Concetti Chiave
- Dopo la morte di Teodosio nel 395, l'Impero Romano fu diviso tra i suoi figli Arcadio e Onorio, con Stilicone come principale difensore dell'Occidente.
- Stilicone sconfisse i Visigoti ma fu condannato a morte dalla corte imperiale, portando a un indebolimento dell'impero e al saccheggio di Roma da parte di Alarico.
- I Vandali di Genserico conquistarono Cartagine e si impadronirono del Mediterraneo occidentale, evidenziando la crescente incapacità dell'impero di difendersi.
- L'invasione degli Unni guidati da Attila fu fermata da Ezio e i Visigoti ai Campi Catalaunici, ma l'impero continuò a indebolirsi dopo la morte di Ezio e Valentiniano III.
- Nel 476, l'ultimo imperatore d'Occidente, Romolo Augustolo, fu deposto da Odoacre, segnando la fine ufficiale dell'Impero Romano d'Occidente.
Indice
- Divisione dell'impero romano
- Stilicone e le invasioni barbariche
- Caduta di Stilicone e sacco di Roma
- Fondazione del regno visigoto
- Invasioni germaniche e dominio vandalo
- Minaccia degli Unni e battaglia dei Campi Catalaunici
- Declino dell'impero e morte di Ezio
- Sacco di Roma da parte dei Vandali
- Fine dell'impero romano d'Occidente
Divisione dell'impero romano
Teodosio morì nel 395 e l'impero fu diviso tra i suoi due figli: Arcadio ebbe la parte orientale e Onorio quella occidentale.
Stilicone e le invasioni barbariche
Poiché nessuno dei due dimostrò alcuna capacità politica, il vero capo della politica imperiale in Occidente fu il generale Stilicone. Questi, condottiero vandalo che aveva servito fedelmente Teodosio sino a diventare comandante dell’esercito, costituì l’ultima difesa dell’impero occidentale. Egli sconfisse i Visigoti, che sotto la guida del re Alarico erano penetrati in Italia. Malgrado la sconfitta, Alarico poté ritirarsi indisturbato oltre le Alpi, perché Stilicone, rinunciando ad annientare il nemico, proseguì la politica di Teodosio volta ad assimilare pacificamente i Goti. Due anni dopo, nel 404, la capitale fu spostata a Ravenna, meno esposta di Roma al pericolo delle invasioni perché protetta dalle paludi. Poco dopo, il confine del Reno fu scardinato da una nuova invasione di Germani, stavolta Ostrogoti, i quali riuscirono a penetrare fino nel cuore dell’Italia e furono sconfitti e annientati da Stilicone.
Caduta di Stilicone e sacco di Roma
Approfittando della lontananza dell'esercito dai confini, altre ondate di barbari si riversarono sulle Gallie e sulla Spagna, lasciate indifese. Fu allora che nella corte imperiale prevalse la corrente anti barbarica, che ottenne la condanna a morte di Stilicone, accusato di aver favorito le invasioni con il suo atteggiamento troppo accondiscendente. Ma si tratta di un atteggiamento sprovveduto perché fallì la politica di collaborazione tra barbari integrati e romani, la dinastia imperiale si priva del suo principale protettore inoltre i Goti che avevano combattuto al comando di Stilicone abbandonarono l’esercito. Quasi indisturbato, Alarico scese nuovamente in Italia e per tre giorni interi saccheggiò Roma.
Fondazione del regno visigoto
Poco dopo, Alarico morì improvvisamente, il suo successore Ataulfo condusse i Visigoti nella Gallia sud-occidentale, dove fondò il primo regno barbarico sul territorio dell’impero con capitale Tolosa. Egli sposò la sorella dell’ imperatore Onorio, Galla placida, e rimase in buoni rapporti con l’impero.
Invasioni germaniche e dominio vandalo
Oltre ai Visigoti, nelle regioni occidentali dell’impero si stanziarono altre tribù germaniche. A differenza dei secoli precedenti, in cui le invasioni avevano avuto come unico scopo la razzia, i Germani iniziarono a darsi un’organizzazione statale. In particolare i vandali, sotto la guida del re Genserico, riuscirono a penetrare in Africa, fino a quel momento immune alle invasioni, e nel 429 conquistarono Cartagine e l’intera provincia. Unici tra i barbari, essi allestirono in seguito una flotta, con la quale divennero in breve tempo padroni del Mediterraneo occidentale. Ormai l’impero d’Occidente era costituito soltanto dall’Italia e da alcune parti della Gallia e dei Balcani.
Minaccia degli Unni e battaglia dei Campi Catalaunici
E proprio in questo momento di dissoluzione, si affaccia un pericolo ancora maggiore: gli Unni. Essi erano un popolo nomade di origine asiatica che, muovendo dalle regioni ai confini con la Cina, si era spostato lentamente verso l’Europa, soggiornando molte tribù germaniche all’inizio del V secolo, poi cominciarono a premere con l’esercito contro i deboli confini imperiali al comando di Attila. Questi assalì da prima le regioni orientali dell’impero devastando città e deportandone gli abitanti, poi, dopo aver costretto l’imperatore d’Oriente a versagli pesanti tributi in cambio di una tregua, si rivolse verso occidente. In quegli anni l’esercito romano era comandato da Ezio, l’ultimo abile generale dell’Impero d’Occidente. Egli riuscì a ottenere l’alleanza del regno di Tolosa dei Visigoti e insieme a loro sconfisse Attila in uno scontro sanguinoso avvenuto nel 451 ai Campi Catalaunici nella Francia settentrionale. Tuttavia Ezio preferì evitare che gli Unni fossero completamente distrutti, per evitare che i Visigoti diventassero gli unici arbitri della situazione. Attila poté così ritirarsi, ma l’anno successivo riprese la strada dell’Italia, devastando il Veneto e radendo al suolo Aquileia. Le popolazioni locali si rifugiarono sulle isole della laguna, dando origine a Venezia. Incontro ad Attila fu mandato con offerte di pace papa Leone I, che sulle rive del Mincio, vicino a Mantova, riuscì ad arrestarne la marcia con un accordo. Attila decise di concedere una tregua e si ritirò. L’anno successivo egli morì e il suo impero si dissolse.
Declino dell'impero e morte di Ezio
Il pericolo degli Unni era cessato, ma l’impero d’Occidente non aveva più la forza di risollevarsi. Sul trono di Ravenna regnava l’ultimo rappresentante della dinastia di Teodosio, Valentiniano III, anche gli privo di abilità politica, come molti suoi predecessori, nel 454 durante un litigio uccise di sua mano il generale Ezio e privò l’impero quindi dell’ultimo personaggio in grado di difenderlo. L’anno successivo Valentiniano III fu a sua volta assassinato e così si estinse la dinastia di Teodosio, che aveva provocato all’impero romano i guasti peggiori. L’esercito adesso era quasi formato completamente da barbari, da cui gli aristocratici romani si aspettavano protezione, salvo poi eliminarli quando ritenevano che attentassero ai loro privilegi.
Sacco di Roma da parte dei Vandali
Sempre nel 455, approfittando del vuoto di potere creatosi, i Vandali di Genserico assalirono Roma e la devastarono più di quanto avessero fatto i Visigoti nel 410. Genserico era salpato da Cartagine e era giunto alla foce del Tevere senza incontrare ostacoli e mise Roma sotto assedio. L'unico personaggio che ebbe il coraggio di affrontarlo fu papa Leone I che riuscì solo a patteggiare con Genserico le modalità del saccheggio. La nuova capitale fu Cartagine. L’ingordigia di Genserico fu però punita: la nave che conteneva tutti gli oggetti d’arte, sovraccarica, fece naufragio nel viaggio di ritorno verso l’Africa.
Fine dell'impero romano d'Occidente
Ormai allo spirare dell’impero, il potere passò nelle mani di Oreste. Egli fece acclamare imperatore il figlio Romolo Augustolo, che regnò solo pochi mesi e fu l’ultimo imperatore d’Occidente. Nel 476 infatti fu deposto da Odoacre. Dopo Romolo Augustolo nessun altro fu insignito del titolo di Imperatore. Odoacre invitò all’imperatore d’Oriente Zenone le insegne imperiali e accettò in cambio il titolo di patrizio, con l’autorizzazione a governare a nome suo l’Italia, anche se poi si comporta come re indipendente. L’Impero Romano d’Occidente si era così estinto.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della caduta dell'Impero Romano d'Occidente?
- Chi era Stilicone e quale ruolo ebbe nella difesa dell'Impero?
- Come influì la politica di collaborazione con i barbari sull'Impero?
- Quali furono le conseguenze delle invasioni di Attila e degli Unni?
- Chi fu l'ultimo imperatore dell'Impero Romano d'Occidente e come terminò il suo regno?
La caduta fu causata da una serie di invasioni barbariche, la mancanza di leader politici capaci, e la divisione dell'impero tra i figli di Teodosio, che indebolì ulteriormente la struttura imperiale.
Stilicone era un generale vandalo che servì fedelmente Teodosio e divenne il comandante dell'esercito, rappresentando l'ultima difesa dell'Impero d'Occidente contro le invasioni barbariche.
La politica di collaborazione fallì, portando alla condanna di Stilicone e al ritiro dei Goti dall'esercito romano, lasciando l'Impero vulnerabile alle invasioni.
Le invasioni di Attila devastarono le regioni orientali e occidentali dell'Impero, ma furono fermate da Ezio e i Visigoti ai Campi Catalaunici. Tuttavia, l'Impero non riuscì a risollevarsi dopo la minaccia degli Unni.
L'ultimo imperatore fu Romolo Augustolo, che regnò solo pochi mesi prima di essere deposto da Odoacre nel 476, segnando la fine dell'Impero Romano d'Occidente.