; infatti, si giunse alla costituzione di un unico ordine nobiliare che riuniva tutti gli aristocratici senza più alcuna distinzione fra vecchi e nuovi. Tale riforma costituzionale portò anche all’elezione dei componenti del consiglio maggiore e minore, ad opera di un consiglio elettorale di 30 membri, senza tuttavia riuscire a spengere le lotte intestine, anche un po’ meno violente di quelle di inizio secolo.

Domande da interrogazione

  1. Qual era il ruolo del Banco di San Giorgio nella Repubblica di Genova?
  2. Il Banco di San Giorgio rappresentava la roccaforte finanziaria dell’oligarchia genovese, beneficiando le finanze spagnole e sostenendo l'economia della Repubblica.

  3. Come influenzò Andrea Doria la politica interna della Repubblica di Genova?
  4. Andrea Doria introdusse una nuova costituzione che gli permise di acquisire la carica di “priore dei sindacatori”, garantendogli una supremazia politica e il ruolo di moderatore della Repubblica.

  5. Quali furono le conseguenze dell'alleanza tra Genova e la Spagna?
  6. L'alleanza con la Spagna offrì a Genova protezione militare e un porto sicuro per la Spagna, mentre Genova beneficiava del supporto spagnolo contro le mire espansionistiche di Savoia e Francia.

  7. Quali cambiamenti costituzionali avvennero nel 1576 nella Repubblica di Genova?
  8. Nel 1576, gli “alberghi” furono aboliti e fu costituito un unico ordine nobiliare, unendo vecchia e nuova nobiltà, e si riformò il sistema elettorale dei consigli.

  9. Quali furono le tensioni tra la Vecchia e la Nuova Nobiltà a Genova?
  10. Esisteva una forte rivalità tra Vecchia e Nuova Nobiltà, culminata nella fallita congiura dei Fieschi nel 1547, nemici personali dei Doria.

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