Concetti Chiave
- "Lo Sposalizio della Vergine" di Raffaello, creato nel 1504, si ispira a opere del Perugino, con una composizione simmetrica e un tempio a sedici lati come elemento centrale.
- "La scuola di Atene", realizzata tra il 1509/1510, rappresenta filosofi antichi in un edificio classico, con Platone e Aristotele al centro, simboleggiando la sapienza umana.
- Nel "Ritratto di Leone X con due cardinali" del 1518, Raffaello raffigura il papa con simboli dei Medici, usando il colore rosso e modificando il dipinto originale per includere i cardinali.
- "Trasfigurazione", commissionata nel 1516, unisce due racconti evangelici, mostrando contrasti di luce e ombra per rappresentare la trasformazione di Cristo e la liberazione di un ragazzo indemoniato.
- Villa Madama, progettata nel 1517, è un esempio di villa rinascimentale suburbana, con un progetto ambizioso mai completato, decorato da allievi di Raffaello.
Indice
Raffaello e l'ispirazione dal Perugino
Quest’opera è stata eseguita da Raffaello nel 1504 per la Chiesa di San Francesco a Città di Castello.
Raffaello per comporla si ispira a due opere del Perugino: la Consegna delle chiavi (infatti ritrae due gruppi di personaggi, il tempio a pianta centrale sullo sfondo e utilizza l’intelaiatura prospettica sottolineata dalla griglia della pavimentazione della piazza) e Lo Sposalizio della Vergine (sceglie per esempio la rappresentazione dello stesso soggetto e degli atteggiamenti di alcune figure). La tavola di Raffaello è più piccola di quella di Perugino. Ritrae le figure secondo una curva simmetrica in primo piano lasciando un vuoto dietro di loro. Il sacerdote, al centro della scena, è sbilanciato verso destra dove Raffaello ha ritratto un maggior movimento nei personaggi maschili; al contrario a sinistra, le figure femminili sono rappresentate con dolcezza e grazia. I due gruppi sono collegati per il tramite del sacerdote che stringe ai polsi Maria e Giuseppe avvicinando le loro mani. La Vergine protende la mano destra per ricevere l’anello che Giuseppe le sta porgendo mentre si sta avvicinando a lei. La linea dell’orizzonte dilata lo spazio della scena e il tempio costituisce il centro visivo dal quale partono le linee prospettiche che derivano dal punto di fuga. Il tempio ha sedici lati e non otto come quello rappresentato da Perugino; il numero superiore delle facce e la presenza del portico colonnato lo rendono più simile ad un cilindro che ad un prisma. Inoltre, Raffaello si ispira a molti elementi dell’architettura classica come capitelli ionici, paraste, trabeazioni tripartite, archi, la cupola sormontata dalla lanterna… Con il restauro del 2008-2009, il tempio ha recuperato un caldo colore ambrato così come il lapislazzuli della veste di Maria che risplende, e sono state eliminate le velature opacizzanti.
La rappresentazione della sapienza umana
L’opera è stata eseguita tra il 1509/1510. Raffaello rappresenta una delle vie grazie alle quali si può raggiungere Dio (il Vero): la filosofia. Dunque, è una rappresentazione della sapienza umana. Nell’edificio classico sono riuniti, infatti, i più importanti filosofi dell’Antichità e per disporli nella scena, si ispira all’Ultima Cena di Leonardo. L’edificio è composto da due bracci coperti da volte a botte con lacunari in cui si alternano esagoni e rombi che affiancano uno spazio cupolato. Inoltre, è preceduto da una scalinata sulla quale Raffaello dispone i vari personaggi secondo un andamento semicircolare attorno alle figure centrali di Platone e Aristotele. Platone indica il cielo ricordando che (secondo lui) il mondo è una brutta copia di una realtà ideale e superiore. Aristotele tende il braccio in avanti e con ciò vuole indicare che l’unica realtà possibile è quella concreta nella quale viviamo. In mezzo ai due personaggi, è posizionato il punto di fuga. La prospettiva determina un senso di equilibrio, classicità e grande compostezza. Ad alcuni filosofi rappresentati, Raffaello ha dato le fattezze di artisti suoi contemporanei (tra i quali anche sé stesso) e con ciò vuole simboleggiare che gli uomini colti del suo tempo sono “legati” a quelli del passato. Per esempio, Platone ha il volto di Leonardo invece Michelangelo è raffigurato in Eraclito, pensoso e poggiante su un blocco di marmo. L’inclinazione del suo corpo segue dolcemente quella delle linee di fuga.
Il ritratto di Leone X
Raffaello conclude questo ritratto nel 1518. Ritrae il papa seduto davanti a uno scrittorio coperto da un tappeto rosso sul quale sono appoggiati un campanello da camera e un codice miniato che sta osservando con una lente di ingrandimento. Accanto a lui, ci sono i cugini cardinali Giulio de’ Medici (futuro papa Clemente VII) e Luigi de’ Rossi. I cardinali si trovano in una quasi totale oscurità però è possibile seguire le linee oblique delle cornici che confluiscono nello stesso punto di fuga quasi i margini del dipinto. Lo scrittoio rende la scena più dinamica e contribuisce anche ad allontanare la figura del pontefice. Si può intuire che il volto e la corporatura di Leone X sono quelli di un uomo che vive nell’agiatezza e dal suo sguardo si può comprendere che è un uomo intelligente, curioso, indagatore. In questa scena, come si nota, il colore predominante è il rosso più volte variato nella tonalità per raffigurare stoffe diverse. Gli oggetti sullo scrittoio sono simboli appartenenti alla famiglia fiorentina dei Medici. Il libro è una Bibbia e la pagina che il Papa sta leggendo è l’ultima del Vangelo di Luca. Alcuni passi del vangelo potevano essere usati come pretesto giustificativo della dispendiosa costruzione della nuova Basilica Vaticana e della vendita delle indulgenze e di conseguenza, il ritratto potrebbe essere letto come una risposta del Papa alle tesi di Lutero. Inizialmente il dipinto non era stato pensato come lo si vede perché grazie al restauro del 1997, si è scoperto che i due cardinali sono stati aggiunti in un secondo momento. In origine, infatti, l’opera avrebbe dovuto mostrare solo il Papa seduto allo scrittoio e in questo modo il dipinto avrebbe assunto il significato di ritratto di Stato in cui il Papa si poneva come interprete autentico delle Sacre Scritture.
La trasfigurazione e la liberazione
Venne commissionata nel 1516 dal cardinale Giulio de’ Medici e iniziata nel 1518. E’ una tavola che riunisce due racconti evangelici: nella parte superiore vi è la trasfigurazione di Cristo, mentre nella porzione inferiore vi è la liberazione di un ragazzo indemoniato. La composizione è costruita secondo una geometria rigorosa e ciò attribuisce ai due episodi uno spazio identico. La Trasfigurazione è la trasformazione che Cristo subì sul monte Tàbor quando si mostrò ai discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni nella sua natura divina, quindi splendente di luce mentre ai suoi fianchi apparivano i profeti Elia e Mosè. Nei Vangeli, inoltre, si narra che quando Cristo scese dal monte, guarì un ragazzo posseduto dal demonio, circondato dalla sua famiglia e osservato dagli Apostoli (a sinistra). Raffaello ambienta entrambi gli episodi all’alba in modo da sfruttare i contrasti luce/ombra; infatti la prima parte dell’opera esprime calma ed è piena di luce, mentre nella seconda vi è molto più movimento, agitazione e turbamento e naturalmente, la scena è immersa nell’ombra. Questi sentimenti sono espressi con i gesti e con gli sguardi e per rappresentarli, Raffaello si ispira a Leonardo mentre si ispira a Michelangelo per rappresentare i movimenti corporei.
Quest’opera venne prelevata dalla bottega di Raffaello e posta sul suo letto di morte, ovvero il 6 aprile 1520.
Il progetto incompiuto della villa
L’edificio è stato progettato intorno al 1517 per il cardinale Giulio de’ Medici ma non fu mai concluso. Nonostante ciò, restò come esempio di villa rinascimentale suburbana per gli architetti successivi. La villa sorge sulle pendici di monte Mario. Secondo le intenzioni di Raffaello, la villa avrebbe dovuto essere composta da un appartamento estivo e da uno invernale e da altri ambienti che seguissero l’andamento del terreno che è il lieve salita. L’accesso avrebbe prospettato su un grande cortile affiancato da un giardino coltivato ad aranci. Un’ampia scalinata avrebbe introdotto ad un vestibolo suddiviso in tre navate che avrebbero fatto accedere ad un cortile circolare attorno al quale ci sarebbero stati gli ambienti più intimi della villa, quelli abitativi e quelli di rappresentanza. Di fronte al primo vestibolo, un secondo avrebbe introdotto ad un giardino recintato di fianco al quale ci sarebbe stata una vasca che avrebbe costituito uno spazio di frescura e un abbeveratoio. Nel seminterrato avrebbero trovato spazio le terme, le scale e cucine. Inoltre, una scalinata avrebbe condotto ad un teatro con una cavea semicircolare e scena architettonica. Infine, le stalle dei cavalli sarebbero state precedute da un ippodromo.
Del progetto iniziale di Raffaello venne realizzata solo una piccola parte; infatti, metà del cortile circolare costituisce la facciata e gli spazi abitativi si trovano nella loggia che dà sul giardino, composta da tre campate. E’ stata decorata a grottesche e a stucchi dagli allievi di Raffaello e le pareti sono scandite da paraste pseudodoriche.
Domande da interrogazione
- Qual è l'ispirazione dietro "Lo sposalizio della Vergine" di Raffaello?
- Qual è il significato filosofico de "La scuola di Atene"?
- Quali simboli familiari sono presenti nel "Ritratto di Leone X con due cardinali"?
- Come Raffaello rappresenta i due racconti evangelici nella "Trasfigurazione"?
- Quali elementi del progetto originale di Villa Madama sono stati realizzati?
Raffaello si ispira a due opere del Perugino, "La Consegna delle chiavi" e "Lo Sposalizio della Vergine", per la composizione e la rappresentazione dei personaggi.
L'opera rappresenta la filosofia come una via per raggiungere Dio, riunendo i più importanti filosofi dell'Antichità in un edificio classico.
Gli oggetti sullo scrittoio, come il campanello e il codice miniato, sono simboli della famiglia fiorentina dei Medici.
Raffaello unisce la trasfigurazione di Cristo e la liberazione di un ragazzo indemoniato, utilizzando contrasti di luce e ombra per esprimere calma e agitazione.
Solo una piccola parte del progetto originale è stata realizzata, inclusa metà del cortile circolare e gli spazi abitativi nella loggia decorata a grottesche e stucchi.