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Concetti Chiave

  • Il termine "principe" ha origini latine, significando "primo" o "preminente", e ha avuto vari significati nel contesto politico romano.
  • Sotto Augusto, il titolo di princeps si evolve, segnando la transizione verso una monarchia assoluta con poteri concentrati in un solo individuo.
  • Nel Medioevo, il termine continua a indicare il massimo potere politico e ispira trattati sui sovrani ideali, i cosiddetti specula principis.
  • Nel Rinascimento italiano, il termine "principe" si associa a dinastie regionali, come trattato da Machiavelli ne "Il Principe".
  • Oggi, il mito della vita principesca sopravvive come simbolo di ricchezza e prestigio, nonostante l'aristocrazia sia spesso solo simbolica.

Il principe e il principato


Indice

  1. Origine e significato del termine principe
  2. Evoluzione del termine nel tempo
  3. Il principato e la trasformazione dello Stato
  4. Il principe nel Medioevo e Rinascimento
  5. Il mito della vita principesca oggi

Origine e significato del termine principe

Il termine “principe” deriva dal latino princeps che significa “primo”, “preminente”, “migliore”. Nel corso della storia romana il vocabolo ha avuto utilizzi e significati differenti. In generale esso veniva usato per indicare il capofila di un gruppo di persone. In ambito politico, durante la prima fase della Repubblica, il princeps senatus (“principe del Senato”) era il più autorevole tra i senatori e aveva il diritto di intervenire per primo nel dibattito in aula. In epoca tardo-repubblicana, invece, con l’espressione princeps civitatis (“principi della città”) venivano designati i cittadini più importanti dello Stato, distintisi nella sfera pubblica per meriti civili o militari.

Evoluzione del termine nel tempo

Di questo titolo poterono, per esempio, fregiarsi Cesare e Pompeo che, grazie all’autorità acquisita, detenevano a tutti gli effetti le redini del potere. Ma è con Ottaviano che il termine princeps assume un nuovo significato, tanto la forma di governo con le sue riforme viene definita “principato”. Augusto, infatti, è sia princeps civitatis sia princeps senatus e quindi, in quanto individuato più eminente dello Stato per ricchezza e autorità, può votare per primo in assemblea. Egli pone alla base del proprio potere l’idea di “governo del migliore”, che agisce grazie al consenso dei cittadini e si presenta come garante della tradizione repubblicana, di cui mantiene le istituzioni e le magistrature.

Il principato e la trasformazione dello Stato

Facendosi attribuire alcuni poteri speciali, come la tribunicia potestas e l’imperium proconsolare, che gli garantiscono l’inviolabilità personale e il potere militare, avvia un processo di trasformazione della forma dello Stato romano che porta alla progressiva affermazione della “monarchia assoluta”, ossia del potere concentrato nelle mani di un singolo individuo.

Il principe nel Medioevo e Rinascimento

Il termine princeps non scompare dal vocabolario occidentale con la caduta dell’Impero romano, ma rimane in uso accanto al titolo di rex per indicare il massimo rappresentante del potere politico. Nel Medioevo fiorisce un vero e proprio genere letterario legato alla figura del principe. Si tratta degli specula principis (“specchi del principe”), una serie di trattati il cui intento principale è tracciare un ritratto del sovrano ideale, indicando le virtù morali necessarie per diventare un buon re cristiano.

A partire dal X secolo d.C., in seguito alla dissoluzione dell’Impero carolingio e all’affermazione del feudalesimo, alcuni membri della nobiltà che riescono a rendere ereditario il proprio potere sul feudo cominciano ad attribuirsi il titolo di “principe”. Da quel momento l’uso del termine si estende alla società aristocratica e viene utilizzato per indicare il grado più alto della nobiltà feudale.

Il termine “principe” assume un significato particolare nell’Italia centro-settentrionale dove, sul finire del XIII secolo, per porre fine ai ripetuti contrasti cittadini, alle lotte intestine e alla conseguente paralisi delle istituzioni comunali, si va affermando l’uso di concentrare il potere nelle mani di una sola persona, il signore, membro delle famiglie nobili più in vista della regione. Alcune di queste famiglie riescono, nel corso del Rinascimento, a fondare delle vere e proprie dinastie e a formare delle entità statali a carattere regionale che rievocano le legittimazione da parte imperiale e papale. Nascono così i “principati”, destinati a caratterizzare la vita politica italiana fino alla fine del XVIII secolo. Alla fine del sovrano rinascimentale italiano Niccolò Machiavelli dedicò un trattato, Il Principe (1513), che rappresenta ancora oggi uno dei massimi esempi sulla funzione del potere.

Il mito della vita principesca oggi

Oggi, dopo tanti rivolgimenti storici e sociali, a sopravvivere nell’immaginario è il mito della vita principesca, ricca e sfarzosa, trascorsa tra gli agi di corte: fotografie e servizi televisivi rinnovano il fascino di un’aristocrazia dal ruolo spesso soltanto simbolico e politicamente marginale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine e il significato del termine "principe" nella storia romana?
  2. Il termine "principe" deriva dal latino "princeps", che significa "primo" o "preminente". Nella storia romana, indicava il capofila di un gruppo, e in ambito politico, il "princeps senatus" era il senatore più autorevole.

  3. Come si è evoluto il significato del termine "principe" con Ottaviano Augusto?
  4. Con Ottaviano Augusto, il termine "princeps" assume un nuovo significato, legato alla forma di governo chiamata "principato", dove Augusto era sia "princeps civitatis" che "princeps senatus", consolidando il potere nelle sue mani.

  5. Qual è il ruolo degli "specula principis" nel Medioevo?
  6. Gli "specula principis" erano trattati medievali che delineavano il ritratto del sovrano ideale, indicando le virtù morali necessarie per essere un buon re cristiano.

  7. Come si è sviluppato il concetto di "principe" nell'Italia centro-settentrionale durante il Rinascimento?
  8. Nell'Italia centro-settentrionale, il termine "principe" si riferiva al signore che concentrava il potere per risolvere i conflitti cittadini, portando alla formazione di dinastie e principati regionali.

  9. Qual è l'eredità moderna del concetto di "principe"?
  10. Oggi, il concetto di "principe" sopravvive come mito di una vita principesca, ricca e sfarzosa, con un ruolo spesso simbolico e marginale nella politica.

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