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Concetti Chiave

  • La Gran Bretagna, dopo la perdita delle colonie americane, si rese conto della necessità di una politica coloniale più ampia e meno autoritaria.
  • Nel 1833, il governo britannico abolì la schiavitù nei territori sotto la corona, pagando venti milioni di sterline ai proprietari di schiavi come risarcimento.
  • L'emigrazione verso le colonie britanniche aumentò notevolmente in seguito al boom demografico causato dalla rivoluzione industriale.
  • In Sud Africa, la tensione tra nuovi coloni britannici e boeri portò a una migrazione interna e a conflitti locali.
  • Il Canada ottenne una forma di autonomia con un proprio parlamento, mentre l'Australia e la Nuova Zelanda videro crescere nuove società, con la Nuova Zelanda in particolare che sviluppò una democrazia influenzata da sette protestanti.

Indice

  1. La resilienza britannica
  2. Abolizione della schiavitù
  3. Migrazioni e conflitti in Sud Africa
  4. Espansione e autonomia in Canada
  5. Sviluppo di Australia e Nuova Zelanda

La resilienza britannica

La perdita delle colonie americane, durissimo colpo che avrebbe spezzato la fibra e le speranze di qualsiasi stato, non avevano rallentato l'irresistibile ascesa della grandezza inglese. La Gran Bretagna si accorse che non si potevano più usare i metodi sbrigativi con cui la Spagna e il Portogallo si erano arricchiti, che se si voleva cautelarsi da una nuova rivolta di coloni bisognava adottare una politica assai più larga.

L'Inghilterra in questo caso fu grandemente avvantaggiata dal suo regime parlamentare, che permetteva alla voce del buon senso di farsi sentire anche fra gli uomini del governo.

Abolizione della schiavitù

Nel 1807 era stato abolito il commercio degli schiavi, grazie all'efficace azione del partito "whig", e la marina britannica aveva condotto su tutti i mari una vera e propria guerra contro le navi negriere; ma centinaia di migliaia, forse milioni, erano ancora gli uomini di colore costretti a schiavitù in ogni parte del mondo. Nel 1833 il ministero Grey propose e ottenne che in tutti i territori soggetti alla corona britannica la schiavitù fosse abolita; il che venne attuato nello stesso anno dopo che il governo inglese ebbe pagato ben venti milioni di sterline ai proprietari di schiavi per risarcirli del danno subito. L'avvento della rivoluzione industriale e il miglioramento delle condizioni di vita avevano determinato, nei primi decenni del XIX secolo, un brusco incremento numerico della popolazione britannica; la valvola di queste scosse demografiche è sempre l'emigrazione (quando non è la guerra), e così l'esodo verso le colonie era notevolmente aumentato.

Migrazioni e conflitti in Sud Africa

Nella Colonia del Capo, in Sud Africa, si determinò il cozzarsi tra i nuovi venuti e i "boeri", i coloni olandesi già stanziati da tempo sul posto: questi credettero calpestati i propri interessi e iniziarono una colossale migrazione verso nord, nell'intento di liberarsi degli odiosi dominatori. Poco dopo che i boeri avevano domato le feroci tribù zulù del Natal e si erano stabiliti in quel territorio, l'Inghilterra si annetteva anche quella provincia, gettando le basi per una breve e sanguinosa guerra.

Espansione e autonomia in Canada

Un'altra imponente corrente migratoria di riversava dalle Isole Britanniche verso il Canada, la più progredita fra le colonie della corona, e quella che avrebbe potuto più facilmente imitare l'esempio degli Stati Uniti. Qui però i fermenti secessionisti furono domati dal governatore: egli coordinò ed ottenne una specie di autonomia per la colonia, che ebbe un suo parlamento, costituendo un rudimentale esempio di quelli che saranno i pilastri dell'impero britannico.

Sviluppo di Australia e Nuova Zelanda

Due colonie andavano acquistando importanza: l'Australia e la Nuova Zelanda. Quest'ultima fiorì come un vero stato democratico, a impronta religiosa grazie ad alcune sette protestanti che fecero molti proseliti. In Australia, invece, i poveri indigeni, appartenenti alla razza più antiquata del mondo, subirono le angherie e le crudeltà dei criminali bianchi, che in alcuni casi arrivarono a vere e proprie stragi. Ma l'allevamento delle pecore e l'oro richiamavano dall'Inghilterra una nuova e più civile corrente migratoria, base della futura prosperità australiana.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le conseguenze della perdita delle colonie americane per la Gran Bretagna?
  2. La perdita delle colonie americane non rallentò l'ascesa della grandezza inglese, ma portò la Gran Bretagna a rivedere la sua politica coloniale, adottando un approccio più ampio per evitare nuove rivolte.

  3. Quali riforme furono attuate dalla Gran Bretagna riguardo alla schiavitù?
  4. Nel 1807, il commercio degli schiavi fu abolito grazie al partito "whig", e nel 1833 la schiavitù fu abolita in tutti i territori britannici, con il governo che risarcì i proprietari di schiavi con venti milioni di sterline.

  5. Come influenzò l'emigrazione la politica coloniale britannica nel XIX secolo?
  6. L'incremento demografico in Gran Bretagna portò a un aumento dell'emigrazione verso le colonie, come la Colonia del Capo e il Canada, influenzando le dinamiche locali e contribuendo alla crescita delle colonie.

  7. Quali furono le differenze nello sviluppo delle colonie australiane e neozelandesi?
  8. La Nuova Zelanda si sviluppò come uno stato democratico con un'impronta religiosa, mentre in Australia gli indigeni subirono violenze, ma l'allevamento e l'oro attrassero una nuova migrazione più civile, favorendo la prosperità futura.

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