Concetti Chiave
- Gli oligarchi russi sono miliardari emersi dopo il crollo dell'URSS, inizialmente sostenendo il governo di El'cin e ora quello di Putin.
- L'origine degli oligarchi risale agli anni '90, quando ex funzionari statali sfruttarono la privatizzazione dei beni pubblici post-sovietici.
- Sotto El'cin, gli oligarchi influenzarono il governo, accumulando ricchezze attraverso pratiche di mercato discutibili e beneficiando della corruzione.
- Con l'arrivo di Putin, alcuni oligarchi mantennero la loro influenza, continuando a scambiare favori con il nuovo governo.
- Oggi, i miliardari russi sono circa una trentina, con proprietà sparse nel mondo e una presenza significativa a Londra.
Questo appunto di Storia si propone di illustrare gli oligarchi russi, dalla loro origine dopo il fallimento dell’esperienza sovietica al loro ruolo politico nella Russia di oggi.
Con l’espressione oligarchi russi si intende il gruppo di russi miliardari, magnati dell’ex URSS, ovvero dell’ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, appartenenti al sistema politico delle “Torri del Cremlino” che si pone a sostegno del Governo, prima del presidente Boris Nikolaevič El’cin, e ora del presidente Vladimir Vladimirovič Putin.

Indice
La politica economica dell’Unione Sovietica
Per capire come gli oligarchi russi abbiano ottenuto così grandi ricchezze è fondamentale inquadrare la politica economica dell’Unione Sovietica. Questa era basata su tre capisaldi: la proprietà socialista dei mezzi di produzione, ovvero il contadino, l’operaio o l’artigiano non potevano possedere mezzi propri ma tutti erano dati in concessione dallo Stato; il che ci porta al secondo punto, ovvero la monopolizzazione statale, tutto ciò che veniva prodotto era di legittima proprietà dello Stato così che il singolo non aveva possibilità di accumulare un surplus di prodotto da rivendere e ricavarne profitto (riceveva solo il necessario di cui poter vivere dallo Stato stesso). In ultimo tutto era prodotto in funzione di una pianificazione, un obbiettivo sociale da raggiungere. Va da sé che tutta questa produzione per decenni accumulata nelle mani dello Stato che in cambio al popolo concedeva solo le briciole ha portato nelle casse dello Stato enormi riserve e ricchezze.
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Il declino dell’Unione Sovietica e l’origine degli oligarchi russi
L’origine degli oligarchi russi si colloca all’inizio degli anni ’90. Nel 1991, con lo scioglimento dell’Unione Sovietica venne a crollare anche quel sistema politico ed economico collettivista che non prevedeva la proprietà privata. Tutti i beni di questo enorme territorio si trovavano sotto la gestione dello Stato, e per quanto fosse indietro rispetto al resto del mondo occidentale per quanto riguarda le scienze, la tecnica e l’industria, le proprietà erano piuttosto ingenti. Alle soglie del fallimento dell’URSS, alcuni ex funzionari di Stato, principalmente dei territori di Russia e Ucraina, mediante accordi informali, iniziarono a mettere personalmente le mani nella gestione dei beni di Stato, generando una privatizzazione dei suddetti beni e dando origine a un feudalesimo postsovietico.
Si precisa che le prime avvisaglie di capitalismo, privatizzazione e quindi di arricchimento dei singoli, a discapito dello Stato, si verificarono sotto la gestione di Governo del Segretario del Partito Comunista Michail Gorbačëv, il quale occupò la carica dal 1985 al 1991 e permise una parziale liberalizzazione di mercato. Così i primi oligarchi furono imprenditori che sfruttarono l’occasione di un mercato libero in cui applicare le regole di arbitraggio, ovvero poter comprare e rivendere a prezzo maggiorato per ricavarne profitto. Questi erano gli anni cosiddetti della perestrojka e della ristrutturazione economica in cui i surplus di produzione potevano essere rivenduti sul mercato, con una riorganizzazione del sistema delle banche e l’apertura ai capitali stranieri.
Per approfondimenti sul Capitalismo vedi anche qua
Gli oligarchi russi e il Governo russo di El’cin
Fino al 1991 la chiusura dell’Unione Sovietica alle influenze culturali esterne era ancora pressante, seppur più permissiva rispetto alle prima fasi dello Stato Sovietico. Per questo motivo era diffusa la pratica tra gli uomini d’affari russi di acquistare beni dall’estero, soprattutto europei e americani come computer, capi alla moda, bevande e così via, e rivenderli nell’Unione Sovietica come merci di contrabbando al mercato nero a prezzi spropositati, proprio perché era merce rara. La pecca di questo sistema era dovuto al fatto che coloro che si stavano arricchendo in Russia con i soldi del popolo russo non reinvestiva questa ricchezza nell’economia interna già di per sé fragile, preferendo invece aprire conti nelle più convenienti banche svizzere. Questi vengono chiamati cleptocrati.
Quando nel 1991 viene legittimamente eletto il presidente El’cin era già sorto un gruppo di ricchi che manteneva inevitabilmente una grande influenza sul governo dando origine alla corruzione che la caratterizza ancora oggi. Così ex funzionari sovietici e collaboratori del Governo riuscirono ad intascare sempre più beni statali così da raggiungere uno scambio di favori: al presidente serviva il supporto politico ed economico di uomini facoltosi e agli oligarchi serviva che lo Stato facesse finta di non accorgersi delle manovre finanziarie e imprenditoriali losche che mettevano in atto a discapito del popolo russo e dello Stato stesso.
Questi, soprattutto coloro che fecero investimenti nel settore bancario, subirono una battuta di arresto nel 1998 in seguito alla crisi economica che colpisce il sistema finanziario russo.
Uno dei nomi più rilevanti di questo periodo è quello di Boris Berezovskij, vicesegretario del consiglio di sicurezza della Russia e amico di El’cin, nonché considerato il capo della mafia russa. Dopo le elezioni del 2000 con la conseguente elezione del nuovo presidente Putin, Berezovskij si trova a contrapporsi al cambiamento di governo dimettendosi dalla Duma e trasferendosi in Gran Bretagna. Le conseguenze furono disastrose per l’oligarca: venne privato delle sue aziende e ricchezze e nel 2013 trovato morto a Londra in circostanze misteriose.
Gli Oligarchi russi e il Governo di Putin
Non tutti gli oligarchi dell’era di El’cin finirono in rovina, ma anzi tanti riuscirono a costruire rapporti vantaggiosi anche sotto il Governo di Putin. Alcuni dei maggiori esponenti sono Roman Abramovič, Aleksander Abramov, Oleg Deripaska, German Khan e altri che hanno rappresentato le nuove Torri del Cremlino nell’era di Putin. Come successe per El’cin, il rapporto tra Oligarchi e presidente funzionava per un mutuo scambio di favori.
Ad oggi secondo le stime i miliardari russi dovrebbero essere una trentina, possiedono ville sparse per il mondo e yacht e tanti di essi hanno sede a Londra, in un quartiere chiamato Londongrad o Mosca sul Tamigi.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine degli oligarchi russi?
- Come si è evoluto il rapporto tra gli oligarchi e il governo russo sotto El'cin?
- Quali furono le conseguenze della crisi economica del 1998 per gli oligarchi?
- Come si è adattato il ruolo degli oligarchi sotto il governo di Putin?
- Dove risiedono molti degli oligarchi russi oggi?
Gli oligarchi russi hanno avuto origine all'inizio degli anni '90, dopo il crollo dell'Unione Sovietica, quando alcuni ex funzionari di Stato iniziarono a privatizzare i beni statali, creando un sistema di arricchimento personale.
Sotto El'cin, gli oligarchi hanno mantenuto una grande influenza sul governo, scambiando supporto politico ed economico con il permesso di continuare le loro manovre finanziarie e imprenditoriali.
La crisi economica del 1998 ha colpito il sistema finanziario russo, causando una battuta d'arresto per molti oligarchi, specialmente quelli con investimenti nel settore bancario.
Sotto Putin, molti oligarchi hanno continuato a prosperare costruendo rapporti vantaggiosi con il governo, simili a quelli dell'era di El'cin, basati su uno scambio reciproco di favori.
Oggi, molti oligarchi russi possiedono proprietà in tutto il mondo, con una presenza significativa a Londra, in un'area conosciuta come Londongrad o Mosca sul Tamigi.