Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • La rivoluzione iraniana del 1979, guidata da Khomeini, ha destabilizzato la regione e preoccupato le superpotenze globali.
  • L'Iraq di Saddam Hussein, temendo l'espansione del radicalismo sciita, attaccò l'Iran nel 1980, dando inizio a un conflitto lungo e sanguinoso.
  • Il conflitto ha visto il coinvolgimento di numerosi paesi, con supporti militari e politici forniti a entrambe le parti dalle superpotenze e da stati regionali.
  • La guerra, protrattasi fino al 1988, ha portato a ingenti perdite umane e materiali, culminando in una "guerra delle petroliere" per il controllo delle rotte petrolifere.
  • La cessazione delle ostilità nel 1988 è stata seguita dalla morte di Khomeini nel 1989, segnando la fine di una fase radicale della rivoluzione iraniana senza un chiaro vincitore nel conflitto.

Indice

  1. La rivoluzione iraniana e le sue conseguenze
  2. Tensioni tra Iraq e Iran
  3. Alleanze e doppio gioco delle superpotenze
  4. La guerra delle petroliere e le sue conseguenze
  5. La fine della guerra e le sue implicazioni

La rivoluzione iraniana e le sue conseguenze

Nel gennaio 1979, si concluse la rivoluzione dell’Iran, dove il governo passò nelle mani di Khomeini che rafforzò il proprio potere con sanguinose repressioni di massa, ponendosi nello stesso tempo, come modello per gli altri Paesi islamici del Medio Oriente.

Il regime si configurava del tutto diverso sia ideologicamente, che politicamente e pertanto incontrollabile. Per questo motivo, l’inquietudine era cresciuta sia negli Stati Uniti che nel blocco sovietico. Nel novembre 1979, un gruppo di studenti islamici sostenuti da Khomeini aveva occupato l’ambasciata americana a Teheran, trattenendo ben 52 ostaggi, con lo scopo di ottenere la restituzione dell’ex-shah fuggito in USA e dei suoi beni. Nell’aprile del 1980, un blitz militare americano per la liberazione degli ostaggi andò fallito. Questi due episodi fecero capire come il nuovo regime iraniano fosse un pericolo da temere.

Tensioni tra Iraq e Iran

Nell’area meridionale del Medio Oriente, l’Iraq, governato da Saddam Hussein, costituiva il paese più diffidente nei confronti del regime khomeinista, in quanto preoccupato del radicalismo religioso sciita. Fra l’altro, va aggiunto che, continuamente, le trasmissioni radiofoniche e televisive iraniane, invocavano il rovesciamento di Saddam Hussein per estendere in Iraq la rivoluzione iraniana. Da parte sua, l’Iraq rivendicava una parte della foce del Tigri, allora in mano all’Iran, poiché si era posto l’obiettivo di diventare il guardiano del Golfo Persico e sembrava che la rivoluzione khomeinista offrisse a Saddam Hussein l’occasione per rivendicare ed esercitare questa egemonia, anche se l’Iran possedeva molte più risorse. Da parte sua, l’Iraq contava sulle potenzialità di ribellione delle minoranze interne iraniane come i Curdi e i Turcomanni, faceva anche affidamento sul boicottaggio economico dell’Occidente e sulla possibilità di aiuto militare dello stesso Occidente, anche se non apertamente dichiarato. Fu così che nel settembre 1980, dopo tutta una serie di scontri alle frontiere, si arrivò all’attacco militare dell’Iraq all’Iran.

Alleanze e doppio gioco delle superpotenze

L’Iraq poté contare sull’appoggio dell’Arabia Saudita, del Kuwait, del Qatar, del Bahrein, dell’Oman, degli Emirati Arabi Uniti, della Giordania e dell’Egitto. Invece, la Siria di Assad, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), l’Algeria e la Libia, si schierarono a favore dell’Iran. Gli Stati Uniti e tutto l’Occidente appoggiarono il regime iracheno, anche attraverso aiuti militari, più o meno, dichiarati. Invece, l’URSS sostenne il regime khomeinista contro l’Iraq ed indirettamente contro l’Occidente, pur vendendo nello stesso tempo, armi anche agli Iracheni. Occorre però ricordare che anche gli USA facevano il doppio gioco poiché, insieme ad Israele, trasferivano materiale bellico all’Iran. Per questo motivo, il doppio gioco delle superpotenze giustifica l’espressione secondo la quale era auspicabile che, alla fine, entrambe le parti risultassero perdenti. Sul piano strettamente militare, all’inizio le truppe irachene avanzarono rapidamente su territori che nel 1992 l’Iran riconquistò ricorrendo alla tattica molto sanguinosa di vere onde d’urto umane.

La guerra delle petroliere e le sue conseguenze

La guerra durò, con fasi alterne, fino al 1988, anno in cui entrò in una fase di stallo e in una condizione massacrante, provocando migliaia di morti e danni materiali enormi. Un aspetto distruttivo che si affiancò al bombardamento delle città fu la cosiddetta “guerra delle petroliere” per il controllo delle rotte petrolifere del Golfo Persico. In questo quadro, l’Iraq faceva valere la sua superiorità in campo aereo, mentre l’Iran era superiore in campo navale. Per esempio, nel 1983, gli Iracheni bombardarono alcuni pozzi petroliferi iraniani, provocando così la fuoriuscita di una grande quantità di greggio, causando un vasto disastro ecologico mai visto nel Golfo Persico. Nell’anno seguente, le forze irachene, per impedire le esportazioni di petrolio iraniane, affondarono una petroliera greca e un mercantile sudcoreano. La guerra delle petroliere colpiva, evidentemente, anche gli interessi degli Stati neutrali e soprattutto i paesi consumatori di petrolio. Da parte sua, l’Iran proseguì nella sua strategia militare fondata sul massiccio e spietato uso del fattore umano e all’interno intensificò la repressione e soprattutto la caccia all’opposizione con massacri e migliaia di esecuzioni. Durante il 1986, l’esercito iraniano riuscì a conquistare una penisola irachena, ma fallì nel tentativo di occupare la città irachena di Bassora.

La fine della guerra e le sue implicazioni

Da allora in poi, la guerra diventò sempre di più “guerra delle petroliere”. Nel 1987, per errore, l’armata irachena colpì una fregata della flotta statunitense, causando 37 morti. Questo convinse gli Stati Uniti a mettere sotto protezione undici petroliere del Kuwait e a intensificare la sua presenza nel Golfo Persico. Nel 1988, la guerra subì una svolta decisiva. Infatti, le forze irachene ripresero tutte le sue posizioni e sfondò le linee nemiche del Kurdistan e il fronte centrale. A malincuore, Khomeini dovette accettare la decisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con cui veniva sancita l’immediata cessazione delle ostilità.

Saddam Hussein si presentò come il vero vincitore anche se, in realtà, non aveva conseguito l’obiettivo di rovesciare il regime di Khomeini. In conclusione, nessuna delle due parti aveva vinto la guerra, anzi viste le numerose perdite sia da un lato che dall’altro, entrambe l’avevano persa. La guerra costituì l’occasione per attuare una forte reazione contro i curdi, i cui villaggi furono bombardarti dall’esercito iracheno con armi convenzionali e con armi chimiche. Per l’Iran, la fine delle ostilità rappresentò anche la fine della fase più radicale della rivoluzione islamica. Nel 1989, si ebbe la morte di Khomeini, cioè di colui che aveva interpretato la guerra come “guerra santa”.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le cause principali della guerra tra Iraq e Iran?
  2. La guerra tra Iraq e Iran fu causata principalmente dalle tensioni ideologiche e politiche tra il regime khomeinista iraniano e il governo di Saddam Hussein in Iraq, oltre alle rivendicazioni territoriali irachene sulla foce del Tigri e il desiderio di Saddam di estendere la sua egemonia nel Golfo Persico.

  3. Quali furono le alleanze internazionali durante la guerra Iraq-Iran?
  4. L'Iraq ricevette supporto da Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Bahrein, Oman, Emirati Arabi Uniti, Giordania ed Egitto, mentre l'Iran fu sostenuto da Siria, OLP, Algeria e Libia. Gli Stati Uniti e l'Occidente appoggiarono l'Iraq, mentre l'URSS sostenne l'Iran, pur vendendo armi a entrambe le parti.

  5. Come si sviluppò la "guerra delle petroliere" durante il conflitto?
  6. La "guerra delle petroliere" si sviluppò come parte del conflitto per il controllo delle rotte petrolifere del Golfo Persico, con l'Iraq che bombardava pozzi petroliferi iraniani e affondava navi per impedire le esportazioni iraniane, mentre l'Iran continuava la sua strategia militare aggressiva.

  7. Quali furono le conseguenze della guerra per l'Iran e l'Iraq?
  8. La guerra si concluse senza un vero vincitore, con entrambe le parti che subirono enormi perdite umane e materiali. Per l'Iran, la fine delle ostilità segnò anche la fine della fase più radicale della rivoluzione islamica, mentre l'Iraq non riuscì a rovesciare il regime di Khomeini.

  9. Quali furono gli effetti della guerra sui curdi?
  10. Durante la guerra, l'Iraq attuò una forte reazione contro i curdi, bombardando i loro villaggi con armi convenzionali e chimiche, causando gravi perdite e sofferenze alla popolazione curda.

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