Concetti Chiave
- La Guerra di Libia iniziata nel 1911 vede l'Italia occupare rapidamente le coste della Tripolitania e Cirenaica, ma incontra forte resistenza dai turchi e dalle popolazioni arabe.
- L'occupazione italiana della Libia è giustificata con retorica coloniale come missione civilizzatrice e vista da alcuni come soluzione alla questione lavorativa italiana.
- Nonostante le grandi migrazioni dall'Italia si siano calmate, la Libia è percepita come una valvola di sfogo per i contadini italiani in cerca di lavoro e terre.
- L'Italia è divisa tra interventisti e neutralisti prima della Prima Guerra Mondiale, culminando nel Patto di Londra del 26 aprile 1915.
- Il paese combatte su più fronti montani, tra cui Trentino, Cadore e Carnia, e la Valle dell'Isonzo, con tensioni interne su decisioni belliche.
Indice
Giolitti e la colonizzazione della Libia
Giolitti decide di riprendere in mano il vessillo della colonizzazione, cambia sponda perché non va più nel Corno d’Africa ma si rivolge alla Libia che era formalmente territorio dell’Impero Ottomano.
Guerra che inizia alla fine del 1911, si pensa che sarà un’impresa semplice ma la resistenza dei reparti regolari turchi e delle popolazioni arabe è molto forte quindi l’esercito italiano risponde con una forte repressione.
Sbarco e occupazione italiana in Libia
- 29 settembre 1911: sbarco italiano in Libia e rapida occupazione delle coste di Tripolitania e Cirenaica;
- Estensione delle operazioni nell’Egeo (Rodi e Dodecanneso);
- Ottobre 1922: Trattato di Pace di Losanna decretava l’annessione della Libia all’Italia;
Retorica coloniale e missione civilizzatrice
La retorica coloniale italiana in Libia vede nella missione italiana una missione civilizzatrice. Questa occupazione è stata vista in due. Modi:
Punti di vista sull'occupazione
- Punto nazionalistico: punto più alto fino a quel momento delle idee imperialiste che poi sfociano nel colonialismo;
- Punto di vista più vicino al mondo socialista: visto come sbocco per risolvere la questione lavorativa, un luogo dove i contadini avrebbero potuto andare a lavorare e ad avere delle terre;
Migrazioni e valvola di sfogo
Fase in cui le grandi migrazioni dall’Italia si sono calmate ma non del tutto e questa missione era vista come una valvola di sfogo.
Momento di svolta nella storia contemporanea (come per esempio: l’Unificazione della Germania, la Rivoluzione russa, Congresso di Berlino ‘84 con la spartizione dell’est dell’Asia) per gli stati che l’hanno combattuta. L’Italia, parte nord-orientale del paese, combatte su tre fronti:
- Trentino;
- Cadore e Carnia;
- Valle dell’Isonzo;
Italia e le terre irridenti
L’Italia dopo l’annessione di Roma nel 1870 ha ancora due parti di territorio, le cosiddette terre irridenti, che vuole annettersi:
- Trentino;
- Venezia Giulia (la zona del Friuli era già italiana, dal 1866);
Prima dello scoppio della guerra il testimone a capo del governo passa a Antonio Salandra, 21 marzo 1914.
Indecisione italiana e trattative
In questa situazione in cui l’Italia è indecisa su cosa fare e con chi entrare in guerra comincia un vero scontro tra interventisti e neutralisti. Si aprono le trattative prima con l’Austria che è diffidente e poi con l’Intesa.
- Massima concessione austriaca: Trento e una parte del Trentino;
- Marzo 1915: offensiva russa in Galizia;
- Si stringono i tempi con l’Intesa;
- Patto di Londra 26 aprile 1915.
Divisione interna e fronti di guerra
Situazione particolare, il paese è diviso in due, Salandra si dimette e Giolitti potrebbe tornare al potere, aveva i numeri in parlamento per non votare i crediti di Guerra, ovvero rinunciare alla guerra e sconfessare il Patto di Londra, ma per contrastare la contrarietà della Camera si fa leva sull’impegno preso dal re a favore dell’intervento. I fronti sono tutti di montagna, si distinguono in:
- Trentino: tra odierne Trentino e Lombardia (Adamello, passo del Tonale);
- Fronte Alpino: confine Veneto e Trentino;
- Cadore e Carnica;
- Da Plezzo scendendo fino all’Adriatico, tutta la parte dell’Isonzo.
Domande da interrogazione
- Qual è stata la motivazione principale dietro la decisione di Giolitti di intraprendere la guerra di Libia?
- Come è stata percepita l'occupazione italiana della Libia?
- Quali furono i principali fronti di combattimento per l'Italia durante la guerra?
- Quali furono le conseguenze politiche interne in Italia durante il periodo della guerra?
Giolitti ha deciso di riprendere il vessillo della colonizzazione, spostando l'attenzione dalla regione del Corno d'Africa alla Libia, che era formalmente territorio dell'Impero Ottomano, con l'intento di espandere l'influenza italiana e risolvere questioni lavorative interne.
L'occupazione italiana della Libia è stata vista in due modi: dal punto di vista nazionalistico come il culmine delle idee imperialiste, e dal punto di vista socialista come un'opportunità per risolvere la questione lavorativa offrendo nuove terre ai contadini italiani.
L'Italia combatté su tre principali fronti: Trentino, Cadore e Carnia, e la Valle dell'Isonzo, tutti caratterizzati da terreni montuosi.
Durante la guerra, l'Italia fu divisa tra interventisti e neutralisti. Salandra si dimise e Giolitti aveva la possibilità di tornare al potere, ma la decisione di intervenire fu influenzata dall'impegno del re a favore dell'intervento, nonostante la contrarietà della Camera.