Concetti Chiave
- L'incontro del 754 tra Pipino il Breve e papa Stefano I segnò l'inizio di un forte legame tra la dinastia carolingia e la Chiesa, con concessioni territoriali significative al Papa.
- Nella società carolingia, Chiesa e Stato erano strettamente intrecciati, con l'imperatore che gestiva sia gli affari spirituali che temporali, rafforzando l'unità politica e religiosa dell'impero.
- Le abbazie autonomamente gestite e supportate dal papato erano centri di evangelizzazione e potere, godendo di privilegi come l'immunità e fungendo da anticamere del potere politico.
- La consacrazione di Carlo Magno da parte di papa Leone III nel 800 consolidò l'interdipendenza tra Chiesa e Impero, legittimando reciprocamente le loro autorità.
- Le opere artistiche del periodo, come i Vangeli di Lotario, riflettono simbolicamente i legami tra politica e religione, mostrando il ruolo dell'imperatore come mediatore tra Dio e l'umanità.
Indice
Incontro storico a Ponthion
Nel 754, a Ponthion, (nell’est della Francia) si tenne un incontro fra Pipino il Breve, re dei Franchi e figlio di Carlo Martello fondatore della dinastia carolingia, e il papa Stefano I. Quest’ultimo supplicò il re di intervenire a favore delle faccende di S. Pietro e della repubblica dei Romani. Negli anni seguenti, Pipino il Breve sconfisse più volte in battaglia i Longobardi e donò al Papa il Lazio, l’Umbria, la Pentapoli e l’Esarcato di Ravenna, gettando così le base del futuro Stato della Chiesa.
Donazione di Costantino e la Chiesa
A questo si aggiunge il fatto che il re dei Franchi accettò pacificamente il contenuto della Donazione di Costantino, un documento con cui l’imperatore Costantino avrebbe ceduto a Papa Silvestro tutti i territori dell’Occidente. Soltanto nel Quattrocento l’autenticità di tale documento fu messa in dubbio dall’umanista Lorenzo Valla, arrivando a dimostrarne l’assoluta falsità con un’analisi linguistica e filologica.
Unificazione religiosa e potere carolingio
Nella società carolingia, la Chiesa e lo Stato sono intimamente legati, come lo sono il sacro e il profano; infatti la religione cristiana coinvolge tutti gli aspetti esistenziali. L’auspicio dei sovrani carolingi era di unificare il regno attraverso un’unificazione religiosa: affinché le popolazioni avessero coscienza di appartenere allo stesso Impero, era necessario che essi vivessero secondo i medesimi principi e le stesse regole. Da parte sua, l’imperatore, capo spirituale e temporale, interveniva sia sul piano organizzativo del clero che su quello de precetti teologici per cui la gestione della Chiesa p un affare spirituale ma anche politico ed economico. Pertanto, il papa e l’imperatore costituivano i due pilastri del potere carolingio.
Ruolo dei monasteri e delle abbazie
Prima che i carolingi arrivassero al potere, mentre i vari regni su cui regnavano i merovingi si frantumavano sotto la pressione di numerose invasioni barbariche, la Chiesa d’Occidente per mantenere la propria unità poteva contare soltanto sulle proprie forze. Dopo le grandi invasioni, il vecchio Impero Romano fu praticamente smantellato e ricomposto in unità statali più o meno precarie; in tale contesto soltanto i monasteri hanno costituito un elemento di aggregazione e soprattutto di custodia delle ricchezze del sapere. La presenza in questi monasteri di numerosi membri delle famiglie principesche, fecero dei monasteri una sorta di anticamera del potere. Su questi territori così spezzati, le autorità costituite quali il vescovo e il signore, esercitavano un impatto piuttosto limitato e spesso conflittuale, mentre le grandi abbazie costituivano un solido punto di riferimento con privilegi importanti come l’immunità o le esenzioni fiscali. Da ricordare che la pratica dell’immunità delle abbazie nacque proprio ai tempi dei Carolingi.
Interdipendenza tra Chiesa e impero
Le abbazie, capaci di vivere in autarchia, dipendevano direttamente dal Papa ed è da esse che partivano i missionari per l’evangelizzazione progressiva su tutto quel territorio che diventerà un impero carolingio. Se l’accesso al potere della dinastia carolingia era strettamente legato alla Chiesa, la crescente potenza dei Longobardi richiedeva l’intervento dei Franchi per difendere il Papato; non è da sottovalutare il fatto che i Merovingi discendono da quel Carlo Martello che fermò gli Arabi a Poitiers nel 732 e che Pipino il Breve aveva di fatto sancito la costituzione dello Stato della Chiesa. Inversamente, l’impero aveva bisogno della Chiesa per estendere il proprio dominio perché l’imperatore dirigeva la vita politica e spirituale dei propri sudditi. La concretizzazione di tale rapporto si ebbe con papa Leone III che il 25 dicembre 800 consacrò Carlo Magno. In pratica, si trattava di due modelli universalistici che si fondevano con un vantaggio reciproco, fornendo così al Papato e alla monarchia la legittimità delle decisioni assunte. Questa relazione di interdipendenza fra i due poteri si estese molto al di là del regno di Carlo Magno.
Simbolismo nei Vangeli di Lotario
Se ne vede un esempio nei Vangeli di Lotario (= uno dei tre figli di Carlo Magno), realizzato dai monaci dell’Abbazia di San Martino di Tours, intorno all’850. Il manoscritto, ricco di miniature, inizia con una dedica a Lotario, scritta in lettere dorate; il ritratto dell’imperatore esprime in modo simbolico gli stretti legami fra religione e politica. Esso è seduto sul trono, circondato e guardato con interesse e compiacenza da due guardie armate, rispettivamente di una lancia e di una spada; la loro presenza è il simbolo della protezione divina accordata all’imperatore. Nello stesso manoscritto, abbiamo anche l’immagine della Majestatis Domini che ha, anch’essa una dimensione politico-teologica. In questa iconografia, in cui il Signore è seduto su di un globo simbolo del cosmo, la monarchia occupa una posizione di intermediario fra Dio e gli uomini.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il ruolo di Pipino il Breve nel rapporto tra la dinastia carolingia e la Chiesa?
- Come si è evoluto il rapporto tra la Chiesa e lo Stato durante la dinastia carolingia?
- Qual era l'importanza dei monasteri nel contesto del potere carolingio?
- In che modo la consacrazione di Carlo Magno da parte di papa Leone III ha influenzato il rapporto tra Chiesa e Impero?
- Qual è il significato simbolico del ritratto di Lotario nei Vangeli di Lotario?
Pipino il Breve ha avuto un ruolo cruciale nel rafforzare il legame tra la dinastia carolingia e la Chiesa, sconfiggendo i Longobardi e donando territori al Papa, gettando le basi per lo Stato della Chiesa.
Durante la dinastia carolingia, la Chiesa e lo Stato erano strettamente legati, con l'imperatore che interveniva sia sul piano organizzativo del clero che su quello dei precetti teologici, rendendo la gestione della Chiesa un affare spirituale, politico ed economico.
I monasteri erano centri di aggregazione e custodia del sapere, con membri delle famiglie principesche che li rendevano anticamere del potere, e godevano di privilegi come l'immunità e le esenzioni fiscali.
La consacrazione di Carlo Magno da parte di papa Leone III ha simboleggiato la fusione di due modelli universalistici, fornendo legittimità reciproca al Papato e alla monarchia e consolidando il loro rapporto di interdipendenza.
Il ritratto di Lotario nei Vangeli di Lotario simboleggia i legami stretti tra religione e politica, con l'imperatore seduto sul trono circondato da guardie armate, rappresentando la protezione divina e l'intermediazione tra Dio e gli uomini.