Concetti Chiave
- L'impero Carolingio era un'entità continentale, estesa principalmente in Germania e non mediterranea, differente dall'Impero Romano sia per geografia che cultura.
- La società era composta principalmente da agricoltori poveri, senza città fiorenti, infrastrutture, e quindi carente di cultura e commercio.
- Non c'erano confini culturali netti tra le popolazioni; le lingue volgari non erano ancora sviluppate, e il latino era la lingua comune del clero.
- Carlo Magno sfruttò l'omogeneità culturale e religiosa per unificare l'impero sotto una fede cattolica condivisa, utilizzando il prestigio del papato.
- Con il sistema feudale, Carlo Magno organizzò le forze militari per difendere e propagare la cristianità, dando un ordine politico e civile all'impero.
Un impero continentale e rustico
Era un impero assai diverso da quello romano. Geograficamente, spaziava in Germania oltre il Reno sino all’Oder, comprendendo le odierne Boemia e Moravia; ma si fermava a sud ai fiumi Ebro, in Spagna, Garigliano, in Italia, e Narenta, in Dalmazia, escludendo quasi tutta la Spagna, l’Italia meridionale e la penisola balcanica. Era, quindi, un impero continentale, non mediterraneo: di contadini e non di mercanti e marinai; e di contadini assai poveri, senza fiorenti città, senza buone strade, senza porti; e cioè senza cultura, ricchezza, commercio.
Un impero di povera e rustica gente. E questo era il primo carattere che lo rendeva omogeneo: dappertutto, dall’Abruzzo alla Sassonia, dalla Marca spagnola al Danubio, si trovava la medesima rudimentale agricoltura, praticata da servi sotto rozzi padroni dediti al mestiere delle armi, i medesimi tuguri, aratri di legno, vestimenti di pelli di pecora. Confini nettamente segnati tra gente e gente non c’erano: le lingue volgari non si erano ancora formate, a distinguere le Nazioni, né i diversi caratteri d’attività, né i diversi costumi. Dappertutto, poi, si trovava il medesimo clero, anch’esso piuttosto rozzo, con i suoi vescovi, accomunato dall’uso universale del latino e dalla soggezione alla lontana figura del papa.
L'omogeneità culturale e religiosa
Carlo seppe trarre profitto da questa fondamentale omogeneità dei popoli, da questa fede cattolica generalmente diffusa, per ricavare da quel caos informe di stirpi e di dialetti un principio d’ordine; e il prestigio del papato gli servì per riallacciare confusamente la sua autorità agli antichi ricordi romani e, più ancora, per dare a tante popolazioni divise e inselvatichite uno scopo comune, che fu la difesa e propagazione della cristianità contro gli infedeli. E alle forze guerriere messe così in campo per un’idea religiosa seppe genialmente imporre un sistema d’ordinamenti politici e civili, che si chiamò sistema feudale.
Domande da interrogazione
- Quali erano le caratteristiche principali dell'impero descritto nel testo?
- Come Carlo ha sfruttato l'omogeneità culturale e religiosa dell'impero?
- Qual era il ruolo del clero nell'impero descritto?
L'impero era continentale e rustico, estendendosi dalla Germania oltre il Reno fino all'Oder, ma escludendo gran parte della Spagna, dell'Italia meridionale e della penisola balcanica. Era un impero di contadini poveri, senza città fiorenti, buone strade o porti, caratterizzato da un'omogeneità culturale e religiosa.
Carlo ha sfruttato l'omogeneità culturale e religiosa per creare ordine e un sistema di difesa comune contro gli infedeli, utilizzando il prestigio del papato per unire le popolazioni e imporre un sistema feudale.
Il clero, sebbene rozzo, era omogeneo e accomunato dall'uso del latino e dalla soggezione al papa, contribuendo all'omogeneità culturale e religiosa dell'impero.