Concetti Chiave
- Durante il Medioevo, il papa e l'imperatore rappresentavano le principali autorità universali, ma spesso erano in conflitto come nella guerra per le investiture.
- Dal XII secolo, i comuni e gli stati nazionali emersero come potenze politiche, indebolendo l'impero e favorendo la crescita delle città e della borghesia.
- I comuni italiani cercarono maggiore autonomia dall'imperatore, culminando nella vittoria della Lega Lombarda contro Federico Barbarossa e nella Pace di Costanza.
- La Chiesa, mentre l'impero si indeboliva, consolidò il suo potere temporale e spirituale, con i papi che diventarono attori politici significativi.
- Sotto Innocenzo III e Bonifacio VIII, la Chiesa cercò di affermare la sua supremazia teocratica, ma il progetto fu ostacolato dalla "cattività avignonese" causata dalle pressioni francesi.
Indice
Le autorità universali nel Medioevo
Per gran parte del Medioevo le due autorità universali furono incarnate dal papa e dall’imperatore, due figure guida per tutti i popoli cristiani dell’Europa occidentale. Le autorità detenute dal papa e dal clero si originavano dall’investitura ricevuta da Pietro direttamente da Gesù Cristo, per quanto riguarda l’imperatore il suo potere si basa sulla continuità del potere con l’autorità ecclesiastica: Carlo Magno nell’800 volle che fosse il papa ad incoronarlo.
Conflitti tra Chiesa e Impero
Il rapporto tra autorità “politica” e “spirituale” però non furono sempre concordi. Chiesa e Impero entrarono in conflitto nella “guerra per le investiture”; Papa Gregorio VII nel 1075 vietò ai re di nominare i vescovi. La “disputa” si risolse nel 1122 con il concordato di Worms che riconosce al papa il diritto di scegliere e nominare i vescovi, e all’imperatore quello di attribuire ai vescovi alcuni poteri politici, rendendoli così propri vassalli.
Ascesa dei comuni e crisi dell'impero
Dopo questa tregua le due forze maggiori, Chiesa e Impero, perdono gran parte del loro potere, infatti da meta 12°secolo i comuni e gli stati nazionali diventavano padroni della scena politica. Il primo ad entrare in crisi fu l’impero, tra il 12° e il 13° secolo gli imperatori entrarono in lotta con la società urbana, che si presenta in netto contrasto con l’idea di impero. Dopo l’anno mille fioriscono città e quelle già esistenti rinascono; in Italia, intorno al 1100 fioriscono molti centri urbani tra cui Genova, Milano, Firenze e Venezia, che superano i 50.000 abitanti. Lo sviluppo delle città danneggia la nobiltà feudale, rimasta ancora legata all’ideale del possedimento di terreno. N città si forma e si afferma una nuova classe sociale, la borghesia, formata da artigiani, mercanti, notai e giudici.
All’interno delle città sorgono i comuni, forme di organizzazione del potere, questi pretendono dall’imperatore e dal feudatario il riconoscimento di una maggiore autonomia politica; questo porta i comuni ad entrare progressivamente in conflitto con l’Imperatore. Nel 1176 a Legnano la “lega delle città lombarde” sconfisse Federico I barbarossa. Nel 1183 venne firmata la pace di Costanza.
Supremazia della Chiesa e riforma teocratica
Con l’indebolimento dell’impero i papi affermano la supremazia della chiesa. Con l’indebolimento dell’impero i papi affermano la supremazia della chiesa, infatti tra 12° e 14° secolo la chiesa esercitò oltre al potere spirituale anche quello temporale, si ebbe come conseguenza che Papi e prelati divennero a tutti gli effetti “uomini politici”.
Il trionfo e la caduta del progetto teocratico
Con Innocenzo III (1198-1216) e Bonifacio VIII (1194-1303) prende il via una riforma teocratica del sistema. Innocenzo II sostiene che il Papa sia nettamente superiore all’imperatore, mentre Bonifacio VIII cerca di ridurre le richieste della nobiltà laziale e interviene nelle questioni politiche fiorentine e in quelle dell’Italia Meridionale. Il 1300 si prospetta come l’anno del trionfo del progetto teocratico voluto da Bonifacio VIII, ma esso fu un successo breve poiché la chiesa venne minacciata dall’impero francese. Causa di un’aspra contesa Filippo IV il bello, rivendica al papa la propria autonomia e lo fece arrestare e imprigionare. La sede papale venne trasferita ad Avignone, del 1309 al 1377, periodo detto “cattività avignonese”.
Domande da interrogazione
- Quali furono le due autorità universali nel Medioevo e come si relazionavano tra loro?
- Come si svilupparono i comuni e quale impatto ebbero sull'Impero?
- Quali furono le conseguenze dell'indebolimento dell'Impero per la Chiesa?
- In cosa consisteva la riforma teocratica avviata da Innocenzo III e Bonifacio VIII?
- Cosa fu la "cattività avignonese" e quali furono le sue cause?
Le due autorità universali nel Medioevo furono il papa e l'imperatore. Il papa deteneva l'autorità spirituale, mentre l'imperatore aveva un potere politico legato all'autorità ecclesiastica. Tuttavia, le relazioni tra loro non furono sempre concordi, culminando nella "guerra per le investiture".
I comuni si svilupparono come nuove forme di organizzazione del potere, richiedendo maggiore autonomia politica dall'imperatore e dai feudatari. Questo portò a conflitti con l'Impero, culminando nella sconfitta di Federico I Barbarossa a Legnano nel 1176 e nella pace di Costanza del 1183.
Con l'indebolimento dell'Impero, i papi affermarono la supremazia della Chiesa, esercitando non solo il potere spirituale ma anche quello temporale. Ciò trasformò papi e prelati in "uomini politici" tra il 12° e il 14° secolo.
La riforma teocratica avviata da Innocenzo III e Bonifacio VIII mirava a stabilire la superiorità del papa sull'imperatore e a ridurre le richieste della nobiltà. Tuttavia, il progetto teocratico di Bonifacio VIII fu minacciato dall'impero francese.
La "cattività avignonese" fu il periodo dal 1309 al 1377 in cui la sede papale fu trasferita ad Avignone. Fu causata dalla contesa tra Filippo IV il Bello e il papa, culminata con l'arresto e l'imprigionamento del papa da parte del re francese.