Concetti Chiave
- La Trasfigurazione di Raffaello, dipinta nel 1519, è l'ultima opera del maestro e si trova nei Musei Vaticani, originariamente commissionata per una cattedrale francese.
- Il dipinto è diviso in due scene: in alto la Trasfigurazione di Cristo, in basso il miracolo del fanciullo indemoniato, con una disposizione complessa dei personaggi.
- Raffaello sintetizza nella composizione elementi dell'arte contemporanea, influenze classiche e leonardesche, segnando una tappa importante del Manierismo.
- L'opera riflette le tensioni religiose dell'epoca, alludendo alla sfida di Lutero e sottolineando la fiducia nella Chiesa e nel Papa.
- I restauri del 1977 hanno confermato l'autenticità del dipinto come opera di Raffaello, rivelando anche i cambiamenti e le correzioni effettuate durante la sua creazione.
Indice
Dettagli dell'opera e commissione
L'opera, che misura 405 x 278 cm, è stata realizzata da Raffaello nel 1519 ed è conservata nei Musei Vaticani. Questo è l'ultimo dipinto della carriera del pittore
Giulio, cardinale de' Medici, futuro papa Clemente VII, commissionò questa Trasfigurazione nel 1517 a Raffaello per la cattedrale francese di Narbonne, dove il prelato era vescovo. La cattiva salute impedì all’artista di finirla. Il dipinto rimase poi a Roma nella chiesa di San Pietro in Montorio dal 1523 in poi. Portato a Parigi nel 1797 a seguito dell’esercito napoleonico, sarà restituito nel 1815.
Composizione e significato simbolico
La composizione della Trasfigurazione è divisa in due parti distinte:
• il miracolo del fanciullo indemoniato al piano inferiore
• la Trasfigurazione di Cristo al piano superiore
I personaggi in basso posti sul lato sinistro del giovane rappresentano gli apostoli e quelli sempre in basso sul lato destro, i fedeli. Al centro tra i due gruppi una giovane donna che indica l'indemoniato, è Giulia Farnese la sorella del futuro papa Paolo III.
Il ragazzo posseduto è l'esempio del paradosso estetico per cui il brutto può essere rappresentato in modo bello. L'umanista Giovio ammirava questo personaggio per i gesti e lo sguardo fisso che mostravano l'esatto stato fisico e mentale del bambino malato.
Addolorato alla vista del bambino che si contorce in preda alle convulsioni, l'apostolo leggendo la Bibbia si rivolge a lui con un gesto di sincera compassione. La sua mano sembra alzarsi davanti al dipinto e il suo piede vuole uscire dalla cornice, integrando così lo spettatore nella scena come testimone dell'evento.
Cristo trasfigurato in un'aura di luce e nuvole fluttua sopra la collina, accompagnato da Mosè ed Elia. Le sue braccia tese ricordano la forma della croce su cui morì. La figura però non è rigida ma elegante.
I discepoli sono sulla terra. Alcuni sono immersi nella luce della gloria, altri sono in preghiera. I gesti della folla che vede il miracolo uniscono le due parti: le mani della folla convergono verso la figura di Cristo.
Riferimenti artistici e storici
In questa vastissima composizione, Raffaello ha sintetizzato tutti gli elementi della pittura contemporanea compresi i riferimenti all'antichità classica, a Leonardo da Vinci (probabilmente sulla base delle impressioni raccolte durante il suo soggiorno a Firenze) e - non senza un certo narcisismo - a se stesso. È una tappa innegabile del Manierismo allo stesso modo de "La stanza dell’incendio" o "La Sacra Famiglia" di Michelangelo.
Il dipinto arriva pochi mesi dopo la pubblicazione dei pensieri di Martin Lutero. Quindi è ovvio che la malattia che affligge i posseduti non è altro che la sfida di Lutero: i credenti (a destra) si interrogano sulla strada da seguire, guardano gli apostoli (a sinistra) che rappresentano la Chiesa. Un apostolo (in rosso) dà la risposta indicando Cristo. Conclusione, i fedeli devono fidarsi della Chiesa e del Papa e respingere la sfida luterana.
Restauro e autenticità
I numerosi schemi (quelli di Raffaello e dei suoi allievi) per le figure del dipinto e le variazioni sulla prima bozza sono stati rivelati dai lavori di restauro intrapresi nel 1977. Essi mostrano come la composizione sia stata attentamente studiata. Il restauro ha anche dissipato ogni dubbio sull'autenticità dell'attribuzione a Raffaello; alterazioni e correzioni dimostrano che questo dipinto (sebbene incompiuto) è realmente e interamente di sua mano
Domande da interrogazione
- Qual è la storia dietro la commissione della "Trasfigurazione" di Raffaello?
- Come è strutturata la composizione della "Trasfigurazione"?
- Qual è il significato simbolico del ragazzo posseduto nel dipinto?
- Quali influenze artistiche sono evidenti nella "Trasfigurazione"?
- Cosa hanno rivelato i lavori di restauro del 1977 sulla "Trasfigurazione"?
La "Trasfigurazione" fu commissionata da Giulio, cardinale de' Medici, nel 1517 per la cattedrale di Narbonne. Tuttavia, a causa della cattiva salute di Raffaello, l'opera non fu completata e rimase a Roma.
La composizione è divisa in due parti: il miracolo del fanciullo indemoniato al piano inferiore e la Trasfigurazione di Cristo al piano superiore, con personaggi che rappresentano apostoli e fedeli.
Il ragazzo posseduto rappresenta il paradosso estetico del brutto rappresentato in modo bello e simboleggia la sfida di Lutero, con i credenti che si interrogano sulla strada da seguire.
Raffaello ha sintetizzato elementi della pittura contemporanea, con riferimenti all'antichità classica, a Leonardo da Vinci e a se stesso, segnando una tappa del Manierismo.
I lavori di restauro hanno confermato l'autenticità dell'attribuzione a Raffaello, mostrando che la composizione fu attentamente studiata e che il dipinto è interamente opera sua, nonostante sia incompiuto.