Concetti Chiave
- L'ascesa dell'imperatore Hirohito nel 1926 segna l'inizio di un periodo di forte nazionalismo e militarismo in Giappone, culminato nell'attacco a Pearl Harbor.
- Il Giappone firmò il patto tripartito con Italia e Germania nel 1940 e il patto di non aggressione con l'URSS nel 1941, cercando risorse in Asia sudorientale.
- L'attacco a Pearl Harbor il 7 dicembre 1941, nonostante gravi perdite americane, non raggiunse gli obiettivi strategici giapponesi poiché le portaerei USA erano altrove.
- Gli Stati Uniti risposero all'espansionismo giapponese con un embargo petrolifero e, dopo Pearl Harbor, entrarono ufficialmente in guerra contro il Giappone.
- Il conflitto culminò nel 1945 con il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki, portando alla resa del Giappone e alla fine della Seconda Guerra Mondiale nel Pacifico.

Indice
La supremazia giapponese in Asia
Nel 1926 l’imperatore Hirohito prende il posto del padre e il suo regno durò per 63 anni divenendo il più lungo della storia del Giappone.
Fin dal 1931, Giappone e Cina erano impegnati in quella guerra che rimarrà nota come “guerra dei 14 anni”. Il 15 maggio 1932 in Giappone alcuni militari e contadini scatenano una rivolta, occupando alcune sedi del potere come la casa del primo ministro, inizialmente undici rivoltosi vennero accusati, ma durante il processo anziché essere imputati vennero considerati come eroi patriotici, portando un nuovo fervore nazionalista in Giappone. Il 26 febbraio del 1936 l’area del governo di Tokyo venne presa d’assalto da alcune truppe di ribelli che assassinarono alcuni esponenti politici giapponesi. Questi ribelli chiedevano un rinnovamento sociale e politico, la loro ribellione durò solo 3 giorni finendo il 29 febbraio, la maggior parte dei ribelli venne condannata a morte e fucilata. Il Giappone aveva firmato nel 1940 il patto tripartito con Italia e Germania, e nel 1941 il patto di non aggressione con l'Unione Sovietica. Per proseguire la guerra con la Cina però il Giappone riteneva di avere necessità delle risorse dell'Asia sudorientale, zona sulla quale gli USA non erano disposti a ridurre la propria influenza. Proprio in questo clima maturò l'attacco alla base navale americana di Pearl Harbor che si rivelò però un fallimento dal punto di vista strategico, sebbene avesse comportato gravi danni e ingenti perdite umane da parte americana. Gli Stati Uniti seppero riprendere in mano il controllo della situazione, affiancati dall'Inghilterra che era scesa in campo con loro. Dopo l'attacco a Pearl Harbor, i Giapponesi proseguirono nella guerra con la Cina occupando Hong Kong, le Filippine, la Malesia, Singapore, le Indie olandesi e parte della Birmania, schiavizzando e sterminando la popolazione indigena. Nel 1945 però essi persero l'egemonia sull'Asia sudorientale e combatterono in quell'area le fasi decisive della guerra con gli Stati Uniti.
per un ulteriore approfondimento sulla situazione del Giappone negli anni 30 vedi anche qua
La guerra del Pacifico e l’espansione giapponese
Nel 1941 l’Indocina venne occupata dall’impero nipponico causando il malcontento degli Stati Uniti, che in risposta bloccarono i finanziamenti e le esportazioni di petrolio e materiali siderurgici in Giappone. In seguito a queste restrizioni ai danni del Giappone il Primo Ministro Fumimaro Konoe tentò di trovare una via pacifica con gli USA, ma questo compromesso venne rigettato da Roosevelt, che il 12 agosto sostenne che se il Giappone avesse fatto altri interventi nel pacifico gli Stati Uniti sarebbero intervenuti militarmente. In nuovo Primo Ministro giapponese Hideki Tōjō era intenzionato ad espandere i confini nipponici.
per un ulteriore approfondimento sulla guerra del Pacifico vedi anche qua
Pearl Harbor e l'entrata in guerra degli Stati Uniti
Gli Stati Uniti, a partire dall'estate del 1940, tentarono di ostacolare l'espansionismo di Tokyo, ai danni della Cina, estendendo l'embargo ai prodotti di natura militare: la decisione di escludere dal commercio anche il petrolio, nel 1941, fu il preludio alla guerra tra Giappone e Stati Uniti. Il presidente giapponese Fumimaro Konoye tentò di trovare un compromesso con gli USA ma, il suo fallimento, comportò la caduta del governo e l'ascesa di Hideki Tojo, fautore della guerra contro gli Stati Uniti. Le portaerei giapponesi, il 7 dicembre 1941, senza avere formalizzato alcuna dichiarazione di guerra, attaccarono la base navale di Pearl Harbor nelle Hawai. Il bombardamento durò due ore e produsse danni ingentissimi sulla flotta navale e molte perdite umane (19 navi furono affondate, 150 velivoli persi e 2.400 vittime tra civili e militari oltre a 1.178 feriti). Tuttavia l'obiettivo giapponese non fu raggiunto poiché le portaerei, che essi volevano colpire, avevano lasciato la base pochi giorni prima. Il giorno dopo il Congresso americano votò l'ingresso in guerra degli USA contro il Giappone.
per un ulteriore approfondimento sull'attacco a Pearl Harbor vedi anche qua
Dopo Pearl Harbor
Il Giappone continuava ad espandersi, mentre gli Stati Uniti stavano ricostruendo la base militare di Pearl Harbor. Nel mentre i comandi Americani compirono un attacco aereo sulle isole Marshall, il 31 gennaio 1942 diversi atolli vennero bombardati, anche altre isole come le Wake, e l’isola di Marcus vennero bombardate. Nei primi mesi del 1942 gli stati minori che si trovavano al centro di questo conflitto fecero pressione perché si trovasse un accordo pacifico, l’11 aprile 1942 a Londra si tenne il Pacific War Council, ma durante questo concilio non vennero prese decisioni significative. A marzo del 1942 il Giappone si mosse per ampliare le sue mire espansionistiche verso l’Australia, nel mentre gli americani stavano studiando un piano per attaccare Tokyo, il 16 Aprile la flotta americana iniziò a bombardare la città. Il 4 giugno USA e Giappone si scontrarono nelle Midway, con gli Stati Uniti che ebbero la meglio. Il Giappone e gli Stati Uniti continuarono a scontrarsi in diverse battaglie navali in territori nel pacifico, anche nel corso del 1943 e del 1944. Ma il grande avvenimento che risolse il conflitto tra le due potenze avvenne ad agosto del 1945 quando dopo la conferenza di Postdam, il 6 agosto il presidente americano Truman diede l’ok per lo sgancio della prima bomba atomica sulla città di Hiroshima, e il 9 agosto un’altra bomba atomica venne sganciata sulla città di Nagasaki. Dopo questi avvenimenti il Giappone non poté far altro che arrendersi.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali dell'entrata in guerra del Giappone e degli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale?
- Quali furono le conseguenze immediate dell'attacco giapponese a Pearl Harbor?
- Come si sviluppò la guerra del Pacifico dopo l'attacco a Pearl Harbor?
- Quali furono le principali battaglie navali tra Giappone e Stati Uniti nel Pacifico?
- Quale evento portò alla resa del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale?
L'espansionismo giapponese in Asia e il conseguente embargo degli Stati Uniti sui prodotti militari e petroliferi furono le cause principali. L'attacco a Pearl Harbor da parte del Giappone fu il catalizzatore che portò gli Stati Uniti a entrare in guerra.
L'attacco a Pearl Harbor causò ingenti danni alla flotta navale americana e molte perdite umane, ma non riuscì a colpire le portaerei americane. Il giorno successivo, il Congresso americano votò per l'ingresso in guerra contro il Giappone.
Dopo Pearl Harbor, il Giappone continuò la sua espansione in Asia, mentre gli Stati Uniti ricostruivano la base di Pearl Harbor e lanciavano attacchi aerei su isole strategiche. Gli scontri continuarono fino alla decisiva battaglia delle Midway e culminarono con il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki.
Le principali battaglie navali includevano lo scontro alle Midway, dove gli Stati Uniti ottennero una vittoria decisiva, e vari altri scontri nel Pacifico durante il 1943 e il 1944.
La resa del Giappone fu determinata dal bombardamento atomico delle città di Hiroshima e Nagasaki nell'agosto del 1945, dopo la conferenza di Potsdam.