Concetti Chiave
- La guerra civile in Russia (1917-1920) ha portato estrema violenza e si è intrecciata con opposizioni interne al governo bolscevico, come le proteste dei contadini e dei socialisti rivoluzionari.
- Il governo bolscevico ha risposto con misure repressive, come la deportazione nei gulag, anche contro membri dissidenti dello stesso partito, inaugurando un periodo di terrore.
- Durante la guerra civile, le armate bianche, sostenute da potenze straniere, si scontrarono con l'armata rossa, alimentando il conflitto anche con sentimenti antisemiti.
- Lenin instaurò il "comunismo di guerra" per requisire forzatamente i raccolti, ma il fallimento della politica portò alla Nuova Politica Economica (NEP) per ridurre le tensioni con i contadini.
- Nel 1922, Lenin si ritirò per problemi di salute, aprendo la strada alla lotta per il potere che Stalin vinse, portando alla nascita dell'Unione Sovietica nel 1922.
Indice
La speranza del partito
La speranza del partito bolscevico e di Lenin era quella subito dopo la rivoluzione di ottobre e subito dopo l’uscita dalla guerra di concentrarsi sulla organizzazione politica del paese, invece l’uscita dalla guerra mondiale segnò l’ingresso in una guerra civile che finirà solo nel 1920 e che porterà violenza estrema in tutto il paese.
Opposizioni e terrore rosso
La guerra civile andò poi a intrecciarsi con altre opposizioni al governo bolscevico, come ad esempio l’opposizione dei socialisti rivoluzionari, proteste dei contadini, che portarono poi a quello che è stato definito il “terrore rosso”, perché alcuni socialisti rivoluzionari utilizzarono anche il terrorismo, ci fu infatti addirittura un attentato, dove una donna ferì gravemente Lenin.
Come risposta a tutto ciò, si scatenò un periodo di terrore perché ci furono provvedimenti molto duri per reprimere i movimenti controrivoluzionari.
Repressione interna e gulag
Repressione non solo verso chi aveva posizioni politiche differenti, quindi non solo guerra contro le armate bianche, ma vi furono anche repressioni all’interno dello stesso partito bolscevico, venivano messi infatti a tacere tutti coloro che non la pensavano come Lenin. In modo particolare ci fu una forma di repressione soprattutto nei confronti dei social rivoluzionari che furono oggetto di deportazione nei campi di prigionia, perché uno degli strumenti che il partito bolscevico utilizzò per mettere a tacere chi si opponeva alla dittatura era la deportazione nei campi di prigionia, finalizzati alla detenzione, che portava poi alla morte, perché le condizioni all’interno dei campi di prigionia erano pessime (questi campi di prigionia erano definiti “gulag”, acronimo che designa il sistema dei campi di concentramento in Unione Sovietica. Essi erano collocati in zone piuttosto “difficili”, perché soprattutto nel nord, in Siberia, le temperature erano bassissime, perciò, all’interno di questi campi, vi era una elevatissima mortalità, dovuta anche alla fatica del lavoro).
Dittatura e guerra civile
Già con Lenin si crea dunque un clima di terrore e repressione e quindi possiamo definire quella che si viene a creare in Unione Sovietica come una vera e propria dittatura (alcuni non ritengono quella di Lenin una dittatura e danno a Stalin tutta la responsabilità di ciò che è successo in Unione Sovietica, non è in realtà così poiché che le misure repressive ci sono anche con Lenin, come ad esempio la chiusura dell'assemblea costituente).
Intervento delle potenze straniere
La cosa più grave in questo periodo è dunque rappresentata dalla guerra civile. La Russia aveva già perso tantissimi territori perché nel frattempo la Germania aveva avuto modo di conquistare alcuni territori, come ad esempio l’Ucraina che divenne dipendente dalla Germania. I territori persi furono tantissimi, così intervennero alcune potenze straniere a sostegno delle armate bianche contro l’armata rossa (Russia), come ad esempio gli Stati Uniti, l’Italia, la Francia e l’Inghilterra che si allearono quindi contro la Russia.
Tutti i paesi avevano infatti paura della Russia, per cui bisognava assolutamente eliminare questo governo.
Violenza e antisemitismo
Le armate bianche erano costituite da ex ufficiali dello Zar, erano dunque militari di professione diversamente da coloro che erano invece all’interno dell’armata rossa. Queste armate bianche fecero leva soprattutto sull’antisemitismo, molto diffuso in Russia e nei paesi dell’est-europeo (Bielorussia, Ucraina).
Le armate utilizzarono i protocolli dei Savi di Sion che vedevano il comunismo come uno strumento utilizzato dal popolo ebraico per conquistare il mondo e facevano anche leva sul fatto che Marx, così come anche molti leader dei Bolscevichi avessero origini ebraiche.
Quindi si ebbe la violenza più estrema durante la guerra civile da entrambe le parti (fu molto violenta l’armata rossa così come anche le armate bianche).
Fallimento in Polonia
Furono tre anni terribili che si conclusero nel 1920, anno in cui ci fu anche un tentativo di invadere la Polonia da parte della Russia, nella speranza che il proletariato polacco volesse insorgere e realizzare la rivoluzione. La cosa andò però male per i russi perché in Polonia gli operai scelsero il nazionalismo, piuttosto che i propri sentimenti classisti. La Polonia dunque contrattaccò e la Russia perse molti territori.
Comunismo di guerra e Nep
A quel punto Lenin si convinse del fatto che non era possibile esportare la rivoluzione perché nella visione di Lenin, la Russia sarebbe stato inizialmente il primo paese, ma poi la rivoluzione socialista doveva estendersi in tutti i paesi europei visto che la guerra rappresentava l’apice della crisi del sistema capitalistico.
Una dura repressione fu fatta in questo periodo anche nei confronti dei contadini, questo perché i contadini, una volta ottenuta la terra (uno dei primi atti fu infatti quello della distribuzione delle terre), si rifiutarono di cedere parte del proprio raccolto allo stato, per cui con la guerra civile, la situazione divenne insostenibile, soprattutto all'interno delle città, poiché qui scarseggiavano i viveri, non vi erano prodotti e perciò vi fu anche una fuga dalle città.
Dunque per risolvere questa situazione, Lenin decise di instaurare il “comunismo di guerra", ovvero la requisizione forzata dei raccolti dei contadini. Questa strategia, non portò comunque nulla di buono poiché i contadini, piuttosto che cedere una parte del raccolto allo stato, preferivano non seminare affatto, e quindi di conseguenza non produrre. Le tensioni divennero così gravi che a un certo punto Lenin decise di fare un passo indietro, cioè decise di modificare l’economia sovietica, instaurando la Nep (Nuova Politica Economica). Era un passo indietro sulla via del socialismo poiché reintroduceva nelle campagne il libero mercato e la proprietà privata, cioè i contadini avrebbero potuto tenere una parte del raccolto per loro e commercializzarlo, e l’altra parte darla allo stato.
Conseguenze della Nep
Dunque con la Nep si creò una classe di contadini “benestanti”, contadini che poi furono chiamati “Kulaki”, che in realtà era un nome dispregiativo, un insulto nei confronti di questi contadini. La Nep ebbe un effetto positivo perché comunque diminuì la tensione tra contadini e governo bolscevico ma non ebbe un effetto positivo a lungo termine perché si vennero a concretizzare tutte le mancanze e le carenze dovute al periodo di comunismo di guerra, poiché i contadini si erano rifiutati di seminare i campi, perciò la Russia fu investita da una gravissima carestia.
Questo fu un tentativo di Lenin di venire incontro alle esigenze dei contadini, tentativo che non avverrà però con Stalin che porterà questa lotta con i contadini alle estreme conseguenze, sterminando l’intera classe dei Kulaki (6 milioni di morti).
Morte di Lenin e ascesa di Stalin
Alla fine di questo periodo, a partire dal 1922, Lenin iniziò ad avere dei problemi di salute, una malattia al cervello che nel 1924 lo portò alla morte. Quindi dal ’22 Lenin lascia la scena politica ma si aprirà una lotta interna al partito bolscevico per l’acquisizione del potere, una lotta che sarà vinta da Stalin, nonostante il fatto che Lenin avesse messo in guardia il partito rispetto alle caratteristiche di Stalin.
Stalin era il segretario del partito bolscevico e tendeva ad accentrare il potere nelle proprie mani. Tra le altre cose nacque anche l'Unione Sovietica che comprendeva la Russia e altre Repubbliche che circondavano la Russia (Ucraina, Bielorussia, Azerbaijan, Pakistan...). L'Unione Sovietica non comprendeva però gli stati dell’Europa dell'Est come la Polonia, la Bulgaria, l’Ungheria, che erano solo degli alleati dell'Unione Sovietica, ma non hanno mai fatto parte di essa.
Domande da interrogazione
- Qual era l'obiettivo del partito bolscevico e di Lenin dopo la rivoluzione di ottobre?
- Come rispose il governo bolscevico alle opposizioni interne e alla guerra civile?
- Quali furono le conseguenze della guerra civile per la Russia?
- Cos'è il "comunismo di guerra" e quali furono i suoi effetti sui contadini?
- Quali cambiamenti avvennero dopo la morte di Lenin nel 1924?
L'obiettivo era concentrarsi sull'organizzazione politica del paese, ma l'uscita dalla guerra mondiale portò a una guerra civile che durò fino al 1920.
Il governo rispose con una dura repressione, inclusa la deportazione nei gulag e la repressione di oppositori politici, anche all'interno del partito bolscevico.
La guerra civile portò a violenze estreme, perdita di territori e intervento di potenze straniere a sostegno delle armate bianche contro l'armata rossa.
Il "comunismo di guerra" era la requisizione forzata dei raccolti dei contadini, che portò a tensioni e alla successiva introduzione della NEP per alleviare la situazione.
Dopo la morte di Lenin, si aprì una lotta interna per il potere nel partito bolscevico, vinta da Stalin, che centralizzò il potere e portò alla nascita dell'Unione Sovietica.