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Concetti Chiave

  • L'Europa del 1600 fu segnata da sollevazioni e conflitti che coinvolsero Francia, Inghilterra, Prussia e Russia, con eventi significativi come la Guerra Civile inglese e la Fronda francese.
  • Luigi XIV centralizzò il potere in Francia, rafforzando lo stato attraverso la limitazione del potere aristocratico e l'implementazione di un sistema governativo assoluto e centralizzato.
  • La politica fiscale e mercantilista di Colbert sotto Luigi XIV migliorò l'economia francese attraverso l'aumento delle entrate statali e la promozione del commercio e della produzione interna.
  • La Gloriosa Rivoluzione del 1688 in Inghilterra segnò la transizione verso una monarchia costituzionale, limitando il potere reale e affermando i diritti del Parlamento e dei cittadini.
  • Pietro il Grande avviò l'occidentalizzazione della Russia, modernizzando l'amministrazione, l'esercito e la cultura per avvicinare il paese ai modelli europei.

Indice

  1. Sollevazioni europee del Seicento
  2. Rivoluzione inglese e Carlo I
  3. Cromwell e la repubblica inglese
  4. Restaurazione e assolutismo in Francia
  5. Luigi XIV e il potere assoluto
  6. Colbertismo e riforme economiche
  7. Politica culturale e religiosa di Luigi XIV
  8. Fine del regno di Luigi XIV
  9. Restaurazione inglese e rivoluzione gloriosa
  10. Monarchia costituzionale inglese
  11. Ascesa del Regno Unito
  12. Riforme di Pietro il Grande
  13. Prussia e riforme militari
  14. Guerre di successione europee

Sollevazioni europee del Seicento

Negli anni 40 del seicento l’Europa fu scossa da una serie di sollevazioni :

1. in Francia ci fu il periodo della Fronda

2. in Catalogna la rivolta del 1640

3. in Portogallo la ribellione contro il dominio spagnolo

4. a Napoli le rivolte contro la spagna

5. nel Regno di Polonia l’insurrezione dei Cosacchi

6. in Inghilterra la rivoluzione del parlamento

Rivoluzione inglese e Carlo I

La rivoluzione più violenta avvenne in Inghilterra contro i sovrani della dinastia Stuart che governarono dal 1603 al 1688. Gli Stuart tentarono di imporre una monarchia assoluta ma incontrarono diversi problemi.

Nella religione si creò un dissenso verso la Chiesa anglicana e molti fedeli aderirono al movimento dei puritani che viene caratterizzato da un’organizzazione ecclesiastica gestita dal basso. La comunità infatti aveva il diritto di eleggere io propri pastori secondo la libertà di espressione della propria coscienza. Questo significava che la monarchia era dotata di un potere limitato e queste rivendicazioni religiose si saldarono a quelle politico-giuridiche.

Ci fu un tentativo dall sovrano Carlo I di imporre l’assolutismo ma portò i parlamenti a difendere i propri diritti , infatti nel 1628 l’assemblea presentò la Petizione dei diritti con cui si chiese al re di rispettare le prerogative tradizionali sancite dalla Magna Charta del 1215.

La petizione difendeva la libertà di espressione e l’obbligo di approvazione delle Camere di ogni nuova imposizione fiscale.

Anche sul piano economico ci fu una distanza tra Corona e paese: i ceti produttivi tolleravano sempre menop l’intromissione della monarchia all’interno della vita economica e contestavano i monopoli che il monarca concedeva e le leggi.

Attraverso il parlamento volevano aver voce in capitolo nella definizione della politica del paese e maturava l’esigenza della società inglese di entrare a far parte della gestione dello Stato.

Il re non intendeva rinunciare al potere assoluto e ben presto il conflitto prese piede e l’Inghilterra fu interessata in una guerra civile che si protese per sette anni.

Cromwell e la repubblica inglese

Il parlamento puntava sull’appoggio del popolo e sul malcontento religioso, mentre col re si schierarono le gerarchie della Chiesa anglicana e parte della nobiltà. Questo conflitto fu vinto dall’esercito del parlamento guidato da Oliver Cromwell e fu proclamata la repubblica e il monarca fu condannato a morte e processato.

Questo però non risolse tutti i problemi, di fatto il parlamento non riusciva a governare poichè diviso in troppe fazioni.

Per preservare il paese dall’anarchia, Cromwell elaborarono un documento nel quale si proponeva di affidare lo Stato a un Lord protettore, ovvero lui stesso. Due anni dopo però Cromwell morì e venne restaurata la monarchia.

Restaurazione e assolutismo in Francia

Le guerre e le rivolte si protrarono a una stabilizzazione, tanto che dal 1660 si parla di un vero e proprio ritorno all’ordine. I ceti dominanti finirono per essere inglobati dallo Stato e la società era domata e si passò al’obbedienza e sottomissione.

In Europa si apriva così la fase dell’assolutismo monarchico, trovato nella Francia di Luigi XIV con la sua compiuta realizzazione.

Luigi XIV, alla fine della guerra dei Trent’anni fu sancita con il matrimonio tra lui e Maria teresa, figlia di Filippo IV. Nell’agosto del 1660 la coppia fece il suo ingresso a Parigi e pochi mesi dopo Mazarino morì.

Luigi XIV e il potere assoluto

Luigi era cresciuto con l’idea che il potere doveva rimanere nelle mani del sovrano e non a caso scelse come suo emblema il sole.

Per la riorganizzazione dello stato Luigi XIV si propose di due obiettivi:

1. rafforzare lo stato eliminando le resistenze locali

2. rafforzare il proprio potere assumendo il controllo

Per raggiungere il primo obiettivo introdusse norme per limitare il potere dell’aristocrazia, dei parlamenti e della chiesa. Per eliminare le resistenze locali reintrodusse gli intendenti e prese nuove misure per i parlamenti abolendo il diritto di rimostranza, cioè la facoltà di opporsi alle decisioni del re.

Nel giro di pochi anni Luigi XIV istituì un efficace sistema di consigli che facevano capo a un Consiglio supremo di Stato.

La nobiltà fu esclusa da questi ruoli e il re stesso scelse i suoi collaboratori, Luigi XIV riuscì così a realizzare uno stato centralizzato e assoluto.

Colbertismo e riforme economiche

Le finanze avevano un gran bisogno di interventi di risanamento, infatti le continue guerre avevano assorbito grandi quantità di denaro. A riorganizzare l’economia e le finanze fu Jean-Baptiste Collbert, un borghese figlio di un ricco mercante a cui affidò il ruolo di controllore generale dello Stato.

Collbert impostò la contabilità del regno come quella delle aziende commerciali, con un bilancio delle entrate e uscite che si poteva verificare quotidianamente. Cercò di limitare gli abusi, la corruzione e le ruberie, eliminò gli uffici inutili e aumentò le imposte indirettamente.

nei primi anni della sua atiività mise ordine al sistema fiscale e ottenne risultati eccellenti, infatti nel 1667 le entrate sono raddoppiate.

Anche in ambito economico Collbert lasciò il segno: applicò una rigorosa politica mercantilista che prende il termine colbertismo, ed è sinonimo di mercantilismo. Di fatti con questo termine s’intende la politica economca delle monarchie assolute, poichè la ricchezza era identificata con il possesso di metalli preziosi.

Puntò a ridurre le importazioni alle sole materie prime (protezionismo) e promosse il commercio, migliorò il sistema viario interno costruendo il Canale del Mezzogiorno che collega il Mediterraneo all’Atlantico. Inoltre creò una prima unificazione doganale e rafforzò la marina mercantile e da guerra, crea nuove compagnie commerciali tra cui la Compagnia delle indie Orientali e delle Indie Occidentali.

Nel settore manifatturiero rese migliore la qualità della produzione imponendo norme precise sul metodo di fabbricazione, intendeva controllare tutta l’attività attraverso ispettori e corporazioni.

La riforma dell’esercito, promossa da Louvoius, il ministro della guerra, portò il numero di soldati in servizio permanente a 200mila affiancati da una milizia di altri 100mila uomini e furono istituite scuole per l’addestramento degli ufficiali aperte ai giovani borghesi.

Aggiunse un rafforzamento del sistema di fortificazioni lungo le frontiere.

Luigi XIV puntava a conquistare la supremazia in Europa.

Politica culturale e religiosa di Luigi XIV

La politica culturale di Luigi XIV puntava a realizzare un rigoroso controllo delle coscienze al fine di dare un unità ideologica al regno.

Tutti dovevano uniformarsi a una cultura ufficiale celebrativa per il suo re, Luigi XIV.

Per queste fece un grande mecenate, fondò l’accademia delle scienze, l’accademia delle belle lettere. l’accademia di architettura e l’accademia della musica. La vera meraviglia però fu Versailles, la reggia costruita appositamente per i fasti e la gloria del sovrano, fu edificata a una 20ina di km da Parigi perciò lontana dalle eventuali sommosse.

La religione costituiva un indispensabile strumento di governo per Luigi XIV: di fanno cercò di assicurarsi il controllo della Chiesa francese ma questo lo portò a scontrarsi con papa Innocenzo XI. Lo scontro fu raggiunto nel 1682 quando Luigi XIV fece approvare la Dichiarazione dei quattro articoli, dove il documento affermava l’assoluta autonomia della chiesa francese da quella romana e la dipendenza del clero al sovrano, questa era la teoria del gallicanesimo. Questo implicava la limitazione dei poteri politici del papa. Questo scontro tra Francia e Vaticano si risolse nel 1693 quando il sovrano ritrattò il documento.

Corrente interna al mondo cattolico, afferma la teoria della salvezza attraverso la grazia, predicava la necessità di una vita priva di beni di lusso e lontana dai piaceri.

D’altra parte gli ugonotti godevano della tolleranza sancita dall’editto di Nantes, così Luigi XIV emanò l’editto di Fontainebleau con la quale si decretava la chiusura delle scuole protestanti e l’obbligo del battesimo cattolico per i bambini, si impose anche la conversione al cattolicesimo.

Fine del regno di Luigi XIV

Il 1 settembre 1715, Luigi XIV, morì, e questo per la Francia e il suo popolo fu una liberazione.

Si festeggiò quindi la fine di un regno troppo lungo e oppressivo dove si era creato uno stato assoluto che fu presto imitato da molti sovrani europei.

Nel 1715, alla morte del re sole, la corona passò al suo pronipote Luigi XV che però aveva solo 5 anni. Cosi la reggenza fu assunta da Filippo d’Orleans, un alto rappresentante della famiglia reale che si trovò impegnato a risolvere molti problemi.

Il reggente affidò il compito di risanare i conti pubblici al finanziere scozzese John Law: era convinto che immettendo sul mercato una grande quantità di cartamoneta, avrebbe dato impulso alle attività commerciali sulla quale la corona avrebbe potuto applicare nuove tasse.

Law creò una banca privata che ottenne il privilegio di stampare in esclusiva le banconote e ottenne il monopolio della riscossione delle tasse in Francia, riunì tutte le compagnie commerciali in un’unica società, ovvero la Compagnia delle Indie, di cui vendettero le azioni.

nel 1720 però apparve chiaro che la compagnia non avrebbe riscosso cosi tanti guadagni, così in molti iniziarono a rivendere le proprie azioni o chiederne la conversione in monete metalliche. Ma le riserve statali non bastarono a risarcire tutti e la Francia fu costretta a dichiarare bancarotta. Dal 1723 Luigi XV salì al trono e sotto la sua guida il paese riprese a crescere.

Restaurazione inglese e rivoluzione gloriosa

L’Inghilterra era uscita stremata dalla guerra civile e per questo la maggioranza del parlamento acconsentì alla restaurazione della monarchia con Carlo II. Il parlamento inglese era costituito da due camere: la Camera dei Lord che era riservata ai primogeniti delle famiglie aristocratiche più importanti e ai prelati della Chiesa anglicana, e la Camera dei Comuni, composta dai rappresentanti delle classi agiate della città.

Nonostante la restaurazione della monarchia il Parlamento non intendeva rinunciare ai propri diritti e quando fu chiara l’idea del sovrano di ritornare all’assolutismo, gli antichi contrasti esplosero nuovamente.

Monarchia costituzionale inglese

Il vero scontro tra la monarchia e Parlamento si verificò alla morte di Carlo II nel 1685, quando il trono passò al fratello Giacomo II. Il re realizzò una politica antiprotestante con l’obiettivo di restaurare la religione cattolica in Inghilterra.

L’ostilità del Parlamento verso il re accresce quando Giacomo II ebbe un erede maschio, questo significava per l’Inghilterra una dinastia cattolica, e nella volontà di difendere la libertà del proprio paese il parlamento offre la corona a Guglielmo d’Orange, sposo di Maria Stuart.

I diversi orientamenti del Parlamento si divisero in due schieramenti:

1. Whigs, filoparlamentari

2. Tories, difensori della Camera dei Lord e della chiesa anglicana.

Questa formazione dei partiti era una novità assoluta nella politica europea.

Nel 1688 Giacomo II fuggì dal paese e il figlio Guglielmo prese possesso del trono. Il Parlamento aveva compiuto un colpo di stato senza alcuna violenza e per questo motivo la rivoluzione viene chiamata “gloriosa”. L’aspetto più importante di questa rivoluzione però fu altro, infatti il Parlamento impose a Guglielmo di giurare una Dichiarazione dei Diritti in cui riconosceva i diritti dei cittadini e del parlamento.

Nella Dichiarazione si affermavano i principi fondamentali che riguardavano l’applicazioni delle leggi e la garanzia della libertà e successivamente il Bill of rights tradusse il forma di legge definitiva i principi della Dichiarazione. Fu la terza carta fondamentale del regno unito dopo la Magna Charta del 1215 e la Petizioni dei diritti.

Questa carta rappresenta l’inizio di una vera e propria monarchia costituzionale, caratterizzata da un compromesso con cui il sovrano accetta di avere accanto a se altre istituzioni dotate di autonomia, e per un certo senso la monarchia viene limitata e vincolata a un preciso patto giuridico. La monarchia da quel momento diventò un organo dello Stato e non più al di sopra, successivamente si passò a una monarchia parlamentare, caratterizzata dalla centralità del Parlamento.

Sulla base dei principi della Dichiarazione nel 1689 viene approvato l’Atto di tolleranza, che poneva fine alle persecuzioni religiose. Nel 1701 venne emanato l’Act of Settlement che garantiva l’indipendenza dei giudici e impediva una successione cattolica al trono.

Ascesa del Regno Unito

Guglielmo III morì nel 1702 e la corona passò ad Anna, ultima stuart. Pochi anni dopo, nel 1707 venne creato il Regno Unito di Gran Bretagna, formato dall’unione politica di Scozia, Irlanda e Inghilterra. Vennero unificati i Parlamenti e il governo anche se i singoli Stati conservarono il loro sistema giuridico e la loro chiesa.

Anna Stuart morì nel 1714 senza lasciare eredi e la Gran Bretagna passò a Giorgio Hannover, protestante e imparentato alla lontana con gli Stuart. Il nuovo sovrano prese il nome di Giorgio I e soprattuto non sapeva molto del proprio regno e preferì delegare il potere esecutivo ai ministri scelti del partito whig, Il più importante fu Robert Walpole che per oltre 20 anni, dal 1721 al 1742 guidò il paese. Inaugurò la prassi del governo di gabinetto ovvero un governo da cui il re era assente. Walpole era convinto che la pace avrebbe portato i suoi frutti alla Gran Bretagna e finchè ebbe il potere non combattè guerre con nessun paese esterno.

Riforme di Pietro il Grande

Il modello assolutistico si affermò anche nell’Europa orientale, soprattuto in Russia e Prussia.

Fino alla seconda metà dei 600 la Russia restò un paese isolato ma llo zar Pietro I il Grande, della dinastia dei Romanov, tentò di modificare questa situazione e assunse il potere nel 1689.

Riusciva ad avere frequenti occasioni di contatto con la cultura occidentale senza mai spostarsi dalla Russia, infatti, a Mosca si era costituito un quartiere in cui erano collocati diversi stranieri, e questo lo indusse a intraprendere diversi viaggi in Germania, Inghilterra, Olanda e Vienna. In seguito a queste esperienze lo zar si convinse che il suo paese avesse bisogno di un rinnovamento. Si propose di occidentalizzare la Russia e di renderla più simile alle grandi potenz europee.

1. Il primo obiettivo di Pietro fu quello di rendere più efficiente l’amministrazione dello Stato e di sottrarla dal controllo della grande nobiltà, i boiari.

2. 2. Abolì la Duma dei boiari e la sostituì con un Senato costituito da nove membri scelti dallo zar.

3. nel 1722 introdusse la Tavola dei Ranghi con cui sancì il criterio del merito come promozione sociale

4. Tutte le cariche militari furono classificate in 14 gradi e ogni passaggio di grado viene legato a meriti particolari.

5. Per sottomettere la chiesa ortodossa ne affidò il governo al Santo Sinodo, un nuovo organo costituito da laici ed aristocratici.

6. Costituì un esercito permanente e creò una flotta militare per sconfiggere le potenze atlantiche

Pietro tentò anche di creare un apparato culturale sul modello europeo ed istituì l’Accademia delle Scienze ed ordinò la traduzione di opere straniere, e impose nuovi costumi come l’obbligo per i nobili di tagliarsi la barba. Pietro il Grande avviò la modernizzazione del suo paese che però era in gran parte costituito da contadini in condizione servile e da pochi aristocratici in possesso di latifondi.

Prussia e riforme militari

Nel corso del 600 si affermò anche la Prussia degli Hohenzollern, marchesi del Brandeburgo e Grandi Elettori dell’Impero. Tra i loro possedimenti vi erano anche il ducato della Prussia orientale che nel 1681 venne unito al Brandeburgo e la Pomerania. Anche nel caso della Prussia si trattò di un riformismo dall'alto, voluto dal sovrano senza il coinvolgimento della società. Il re mirò alla costruzione di un apparato statale centralistico interamente sottoposto al suo controllo. Istituì a tal fine un Commissario generale con ilcompito di amministrare in modo unitario i diversi domini soggetti alla Corona. Elimino le autonomie cittadine e costrinse gli aristocratici a rinunciare alle loro rappresentanze politiche. In cambio la nobiltà trovò spazio nella carriera amministrativa, militare e diplomatica e organizzò un efficiente sistema fiscale.

Questo sistema permisero al sovrano di rafforzare l’esercito, che arrivò a 80 mila uomini e per questo costituiva non uno Stato con un esercito, ma un esercito con uno Stato.

Federico Guglielmo non solo rivolse particolare attenzione alla disciplina militare, ma pretese di imporla in tutti gli aspetti della vita dello Stato, tanto da meritare l'appellativo di «re sergente».Il servizio militare era obbligatorio e tutta la società era subordinata alle esigenze dell'esercito. Federico Guglielmo lasciò a al figlio federco II uno stato pronto ad espandersi e inserirsi nelle grandi potenze europee.

Guerre di successione europee

Tra il 1667 e 1763 ci fu un susseguirsi di guerre e conflitti, in particolare modo territoriali, il cui scopo era il possesso di aree in Europa o nelle colonie per stabilire un nuovo equilibrio tra gli Stati, e queste vengono chiamate guerre di successione e furono dei pretesti per modificare i rapporti tra gli stati europei.

Fu la politica espansionistica di Luigi XIV a dare inizio a questo secolo di guerre, infatti il Re Sole voleva approfittare della crisi della Spagna e delle difficoltà in Austria e Inghilterra per imporre la sua supremazia in Europa. Le prime guerre che ci furono sono state:

1. la guerra di devoluzione, cosi chiamata perché Luigi rivendicò i Paesi Bassi spagnoli in base al diritto di devoluzione: ovvero una consuetudine che limitava i diritti di successione ai figli del primo matrimonio.

2. la guerra d’Olanda: un tentativo di invasione che gli Olandesi contrastarono aprendo le loro dighe e allagando il loro territorio.

Entrambe le guerre garantirono al re nuovi possedimenti e Luigi XIV raggiunse l’apogeo della sua potenza, ma questa fase si chiuse con la tregua di Ratisbona.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali rivolte in Europa negli anni '40 del Seicento?
  2. Negli anni '40 del Seicento, l'Europa fu scossa da diverse rivolte, tra cui la Fronda in Francia, la rivolta del 1640 in Catalogna, la ribellione in Portogallo contro il dominio spagnolo, le rivolte a Napoli contro la Spagna, l'insurrezione dei Cosacchi nel Regno di Polonia e la rivoluzione del parlamento in Inghilterra.

  3. Come si manifestò la resistenza all'assolutismo in Inghilterra?
  4. In Inghilterra, la resistenza all'assolutismo si manifestò attraverso il dissenso religioso verso la Chiesa anglicana e l'adesione al movimento puritano, che promuoveva un'organizzazione ecclesiastica dal basso. Inoltre, il Parlamento difese i propri diritti con la Petizione dei diritti del 1628, opponendosi ai tentativi di Carlo I di imporre l'assolutismo.

  5. Quali furono le conseguenze della Guerra Civile inglese?
  6. La Guerra Civile inglese portò alla vittoria dell'esercito del parlamento guidato da Oliver Cromwell, alla proclamazione della repubblica e alla condanna a morte del monarca. Tuttavia, il parlamento non riuscì a governare efficacemente a causa delle divisioni interne, portando alla restaurazione della monarchia dopo la morte di Cromwell.

  7. Quali furono le principali riforme di Luigi XIV in Francia?
  8. Luigi XIV attuò riforme per centralizzare il potere, limitando l'autorità dell'aristocrazia, dei parlamenti e della chiesa. Rafforzò lo stato attraverso un sistema di consigli e riorganizzò le finanze con l'aiuto di Jean-Baptiste Colbert, che applicò una politica mercantilista e migliorò l'economia e le infrastrutture.

  9. In che modo la Gloriosa Rivoluzione influenzò la monarchia inglese?
  10. La Gloriosa Rivoluzione del 1688 portò alla fuga di Giacomo II e all'ascesa al trono di Guglielmo d'Orange. Il Parlamento impose a Guglielmo di giurare una Dichiarazione dei Diritti, che riconosceva i diritti dei cittadini e del parlamento, segnando l'inizio di una monarchia costituzionale e limitando il potere del sovrano.

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