Concetti Chiave
- L'Italia avvia una politica di avvicinamento alla Francia nel 1900, ponendo fine alla guerra doganale e riconoscendo il controllo francese sulla Tunisia in cambio dell'interesse italiano per la Libia.
- La decisione di Giolitti di invadere la Libia è supportata da molti gruppi politici, inclusi i nazionalisti che vedono la conquista come un modo per dare lavoro e prestigio all'Italia.
- I nazionalisti italiani, tra cui D'Annunzio e Marinetti, promuovono la guerra come un mezzo per ottenere unità e prestigio nazionale, sostenendo che la guerra purifica e libera l'Italia dalla rassegnazione.
- Il trattato di pace del 1912 tra Italia e Turchia concede all'Italia il controllo amministrativo della Tripolitania e della Cirenaica, mentre la Turchia mantiene la sovranità giuridica.
- Le guerre balcaniche del 1912-1913 sono scatenate dalla debolezza della Turchia dopo la conquista italiana della Libia, permettendo ai paesi balcanici di ribellarsi e ottenere l'indipendenza.
Indice
Politica di avvicinamento alla Francia
Attua una politica di avvicinamento alla Francia, cercando di calmare i bollori. Questa politica prende inizio nel 900’ ponendo fine a una lunga guerra doganale fatta da Crispi. Quindi i dazi doganali vengono tolti e non c’è più guerra tra Francia e Italia. L’avvicinamento consisteva in un accordo dove l’Italia riconosceva alla Francia il controllo politico della Tunisia mentre la Francia dalla sua parte riconosceva all’Italia il fatto che potesse appropriarsi della Tripolitania ovvero la Libia la quale in quel periodo non era una nazione sola ma apparteneva al grande impero Ottomano ovvero Turco. Si scatenerà una guerra contro la Turchia. L’Italia vuole ottenere la Libia, rientrando nel gioco dell’accaparramento delle colonie al fine di prendere risorse e dare lavoro ai contadini italiani, quindi la Libia diviene un’occasione però per ottenerla bisognava fare guerra all’impero Ottomano. Le isole nel mar Egeo (Dodecaneso che comunque verranno sottratte dopo la prima guerra mondiale) vicino alla Turchia vengono conquistate dall’Italia contro la Turchia per il possesso della Libia.
Conquista della Libia e opposizioni
La decisione che Giolitti fece di invadere la Libia fu una decisione ben voluta da molti gruppi politici ma c’era anche l’opposizione la quale appunto rifiutarono questa imposizione come Salvemini che critica Giolitti dopo la conquista della Libia, lo critica perché la Libia era un paese e un luogo povero che loro avrebbero dovuto civilizzare, e non era assolutamente ricco di materie prime, ma solo dopo il primo conflitto mondiale si scoprì che tale nazione era ricca di petrolio. Salvemini definisce la Libia come “un grande scatolone di sabbia” alludendo appunto al fatto che la Libia fosse un paese povero senza nessuna ricchezza. Salvemini quindi non era d’accordo e rappresentava l’opposizione però c’erano altri gruppi che sostenevano che questa politica fosse necessaria come il movimento nazionalista.
Nazionalismo e guerra in Libia
Il movimento nazionalista incoraggiava questa idea perché in primi la conquista della Libia poteva dare lavoro a migliaia di contadini italiani soprattutto del Sud e come secondo abbiamo un motivo di carattere politico, riguardante appunto il prestigio che l’Italia avrebbe guadagnato in Europa, perché chi possedeva colonia veniva catalogato come una grande potenza. Anche i cattolici aderirono a questa guerra in Libia perché appunto la guerra veniva vista come una sorta di crociata contro i Turchi, al fine di estendere la religione cristiana in territori non cristiani dato che li c’era la religione islamica. Queste prese di posizione venivano fatte attraverso i giornali così che le persone potessero leggere e informarsi. I maggiori rappresentanti del nazionalismo erano: D’Annunzio, Giovanni Pascoli, e Marinetti (esponente del futurismo). Erano favorevoli alla guerra perché, alle origini il nazionalismo italiano era un movimento letterario che diffondeva le proprie idee sulle riviste quali: il regno, il Leonardo i quali erano quotidiani su cui i nazionalisti scrivevano le loro idee e su ciò che riguarda la guerra. Il loro programma idealistico del movimento venne scritto da Giovanni Papini, il quale esprimeva l’esigenza degli italiani di darsi ad una vita intensa ed eroica per controbattere una vita di rassegnazione e vigliaccheria. Da qui D’Annunzio e Marinetti esaltano la guerra come fatto catartico ovvero come purificazione liberandosi dalla vigliaccheria, con un rituale che libera l’uomo dall’accettazione del dominio straniero. I nazionalisti pensano che il componimento dell’unità d’Italia, il quale ancora non era completo avendo l’Italia dei territori ancora in mano all’Austria come il Trentino e il Friuli possa avvenire solo grazie alla guerra.
L’Italia con la Triplice Alleanza si allea con l’Austria, i nazionalisti si ribellarono ma allora comunque la loro opposizione non aveva peso. Il nazionalismo cresce e comprende che è solo con la guerra che si può conquistare tutto.
Trattato di pace e conseguenze
Il 12 luglio 1912, a Losanna - a guerra in corso - erano iniziati i colloqui di pace fra una delegazione italiana e il principe turco Salid Halim Pascià. Con la sottoscrizione del trattato, le parti convenivano l'amministrazione militare e civile dell'Italia sulla Tripolitania e la Cirenaica, mentre la Turchia ne manteneva la sovranità giuridica e religiosa; si disponeva, altresì, il ritiro dell'occupazione militare italiana sulle isole del Dodecaneso. L'Italia si impegnava inoltre ad attivarsi per la soppressione dell'istituto delle capitolazioni, di cui beneficiavano i propri sudditi residenti nell'Impero Ottomano (artt. 6 e 8) [2] e a versare alla controparte, a titolo di indennizzo, una somma successivamente determinata in 2 milioni di lire annue. L'Impero Ottomano, infine, revocava l'espulsione dei cittadini italiani, effettuata nel precedente mese di giugno in ritorsione dell'occupazione italiana del Dodecaneso e accettava di reintegrarli nella situazione lavorativa che avevano lasciato.
Guerre balcaniche e indipendenza
La conquista della Libia fece scatenare nel 1912 una serie di guerre ovvero le guerre balcaniche 1912/1913 che scaturirono appunto dopo il conflitto con la Libia dove la Turchia ne uscì fragile, mostrando la sua fragilità soprattutto in quei territori sotto il dominio musulmano come: la Serbia, Bulgaria, Montenegro e Grecia appartenenti al dominio Turco ed appunto sono quei territori che si ribelleranno al fine di diventare degli stati indipendenti. Giolitti quindi scatenò queste rivolte impossessandosi della Libia, perché se la Turchia non era stata abbastanza forte da opporsi all’Italia allora pure le altre popolazione potevano insorgere. Le guerre vengono vinte da questi paesi che riescono a raggiungere l’indipendenza. La Serbia successivamente diventerà la guida del territorio balcanico come la Bosnia che era sotto il dominio austriaco dove Bismark nel 1858 con il congresso di Berlino appunto riesce a conquistarla. La Serbia a sua volta ha un programma espansionistico per togliere dal controllo dell’Austria quei paesi balcanici. Di fatti il primo conflitto mondiale inizia dalla Serbia, Bosnia e Austria.
Domande da interrogazione
- Qual è stata la politica di avvicinamento tra Italia e Francia nel 900'?
- Quali erano le motivazioni dietro la conquista italiana della Libia?
- Chi erano i principali sostenitori della guerra in Libia e quali erano le loro motivazioni?
- Quali furono le conseguenze della conquista della Libia per l'Impero Ottomano?
- Quali furono i termini del trattato di pace tra Italia e Turchia nel 1912?
La politica di avvicinamento tra Italia e Francia nel 900' ha posto fine a una lunga guerra doganale, con l'Italia che riconosceva il controllo francese sulla Tunisia e la Francia che riconosceva all'Italia la possibilità di appropriarsi della Tripolitania (Libia).
La conquista della Libia era motivata dal desiderio di ottenere risorse, dare lavoro ai contadini italiani e aumentare il prestigio dell'Italia in Europa come potenza coloniale.
I principali sostenitori della guerra in Libia erano i nazionalisti, i cattolici e figure come D'Annunzio, Pascoli e Marinetti. Essi vedevano la guerra come un'opportunità per dare lavoro, aumentare il prestigio nazionale e come una crociata contro i Turchi.
La conquista della Libia indebolì l'Impero Ottomano, portando a una serie di guerre balcaniche (1912/1913) in cui territori sotto il dominio turco, come Serbia, Bulgaria, Montenegro e Grecia, si ribellarono per ottenere l'indipendenza.
Il trattato di pace del 1912 prevedeva l'amministrazione italiana della Tripolitania e Cirenaica, mentre la Turchia manteneva la sovranità giuridica e religiosa. L'Italia si impegnava a ritirare le truppe dal Dodecaneso e a pagare un indennizzo annuale alla Turchia.