Concetti Chiave
- Il fascismo italiano, fondato da Benito Mussolini nel 1919, emerse in un periodo di agitazione sociale e malcontento post-Prima Guerra Mondiale.
- Nel 1922, Mussolini prese il potere dopo la Marcia su Roma, instaurando presto una dittatura e consolidando il controllo attraverso violenza e repressione politica.
- Durante il regime fascista, l'ideologia venne inculcata nelle scuole e gioventù, con organizzazioni come i Balilla che promuovevano un addestramento militare.
- Il fascismo controllava la vita lavorativa e sociale, abolendo il diritto di sciopero e istituendo circoli ricreativi, ma l'economia rimase debole con alta disoccupazione.
- La caduta del fascismo iniziò con la sconfitta militare nella Seconda Guerra Mondiale, culminando nell'arresto e esecuzione di Mussolini nel 1945.

Indice
Le origini del fascismo
Per quanto riguarda il significato, la parola “fascismo” deriva dal fascio littorio, che era il simbolo del potere nell’antica Roma.
Il fascismo nacque in Italia in una situazione politica ed economica particolare. L’Italia era uscita vittoriosa dalla prima guerra mondiale e aveva ampliato il suo territorio. Nonostante ciò, le conseguenze del conflitto furono molto gravi: oltre 600.000 morti e un milione di invalidi e feriti. In varie città italiane scoppiarono scioperi e manifestazioni di protesta. I grossi industriali e i proprietari terrieri temevano una rivoluzione socialista e chiedevano un deciso intervento del governo per reprimere i moti di protesta. In questo clima di incertezza e malcontento generale, si fece avanti Benito Mussolini, un giornalista poi entrato in politica, che formò a Milano un’associazione chiamata Fasci di combattimento. In poco tempo aderirono al fascismo numerose persone, convinte che solo l’ordine, l’autorità e la forza avrebbero potuto porre rimedio alle difficoltà del momento. I Fasci di combattimento erano chiamati anche Camicie Nere, dal colore della divisa. Grazie all’appoggio economico degli industriali e dei proprietari terrieri, al silenzio del governo e delle forze dell’ordine, il movimento fascista o fascismo diventò sempre più violento. Operai, socialisti e sindacalisti venivano quotidianamente picchiati e costretti a bere l’olio di ricino come punizione; alcuni vennero torturati e morirono per le violenze subite.
Il fascismo al potere
Nell’ottobre del 1922, Mussolini approfittò della situazione che si era creata per prendere direttamente il potere. Ordinò quindi alle Camicie Nere di marciare verso Roma per occupare la capitale. Il re Vittorio Emanuele III di Savoia non fece intervenire l’esercito e diede a Mussolini l’incarico di formare un nuovo governo. La Marcia su Roma era stata un successo; in soli tre anni il fascismo era arrivato al potere.
Una volta al governo, Mussolini tolse di mezzo i suoi oppositori e instaurò la dittatura fascista. Alle elezioni del 1924, illegali perché si svolsero in un clima di minacce, il fascismo ottenne la maggioranza dei voti. Il deputato socialista Giacomo Matteotti, che aveva denunciato in Parlamento le violenze e gli abusi dei fascisti, fu rapito e ucciso. L’uccisione di Matteotti suscitò un forte sdegno in Italia e all’estero, ma gli avversari del fascismo non riuscirono a far dimettere Mussolini.
La dittatura fascista
Nelle scuole divenne obbligatorio l’insegnamento delle nozioni della cultura fascista e tutti i giovani furono organizzati in associazioni di stampo militare: i Figli della Lupa radunavano i bambini dai 6 agli 8 anni, mentre i ragazzini dagli 8 ai 14 anni si dividevano tra le Piccole Italiane e i Balilla. Queste associazioni, che furono poi raggruppate nella Gioventù italiana del Littorio (GIL), impartivano ai giovani un addestramento di tipo militare, che prevedeva molti esercizi fisici. Tutte le feste pubbliche, la parate ufficiali, le gare sportive, le mostre e i raduni diventarono l’occasione per esaltare e festeggiare il fascismo.
Per poter controllare i lavoratori, il Duce organizzò non solo il loro tempo lavorativo, ma anche quello libero: creò circoli ricreativi come le Case del Fascio, e istituì le colonie estive per i bambini più poveri. Nel 1929 Mussolini e papa Pio XI firmarono i Patti Lateranensi. Così il governo riconosceva il cattolicesimo come religione di stato.
Abolì il diritto di sciopero per i lavoratori e impose la giornata lavorativa di 9 ore. Ma, nonostante il diretto intervento dello stato, la disoccupazione rimase molto alta e l’Italia restò un paese arretrato rispetto alle altre potenze europee.
Per ulteriori approfondimenti sulla dittatura fascista vedi anche qua
La Seconda guerra mondiale e la caduta del fascismo
Nel 1939, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Mussolini fu colto di sorpresa, e decise di non entrare in guerra. Poi però, accorgendosi dei rapidi successi riportati da Hitler, temette di rimanere escluso dai benefici della vittoria e, il 10 giugno 1940, dichiarò l’entrata in guerra dell’Italia, a fianco della Germania.
La guerra, durò per tre anni, e l’esercito italiano fu sconfitto in Grecia e in Africa.
Dopo lo sbarco delle truppe anglo-americane sulle coste della Sicilia (9 luglio 1943), il Gran Consiglio del Fascismo (presieduto dallo stesso Mussolini e composto da alti dirigenti del Partito nazionale fascista e dai presidenti della Camera e del Senato) decise di deporre il duce. Il 25 luglio, il re ordinò il suo arresto e diede l’incarico di formare il governo al maresciallo Pietro Badoglio. Mussolini fu però liberato dai tedeschi e posto alla guida della Repubblica sociale italiana, o Repubblica di Salò (dal nome della cittadina di Salò, in provincia di Brescia, che era la sede del governo). Il 27 aprile del 1945, Mussolini cercò di scappare in Svizzera, ma fu riconosciuto dai partigiani a Dongo, sul Lago di Como. Catturato, venne giustiziato il 28 aprile 1945. Finiva così, dopo oltre vent’anni di potere, la dittatura fascista.
Domande da interrogazione
- Quali furono le origini del fascismo in Italia?
- Come riuscì Mussolini a prendere il potere?
- In che modo il fascismo influenzò l'educazione e la gioventù italiana?
- Quali furono le conseguenze della partecipazione dell'Italia alla Seconda Guerra Mondiale?
- Come terminò la dittatura fascista e quale fu il destino di Mussolini?
Il fascismo nacque in Italia in un contesto di crisi politica ed economica post Prima Guerra Mondiale, con Benito Mussolini che fondò i Fasci di combattimento a Milano nel 1919, approfittando del malcontento generale e del supporto di industriali e proprietari terrieri.
Mussolini prese il potere nel 1922 con la Marcia su Roma, quando il re Vittorio Emanuele III gli affidò l'incarico di formare un nuovo governo, dopo che le Camicie Nere avevano marciato sulla capitale.
Durante la dittatura fascista, l'educazione fu orientata verso la cultura fascista e i giovani furono organizzati in associazioni di stampo militare come i Figli della Lupa e i Balilla, per inculcare ideali fascisti e addestramento fisico.
L'Italia entrò in guerra nel 1940 a fianco della Germania, ma subì sconfitte in Grecia e Africa. Dopo lo sbarco alleato in Sicilia nel 1943, Mussolini fu deposto e arrestato, segnando l'inizio della fine del regime fascista.
La dittatura fascista terminò con la cattura e l'esecuzione di Mussolini da parte dei partigiani il 28 aprile 1945, dopo che era stato deposto e arrestato nel 1943, e successivamente liberato dai tedeschi per guidare la Repubblica di Salò.