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Concetti Chiave

  • Francesco Crispi, primo politico del sud a diventare primo ministro, guida un governo ispirato al modello autoritario di Bismarck, bilanciando provvedimenti autoritari e liberal-democratici.
  • Sotto Crispi, il codice Zanardelli del 1889 abolisce la pena di morte e riconosce il diritto di sciopero, mentre una legge di sicurezza amplia i poteri della polizia repressiva.
  • Crispi rafforza la triplice alleanza e intraprende campagne coloniali in Eritrea, ma la sconfitta in Etiopia segna la fine della sua leadership.
  • Giovanni Giolitti, esponente della sinistra, promuove lo sviluppo sociale e la ridistribuzione della ricchezza, ma la sua carriera è segnata da scandali e rivolte non gestite.
  • Dopo una serie di governi instabili, Vittorio Emanuele III assume il trono e richiama Giolitti, instaurando un governo più liberale in risposta alle tensioni sociali e politiche.

Indice

  1. L'ascesa di Francesco Crispi
  2. Politiche di Crispi e riforme
  3. Giolitti e la sua politica
  4. Crisi e cambiamenti politici
  5. Di Rudinì e le sue azioni
  6. Pelloux e l'ostruzionismo

L'ascesa di Francesco Crispi

Francesco Crispi è il primo politico del sud a diventare primo ministro. Ha partecipato alle imprese dei garibaldini ma poi si rende conto che bisogna abbandonare l'ideale repubblicano e agire per far funzionare il nuovo regno d'Italia.

Politiche di Crispi e riforme

Crispi non solo è primo ministro ma è anche ministro degli interni e ministro degli esteri. Egli si ispira alla Germania di Bismarck, ovvero a un governo autoritario. Allo stesso tempo cerca di tenere a bada il conflitto sociale, e la sua politica si sviluppa quindi su due piani: da un lato prende dei provvedimenti autoritari, dall'altro segue il modello liberal-democratico, ovvero amplia l'elettorato. Dall'altro lato dà un grande potere ai prefetti, legati al ministero degli interni. Durante il suo governo viene varato il nuovo codice Zanardelli, un codice penale. Esso, varato nel 1889 prevede l'abolizione della pena di morte e riconosce il diritto di sciopero e associazione. Viene varata poi una legge di sicurezza che amplia i poteri della polizia, ma viene usata negativamente per reprimere il movimento operaio. Nel 1888 viene varata una legge sanitaria e delle leggi a favore delle migrazioni. Tutte queste istituzioni passano nelle mani dello Stato dal controllo della Chiesa.

Rafforza la triplice alleanza e va in Eritrea dove i suoi interventi sono riconosciuti dal negus.

Giolitti e la sua politica

Il governo di Crispi cessa nel 1891 e al suo posto sale al potere di Giovanni Giolitti. I governi Giolitti fanno dal 1892-93, 1903-05, 1906-09, 1911-14, 1920-21).

Giolitti è un esponente della sinistra e ha alle spalle una lunga carriera nell'amministrazione pubblica. Cerca di rilanciare lo sviluppo sociale introducendo una riforma per ridistribuire la ricchezza. È convinto che lo stato debba intervenire nell'economia solo per situazioni di estremo pericolo. Allo scoppio di moti in Sicilia decide di non intervenire. Allo scoppio di un'altra rivolta in Lunigiana non interviene nuovamente, perdendo l'appoggio sia degli industriali, sia degli operai stessi.

Quando in Francia in alcune saline avviene una strage a cui non interviene, e viene anche coinvolto nello scandalo della banca Romana, che stampa banconote false. È costretto quindi alle dimissioni.

Crisi e cambiamenti politici

Crispi riprende il governo e stabilisce l'ordine con una repressione: introduce una legge antianarchica che limita la libertà di stampa con bersaglio il partito socialista.

Crispi continua l'espansione in Etiopia e viene sconfitto dall'esercito etiope. Questa sconfitta sancisce la fine dell'età crispina.

Di Rudinì e le sue azioni

Sale al potere di Rudinì che stipula la pace di Addis Abeba con l'Etiopia, a cui l'Italia è costretta a rinunciare mantenendo l'Eritrea.

Di Rudinì ristabilisce i rapporti con la Francia e giunge a un accordo con i socialisti.

Pelloux e l'ostruzionismo

Tuttavia il sistema italiano viene fortemente danneggiato da questa crisi e il popolo italiano chiede una politica più rigida e autoritaria. Questa tendenza si traduce nella stesura di un articolo da parte di Sidney Sonnino, che si intitola "Torniamo allo Statuto". La monarchia si rafforza contro il parlamento. Dopo un tumulto contro la folla Di Rudinì è costretto a dimettersi e sale al potere Pelloux. Alcuni parlamentari fanno una battaglia usando la tecnica dell'ostruzionismo, che rallenta le azioni del governo. Dopo che le elezioni del 1900 decretano l'ascesa dell'opposizione socialista, il re accetta il fallimento della sua politica. Giuseppe Saracco diventa primo ministro ma il nuovo secolo si apre con l'assassinio del re Umberto I ad opera di un giovane anarchico. Gli succede Vittorio Emanuele III che ricrea un governo più liberale richiamando al governo Giolitti.

Domande da interrogazione

  1. Chi è stato il primo politico del sud a diventare primo ministro in Italia?
  2. Francesco Crispi è stato il primo politico del sud a diventare primo ministro in Italia.

  3. Quali sono stati i principali provvedimenti del governo Crispi?
  4. Il governo Crispi ha varato il codice Zanardelli, abolito la pena di morte, riconosciuto il diritto di sciopero e associazione, e ampliato i poteri della polizia con una legge di sicurezza.

  5. Qual è stata la politica economica di Giovanni Giolitti?
  6. Giovanni Giolitti ha cercato di rilanciare lo sviluppo sociale con una riforma per ridistribuire la ricchezza e credeva che lo stato dovesse intervenire nell'economia solo in situazioni di estremo pericolo.

  7. Quali eventi hanno portato alla fine del governo di Crispi?
  8. La sconfitta dell'esercito italiano in Etiopia e la conseguente fine dell'espansione in Africa hanno portato alla fine del governo di Crispi.

  9. Come ha reagito l'Italia alla crisi politica dopo la sconfitta in Etiopia?
  10. Dopo la sconfitta in Etiopia, l'Italia ha visto una richiesta di politica più rigida e autoritaria, culminando con l'articolo "Torniamo allo Statuto" di Sidney Sonnino e il rafforzamento della monarchia contro il parlamento.

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