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Concetti Chiave

  • I romani utilizzavano principalmente tre tecniche pittoriche: parietale, su tavola e compendiaria, con l'affresco particolarmente diffuso a Pompei ed Ercolano.
  • Gli affreschi di Pompei ed Ercolano mostrano schemi ricorrenti come l'imitazione del marmo e illusioni architettoniche, creando effetti di profondità e realismo.
  • La pittura romana è caratterizzata da quattro stili pompeiani: ad incrostazione, architettura in prospettiva, parete reale e illusionismo prospettico, ciascuno con specifiche tecniche e periodi storici.
  • Lo stile ad incrostazione imitava il marmo ed era usato da chi non poteva permettersi materiali preziosi, mentre lo stile architettonico ampliava visivamente gli spazi attraverso la prospettiva.
  • L'opus sectile, un'alternativa più costosa all'affresco, utilizzava tessere di marmo colorato per creare disegni geometrici e figurativi, diffondendosi in tutto l'impero romano.
Questo appunto di Storia dell’Arte tratta la pittura romana tra mosaici, affreschi e marmi. Nello specifico, il primo paragrafo fornisce un’introduzione in maniera sintetica sugli affreschi romani, soprattutto nella zona di Pompei ed Ercolano. Il secondo paragrafo approfondisce i quattro stili pompeiani che possono essere individuati nella pittura romana. Infine, il terzo e ultimo paragrafo tratta in maniera sintetica le principali caratteristiche dell’opus sectile.
La pittura romana e i quattro stili pompeiani articolo

Indice

  1. Breve panoramica sugli affreschi romani a Pompei ed Ercolano
  2. Le peculiarità dei quattro stili pompeiani della pittura romana
  3. Un intarsio di marmi colorati: le caratteristiche principali dell’opus sectile

Breve panoramica sugli affreschi romani a Pompei ed Ercolano

Nell’arte romana venivano utilizzate in particolar modo tre tecniche: la pittura parietale, la pittura su tavola e la pittura compendiaria.
Nella pittura parietale veniva impiegata soprattutto la tecnica dell’affresco.

L’affresco prevedeva la sovrapposizione di differenti strati di intonaco. Sull’ultimo strato di intonaco (noto come arriccio) si effettuava un disegno preparatorio. Il disegno finale, invece, era realizzato su uno strato molto fine (di alcuni millimetri) di intonachino umido, in modo tale che, asciugandosi, lo strato pittorico potesse trattenere molto bene il pigmento di colore e garantire, quindi, una maggiore conservazione dell’opera.
Per farci un’idea della pittura su parete o parietale ai tempi dell’antica Roma dobbiamo recarci a Pompei e a Ercolano. Attraverso l’attenta analisi della pittura d’interno lì rinvenuta, cioè delle decorazioni ad affresco delle abitazioni più prestigiose, si sono osservati alcuni schemi (o stili) ricorrenti, come, ad esempio, dipingere i muri imitando il colore e le venature del marmo, coprire le pareti di finti elementi architettonici, come mensole, cornici e colonne, fino a ottenere effetti di vero illusionismo architettonico.
Ad esempio, una preziosa stanza da letto, o cubiculum, rinvenuta a Boscoreale, a nord di Pompei, è ornata di affreschi ottimamente conservati. Le pareti danno l’illusione di un porticato oltre il quale si apre un paesaggio con scorci naturali e vedute cittadine dipinte.
Per ulteriori approfondimenti sulle principali caratteristiche dell’arte romana vedi anche qua

Le peculiarità dei quattro stili pompeiani della pittura romana

Negli affreschi romani possono essere individuati quattro differenti stili: lo stile ad incrostazione; lo stile dell’architettura in prospettiva; lo stile della parete reale; lo stile dell’illusionismo prospettico. Questi quattro stili rappresentano quattro differenti schemi pittorici e più stili potevano coesistere all’interno della stessa decorazione.

  • Lo stile ad incrostazione (anche denominato stile strutturale) risale al periodo compreso tra il secondo secolo avanti cristo e la prima metà del primo secolo avanti cristo. Era diffuso anche in Grecia. Questo stile consisteva nell’imitare il marmo attraverso lo stucco e il colore ed era utilizzato dai proprietari di modesta estrazione sociale, che non avevano le risorse economiche per utilizzare dei materiali preziosi.
  • Lo stile dell’architettura in prospettiva (anche denominato stile architettonico) risale al periodo compreso tra la seconda metà del primo secolo avanti cristo e il primo secolo dopo cristo. Questo stile consisteva nel ritrarre degli elementi architettonici in prospettiva (ad esempio, veniva riprodotti colonne e parapetti) in maniera realistica. L’obiettivo dell’utilizzo di questo stile era principalmente quello di dilatare otticamente lo spazio, vale a dire farlo sembrare più grande. Alcuni esempi di applicazione di questo stile includono: la Villa dei Misteri a Pompei e la Villa di Poppea a Oplontis.
  • Lo stile della parete reale (anche noto come ornamentale) risale al periodo compreso tra il primo secolo avanti cristo e il 60 dopo cristo. Solitamente le pareti erano dipinte a tinta unita e presentavano una quantità ridotta di decorazioni, non molto verosimili e con poca prospettiva. A volte vengono rappresentati anche delle figure senza un piano di appoggio all’interno di riquadri oppure elementi botanici. Vengono utilizzati soprattutto i colori freddi.
  • Infine, lo stile dell’illusionismo prospettico (anche noto come stile fantastico) risale al periodo successivo al primo secolo dopo cristo. Come suggerisce lo stesso nome, questo stile ritraeva gli elementi architettonici in modo fantasioso, artificioso e teatrale
Per ulteriori approfondimenti sulle principali caratteristiche dei quattro stili dell’arte romana vedi anche qua
La pittura romana e i quattro stili pompeiani articolo

Un intarsio di marmi colorati: le caratteristiche principali dell’opus sectile

Un’alternativa all’affresco, ma molto più costosa, era costituita dall’uso di tessere di marmo di diversi colori, rare e pregiate, tagliate in varie forme e disposte in modo da formare disegni geometrici o figurativi. Le tessere, ricavate da blocchi di marmo, levigate e lucidate, venivano poi tagliate nella forma voluta e assemblate su un piano per comporre il disegno. La moda di decorare ambienti con varie tarsie marmoree si diffuse durante il periodo imperiale in tutte le province dell’impero. L’impiego di marmi colorati creava una netta separazione tra figure e sfondo ed era apprezzata per le venature, capaci di rendere realistiche le rocce, la corteccia degli alberi, il mantello degli animali o l’anatomia umana. A questo scopo erano impiegati anche materiali diversi dal marmo, per esempio la madreperla o la pasta vitrea colorata, capaci di rendere particolari effetti di luce. In questo splendido pannello proveniente da una basilica romana, si può comprendere la qualità artistica raggiunta dai maestri dell’opus sectile.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le tecniche principali utilizzate nella pittura romana a Pompei ed Ercolano?
  2. Le tecniche principali erano la pittura parietale, la pittura su tavola e la pittura compendiaria, con un uso predominante della tecnica dell'affresco.

  3. Quali sono i quattro stili pompeiani della pittura romana?
  4. I quattro stili sono lo stile ad incrostazione, lo stile dell'architettura in prospettiva, lo stile della parete reale e lo stile dell'illusionismo prospettico.

  5. In cosa consiste lo stile ad incrostazione nella pittura romana?
  6. Lo stile ad incrostazione consisteva nell'imitare il marmo attraverso lo stucco e il colore, ed era utilizzato da proprietari di modesta estrazione sociale.

  7. Quali sono le caratteristiche principali dell'opus sectile?
  8. L'opus sectile utilizzava tessere di marmo di diversi colori, tagliate e assemblate per formare disegni geometrici o figurativi, creando una netta separazione tra figure e sfondo.

  9. Quali materiali, oltre al marmo, venivano utilizzati nell'opus sectile per effetti particolari?
  10. Oltre al marmo, venivano utilizzati materiali come la madreperla e la pasta vitrea colorata per creare particolari effetti di luce.

Domande e risposte