Concetti Chiave
- Il Novecento ha visto la nascita di regimi totalitari come il nazionalsocialismo, il periodo stalinista e il fascismo italiano, caratterizzati da un controllo assoluto del potere.
- La propaganda era uno strumento chiave per uniformare le masse e controllare l'informazione, soffocando la libertà di espressione e censurando le idee contrarie al regime.
- Nei sistemi totalitari, i partiti politici avversari venivano soppressi e gli oppositori eliminati fisicamente, spesso attraverso l'uso di polizie segrete.
- Il genocidio, come definito dalla Convenzione delle Nazioni Unite, era una pratica diffusa nei regimi totalitari, con esempi tristemente noti come i campi di concentramento nazisti.
- Oggi, le dittature totalitarie sono rare, e la lezione del passato ha contribuito a promuovere governi democratici basati sul rispetto e la libertà di espressione.
Indice
- L'ascesa dei regimi totalitari
- Propaganda e controllo mediatico
- Soppressione della libertà di espressione
- Genocidio e polizia segreta
- Campi di concentramento e sterminio
- Esclusione e sterminio degli avversari
- Manipolazione della memoria storica
- Consapevolezza e dolore del popolo
- Speranza in un futuro democratico
L'ascesa dei regimi totalitari
Il terrore e la repressione politica nei sistemi totalitari del Novecento Destinazione: rivista storica
Il Novecento è stato il secolo che ha visto lo svilupparsi dei regimi totalitari.
Gli esempi più noti sono costituiti dal nazionalsocialismo della Germania di Hitler, dal periodo stalinista della Russia e, in forme meno articolate, dal fascismo italiano di Mussolini e dalle altri sistemi di governo che caratterizzarono l’Europa dell’Est, l’Asia e l’America Latina. Si tratta di forme di dittature, cioè di governi in cui un’unica persona riuniva nelle sue mani tutto il potere (legislativo, esecutivo e giudiziario) e aveva il pieno controllo sulle attività sociali, economiche, politiche, intellettuali, culturali e spirituali. In queste forme di governo era necessario che il singolo dovesse identificarsi con l’ideologia dell’unico partito al potere. Non aveva, quindi, la possibilità di condurre una vita autonoma.Propaganda e controllo mediatico
Il primo strumento per uniformare le masse al potere era la propaganda: televisioni, giornali, riviste esaltavano gli atti compiuti dal regime e diffondevano solo ciò che esso ordinava di divulgare. Infatti, tali mezzi fornivano al cittadino informazioni, orientamenti e direttive del partito. Il regime, quindi, aveva il pieno controllo sui mezzi di comunicazione di massa.
Soppressione della libertà di espressione
Non c’era spazio per le idee diverse da quelle della dittatura. Le forme di pensiero che non si allineavano all’ideologia del partito venivano colpite da censura e, di conseguenza, non potevano esprimersi liberamente. C’era, dunque, una forte limitazione e soppressione della libertà di espressione tipica dei governi democratici. Di conseguenza, nelle forme di governo dittatoriali, molti giornali vennero chiusi o continuavano ad esistere segretamente.
Genocidio e polizia segreta
Il controllo dei regimi totalitari sulla società avveniva anche mettendo in pratica altri provvedimenti: i partiti politici contrari al dittatore venivano sciolti, addirittura venivano soppressi fisicamente gli avversari politici. Nella maggior parte dei casi, infatti, il regime istituiva una speciale polizia segreta che aveva il compito di rintracciare e eliminare tutti coloro che erano contrari al potere. Si parla, quindi, di genocidio. Come afferma la Convenzione delle Nazioni Unite del 9-12-1948, per genocidio si intendono le misure prese per eliminare un determinato gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. Esso può avvenire in cinque forme: assassinando quelli che fanno parte del gruppo; procurando a questi membri lesioni fisiche e morali; imponendo ai malcapitati condizioni di vita che li conducono ad una morte quasi certa; ostacolando le nascite all’interno del gruppo per far sì che si estingua da solo; infine, trasferendo forzatamente i figli da un gruppo all’altro.
Campi di concentramento e sterminio
Il precursore di queste eliminazioni fisiche fu il tedesco Hitler. Egli, con la costruzione dei campi di concentramento, fu l’artefice della morte di centinaia di avversari politici e di milioni di Ebrei, considerati razza impura e, quindi, da cancellare definitivamente dalla faccia della terra. Sul suo esempio, molti altri dittatori costruirono campi di concentramento destinati soprattutto ad eliminare gli avversari politici.
Esclusione e sterminio degli avversari
Nei regimi totalitari, quindi, non c’è spazio per l’avversario. Come afferma Courtois in Il libro nero del comunismo, i contrari al regime venivano considerati prima nemici, poi criminali e infine esclusi. In quanto tali, dovevano essere sterminati. I sistemi totalitari, infatti, volevano costruire «un’umanità riunificata o purificata, non antagonista». Escludendo un individuo, automaticamente si era spinti ad eliminarlo, in quanto considerato inutile e senza senso per il bene del regime. Molte persone, dunque, furono costrette ad abbandonare la loro patria per avere salva la vita.
Manipolazione della memoria storica
Come sostiene Todorov in Memoria del male, tentazione del bene, i sistemi totalitari hanno manomesso completamente la memoria. Tutti gli atti compiuti dal regime, infatti, venivano considerati giusti e normali. Si pensi come, ad esempio, i capi del nazismo non si resero conto della terribile strage che avevano attuato nei campi di concentramento e affermavano nei tribunali che avevano compiuto semplicemente il loro lavoro e che per questo non potevano essere puniti.
Consapevolezza e dolore del popolo
Naturalmente, il popolo non la pensava così. Questo era consapevole delle terribili stragi che attuavano i regimi totalitari. Come afferma Altamirano in Saluto di Capodanno: 1 gennaio 1975, ad esempio, gli abitanti del Cile erano consci delle violenze attuate dal regime e, di conseguenza, provavano dolore per la loro patria che era stata trasformata in un tremendo carcere in cui si moriva di fame e in cui determinate persone venivano uccise, torturate e rinchiuse in prigione.
Speranza in un futuro democratico
Fortunatamente, oggi queste forme di potere totalitario esistono ancora in pochissimi paesi. La maggior parte degli stati, infatti, adotta un governo di tipo democratico, un governo, cioè, in cui tutti gli appartenenti a un popolo possono esprimere liberamente il loro pensiero. La lezione dei regimi totalitari, dunque, ha creato un mondo migliore basato sul rispetto dell’altro.
Domande da interrogazione
- Quali sono stati i principali regimi totalitari del Novecento?
- Come i regimi totalitari controllavano la società?
- Cosa si intende per genocidio secondo la Convenzione delle Nazioni Unite del 1948?
- Qual è stato il ruolo di Hitler nei genocidi del Novecento?
- Qual è l'eredità dei regimi totalitari nel mondo contemporaneo?
I principali regimi totalitari del Novecento includono il nazionalsocialismo di Hitler in Germania, il periodo stalinista in Russia, il fascismo italiano di Mussolini, e altri sistemi di governo in Europa dell'Est, Asia e America Latina.
I regimi totalitari controllavano la società attraverso la propaganda, il controllo dei mezzi di comunicazione, la censura delle idee contrarie, lo scioglimento dei partiti politici avversi e l'eliminazione fisica degli oppositori tramite polizie segrete.
Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite del 1948, il genocidio include misure per eliminare un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso attraverso omicidi, lesioni fisiche e morali, condizioni di vita insostenibili, ostacolo alle nascite e trasferimento forzato dei figli.
Hitler è stato il precursore delle eliminazioni fisiche di massa, costruendo campi di concentramento che portarono alla morte di centinaia di avversari politici e milioni di Ebrei, considerati una razza impura da eliminare.
L'eredità dei regimi totalitari ha portato alla creazione di un mondo migliore basato sul rispetto dell'altro, con la maggior parte degli stati che oggi adottano governi democratici che permettono la libera espressione del pensiero.