Concetti Chiave
- Joseph Stalin, nato nel 1878 in Georgia, governò l'Unione Sovietica dittatorialmente per circa 25 anni, trasformandola in una grande potenza mondiale.
- L'Unione Sovietica era in crisi dopo la guerra con un isolamento internazionale e disgregazione sociale, mentre la Terza Internazionale cercava di unificare i partiti comunisti.
- La NEP di Lenin reintrodusse il profitto individuale e liberalizzò il commercio interno, ma Stalin abbandonò la NEP per un'industrializzazione forzata dopo una crisi agricola.
- Stalin pianificò l'economia con rigore, escludendo l'iniziativa privata e collettivizzando le terre, causando un enorme sforzo economico e sociale.
- Il regime di Stalin si identificò con il partito unico, instaurando una dittatura repressiva e utilizzando propaganda per eliminare il dissenso.
Indice
Informazioni biografiche di Stalin
Joseph Stalin è nato il 18 dicembre del 1878 a Gori, Georgia ed è morto il 5 marzo 1953 a Mosca. È ricordato per essere stato il segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica e premier dello Stato sovietico che per un quarto di secolo governò dittatorialmente l'Unione Sovietica e la trasformò in una grande potenza mondiale.La biografia di Stalin è stata a lungo oscurata da una leggenda diffusa dai sovietici che amplificava la sua abilità di eroico uomo-cospiratore bolscevico e fedele seguace di Lenin, il fondatore dell'Unione Sovietica.

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Unione sovietica e la dittatura di Stalin
La Russia nei primi anni dopo la guerra, era un paese parecchio indietro. Inoltre, vi era una forte disgregazione sociale, causata dalla frattura tra il governo comunista e il popolo. Al crollo interno si aggiungeva l’isolamento internazionale. Lo stato sovietico era quindi in fallimento.Nel 1919 a Mosca si fonda la Terza Internazionale, creata da Lenin per unificare i partiti comunisti di tutto il mondo in vista di un allargamento internazionale della rivoluzione bolscevica. Ma in quel periodo i partiti comunisti erano ovunque in minoranza, in quanto si stavano affermando regimi autoritari.
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Nuova Politica Economica (NEP)
Questa situazione spinse Lenin a seguire una nuova linea di politica economica (Nep), che consisteva nel reintrodurre il profitto individuale e la libertà economica. Nelle campagne cessarono le requisizioni e venne liberalizzato il commercio interno, favorendo lo sviluppo delle piccole imprese private. La Nep diede esiti consistenti: la produzione e il reddito nazionale aumentarono. Invece riguardo la società, negli anni della Nep aumentò notevolmente la differenza sociale nelle campagne e il rilancio del ceto dei contadini agiati (kulaki). Però, la Nep aveva anche dei lati negativi: era difficile guidare un’economia composta in parte da aziende privata e in parte da imprese pubbliche. Inoltre, i prodotti industriali erano molto più alti di quelli agricoli; quindi, nelle campagne non si riusciva a realizzare il surplus necessario per la ripresa industriale. Negli anni Venti si aprì un dibattito tra i sostenitori della Nep: come industrializzare la Russia? La proposta era una trasformazione lenta e graduale del sistema economico. Gli oppositori invece, pensavano che fosse indispensabile velocizzare i tempi, riducendo i costi di produzione e aumentando la produttività industriale. A questo problema si aggiunse la morte di Lenin nel ’24 e la necessità di ristabilire il potere nel Partito comunista. Nel ’25 Stalin prese il posto.Originariamente bendisposto alla Nep, in seguito ad un’ennesima crisi agricola, decise per l’industrializzazione forzata. In poco tempo la Russia dovette eseguire un salto che gli altri stati avevano fatto durante il corso di vari secoli.
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Stalin e l’economia
L’apparecchio usato da Stalin fu pianificare nei minimi dettagli l’economia: lo stato presiedeva in modo duro tutti i meccanismi dell’economia, decidendo cosa produrre, quanto, in quanto tempo e a quale prezzo. Ciò escludeva l’iniziativa privata e presupponeva la proprietà pubblica di tutti i mezzi di produzione. Fu uno sforzo enorme, che trasformò l’Unione Sovietica in una grande potenza industriale, seconda solo a USA e Germania.I costi di tale furono altissimi e, non potendo ottenere finanziamenti dall’estero, si seguirono due strade: il basso livello dei salari e quindi dei consumi, ottenuto con la militarizzazione del lavoro operaio; e il trasferimento forzato di ricchezza dall’agricoltura all’industria, tramite collettivizzazione imposta delle terre. Stalin era consapevole che ciò avrebbe provocato uno scontro sociale nelle campagne; infatti, i contadini si opposero con ogni mezzo alla collettivizzazione forzata. Verso di loro si agì con la forza, attraverso massacri e deportazioni nei campi di lavoro. La produzione agricola si ridusse, e il prelievo forzato di gran parte del raccolto non era sufficiente nemmeno per l’autoconsumo; quindi, una terribile carestia distrusse molte regioni. Nel ’33 Stalin reintrodusse il diritto dei contadini di coltivare piccoli appezzamenti per le proprie necessità.
Il PNL in quel periodo aumentò, ma ciò non si tradusse in aumento dei consumi delle famiglie, in quanto venne utilizzato per nuovi investimenti e per la difesa.

Politica di Stalin
In campo politico Stalin instaurò una dittatura basata sul partito, che si identificò nello stato, in quanto unico detentore del potere. Qualunque disaccordo fu represso e si passò ad una fase di terrore chiamato anche “delle grandi purghe”, in cui furono uccisi o deportati numerosi cittadini, dai ceti più alti a quelli più bassi. Inoltre, veniva fatta molta propaganda ideologica che tendeva a criminalizzare ogni dissenso.Per ulteriori approfondimenti sulla dittatura di Stalin vedi anche qua
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali caratteristiche biografiche di Joseph Stalin?
- Come si presentava l'Unione Sovietica nei primi anni della dittatura di Stalin?
- Qual era l'obiettivo della Nuova Politica Economica (NEP) e quali furono i suoi risultati?
- In che modo Stalin trasformò l'economia sovietica?
- Quali furono le caratteristiche principali della politica di Stalin?
Joseph Stalin nacque il 18 dicembre 1878 a Gori, Georgia, e morì il 5 marzo 1953 a Mosca. Fu segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica e premier dello Stato sovietico, governando dittatorialmente per un quarto di secolo e trasformando l'Unione Sovietica in una grande potenza mondiale.
Nei primi anni della dittatura di Stalin, l'Unione Sovietica era un paese arretrato con una forte disgregazione sociale e isolamento internazionale. La Terza Internazionale fu fondata per unificare i partiti comunisti, ma i regimi autoritari stavano emergendo ovunque.
La NEP mirava a reintrodurre il profitto individuale e la libertà economica, favorendo lo sviluppo delle piccole imprese private. Portò a un aumento della produzione e del reddito nazionale, ma anche a una maggiore differenza sociale nelle campagne e difficoltà nel guidare un'economia mista.
Stalin pianificò l'economia nei minimi dettagli, escludendo l'iniziativa privata e imponendo la proprietà pubblica dei mezzi di produzione. Questo trasformò l'Unione Sovietica in una grande potenza industriale, ma a costi sociali ed economici altissimi, inclusi salari bassi e collettivizzazione forzata.
La politica di Stalin si basava su una dittatura del partito, identificato con lo stato, e su una fase di terrore nota come "grandi purghe", durante la quale furono uccisi o deportati numerosi cittadini. La propaganda ideologica criminalizzava ogni dissenso.