Concetti Chiave
- Carlo Goldoni, originario di Venezia, inizialmente lavorava come avvocato ma si dedicò alla scrittura di commedie, trasformando il suo hobby in una professione retribuita.
- La commedia dell'arte, diffusa nel '600, si basava su improvvisazione e maschere fisse, mentre Goldoni rivoluzionò il teatro ponendo l'autore al centro e utilizzando il sarcasmo per far ridere.
- "La Locandiera", ambientata a Firenze, segue Mirandolina, una locandiera astuta e attraente che gestisce abilmente i suoi clienti e corteggiatori senza compromettersi.
- Personaggi come il Conte di Albafiorita e il Marchese di Forlipopoli rappresentano la nobiltà in declino, mentre Mirandolina incarna la “borghesia 2.0”, focalizzata sul profitto.
- La commedia si conclude con Mirandolina che, dopo aver respinto i nobili corteggiatori, sceglie di sposare Fabrizio, un borghese di rango inferiore, per preservare la sua libertà e il controllo sulla locanda.
LA LOCANDIERA di C.Goldoni
Emanuele Aresca 4AC
Cenni sull’autore:
Indice
- Carlo Goldoni: Vita e Opere
- La Commedia dell'Arte
- Goldoni e la Rivoluzione Teatrale
- Trama de La Locandiera
- Personaggi e Dinamiche Sociali
- Mirandolina e i Suoi Pretendenti
- Il Cavaliere di Ripafratta
- Teatro nel Teatro
- Intrighi e Amori
- La Strategia di Mirandolina
- Il Confronto Finale
- Conclusione e Matrimonio
Carlo Goldoni: Vita e Opere
Carlo Goldoni era un borghese veneziano e, prima di arrivare alla pensione, lavorò sempre come avvocato. Arrivato alla pensione trasformò il suo grande passatempo, scrivere commedie, in un lavoro vero e proprio (con tanto di retribuzione come da prassi per i borghesi che lavorano, solo se pagati). Le prime opere le scrisse nel suo dialetto, il veneziano,poi capendo che il dialetto toscano era capito in tutta Italia si adattò di conseguenza. Per imparare meglio il toscano visse a Firenze. Le sue commedie sono ambientate nel ‘700. Verso la fine della sua vita visse pure a Parigi presso la corte del Re dove era il “responsabile della Commediè Italianè”. Morì in povertà a causa della Rivoluzione Francese a Parigi.
Commedia dell’arte:
La Commedia dell'Arte
La commedia dell’arte è una forma di spettacolo molto diffusa nel ‘600. Era formata da compagnie di attori che giravano tutta Europa (in particolar modo la Francia). Le maschere in scena erano personaggi fissi (caratteristiche sempre uguali). La ripetibilità è una caratteristica specifica in questo teatro. Le compagnie mettevano in scena frasi e situazioni ripetibili; ripetevano le stesse cose a causa della censura che non tollerava cambiamenti. La commedia dell’arte era un modo per svagarsi e per ridere. Comprendeva scene erotiche (che non andavano a ledere la Chiesa), contenuti volgari (per far ridere) e stile popolaresco (per farsi meglio comprendere al “volgo”). Come trama da inscenare usavano un canovaccio (ovvero una linea guida); l’autore, non avendo un copione, doveva improvvisare e gli spettatori andavano solo a vedere la rappresentazione che faceva l’autore. La trama era fissa. La commedia dell’arte non è Barocca (perché è semplice), ma contiene dei canoni barocchi rilevanti come: spensieratezza, leggerezza ed esagerazione.
Goldoni e la Rivoluzione Teatrale
Goldoni stravolse il modo di fare teatro a partire dal ‘700. Nei suoi canoni di scrittura di commedie ci sono parecchie differenze con quelle della commedia dell’arte. Goldoni mette al primo posto l’autore e non l’attore (perché crea dei canovacci fissi e quindi non serve l’immaginazione dell’attore), non promuove le maschere fisse e cambiò il modo di fare ridere passando all’uso di sarcasmo (non con parolacce). Inoltre per ogni commedia si faceva pagare, modo per fare letteratura in modo molto borghese.
Trama e Appunti:
Trama de La Locandiera
La locandiera è un film della ribalta dei borghesi. È ambientato a Firenze in una locanda appartenente a Mirandolina. Quest’ultima è una borghese attaccata al denaro (come tutti i borghesi), che caratterizza il suo comportamento verso i suoi clienti. Sfrutta la sua bellezza per “tenersi buoni” i clienti, non si concede mai ad un ospite perché avrebbe compromesso la sua reputazione e gli affari della locanda. Mirandolina ha buone doti linguistiche e comportamentali. Mirandolina è un’ esponente di alta borghesia, al suo servizio ha Fabrizio (borghese di minor importanza) e alcune inservienti (tutte femmine). Il protagonista è una donna (Mirandolina), questo dice molto sulla rivoluzione di Goldoni. Si può già considerare una rivoluzione femminile. Mirandolina, essendo la padrona della locanda, è più brillante e organizzata di Fabrizio.
Personaggi e Dinamiche Sociali
Nella scena successiva riconosciamo subito altri componenti fondamentali per la trama della Locandiera. Uno si chiama Conte di Albafiorita. Quest’ultimo è un borghese arricchito che si è comprato il titolo nobiliare e che dona a Mirandolina gioielli e vestiti molto vistosi. Infatti, non potendo contare sul prestigio del sangue, cerca una rivalsa nella ricchezza per farla pagare al marchese. Essendo un borghese arricchito non ha studiato ed è molto volgare. L’altro nobile fondamentale nella commedia è il Marchese di Forlipopoli che di nobile conserva solo il titolo, in quanto ha perso tutte le sue ricchezze. Egli però vuole sfoggiare ancora i suoi vecchi privilegi. Infatti offre protezione a Mirandolina e le fa dono di miseri averi in suo possesso, ad esempio il fazzoletto di seta ed il vino di Cipro. Ogni nobile aveva il proprio lacchè; l’inserviente del marchese viveva nella fame al contrario di quello del conte. Questi due nobili vogliono sposare Mirandolina, questa è già una rivoluzione dell’Ancienè Régime. Una consuetudine dei nobili era indossare fuori casa le parrucche per indicare uno status-symbol (l’essere aristocratici). I due nobili si confrontano sulla differenza tra le loro nobiltà; il marchese tende a sottolineare l’importanza del suo nome, marchesato e del suo titolo nobiliare, al contrario il duca vuole far risultare la sua enorme ricchezza. I due nobili fanno dell’amore per la locandiera una questione d’onore. I due aristocratici sono contraddistinti da frasi che recitano: “Io son chi sono” (marchese) e “Voglion essere denari” (conte). Durante tutta la commedia queste espressioni compariranno altre volte sempre per sottolineare la disputa tra i nobili.
Mirandolina e i Suoi Pretendenti
Mirandolina rappresenta la “borghesia 2.0” ovvero la borghesia che non vuole più diventare nobile, ma anzi basa la propria vita solo sul profitto (tutte le sue scelte sono dedicate al guadagno). Mirandolina non è mai sgarbata con i suoi clienti (per non bruciarsi il guadagno) e ha sempre la risposta pronta. Fabrizio è molto geloso di Mirandolina, ma la locandiera non deve compromettersi in amore perchè se no i suoi adulatori se ne sarebbero andati. Il conte regala a Mirandolina vestiti e gioielli, che subito rifiuta ma visto che il conte insiste, si inventa la scusa che, per non disgustarlo, prende i regali. Questo modo di trattare i clienti lo troviamo per tutto il corso della commedia quando Mirandolina riceverà doni dai suoi spasimanti.
Il Cavaliere di Ripafratta
Successivamente arriva un nuovo ospite, il Cavaliere di Ripafratta, che conserva sia il titolo nobiliare sia il denaro. E’ un uomo che vuole marcare e conservare le differenze tra le classi sociali, come si nota dalla sua durezza con Mirandolina (sminuire le altre classi). Vuole che tutto gli sia dovuto ed è un uomo che odia profondamente le donne. L’unica persona che può servire il cavaliere è Fabrizio. Goldoni fa risaltare l’opinione misogina dell’ aristocratico, creando ironia.
Teatro nel Teatro
Arrivano alla locanda due donne che si professano nobili. La locandiera subito le riverisce come fossero aristocratiche, ma una delle due si mette a ridere. Da questo comportamento la locandiera si insospettisce e capisce che fingono; non si arrabbia per non mancare di rispetto e ingaggia una discussione. Scopre che sono delle commedianti e che dovranno esibirsi a breve in teatro. Si individua un’altra caratteristica di Goldoni ovvero fare “teatro nel teatro” (anche detto metateatro). Capiamo che non sono le uniche che recitano. Il marchese povero, pur di dare un regalo a Mirandolina, gli dona un vecchio fazzoletto raro dei suoi predecessori; l’autore ci vuol far capire che la nobiltà è ormai solo una cosa vecchia (solo un ricordo). Mirandolina, per non disgustare i clienti, accetta. Per ogni regalo che riceve la locandiera il suo lacchè (Fabrizio) si innervosisce perché è geloso.
Intrighi e Amori
Alla sera il conte offre da mangiare alle 2 commedianti; intanto il cavaliere è seduto nella sala da pranzo. Vedendo le due dame, il cavaliere fa un commento negativo e Mirandolina se ne va per disprezzo. Nel tavolo del conte intanto sghignazzano tutti, segno che non hanno raffinatezza e eleganza. Quando ha capito che non sono nobili, il conte incarica le due attrici di far innamorare il cavaliere perché ha offeso la locandiera. Il cavaliere, per carattere, è molto acido con le donne e premuroso e gentile con gli uomini. Nel dialogo con il cavaliere le due commedianti si dichiarano non appartenenti all’ordine dei nobili. Il nobile, sentendosi offeso, dice loro che non meritano rispetto e, prima di andarsene, versa il vino addosso ad una delle due. Il cavaliere risulta una persona rozza.
La Strategia di Mirandolina
Sentendosi sempre più ferita, la locandiera vuole farla pagare al cavaliere. Decide quindi di farlo innamorare di lei stessa tramite favori esclusivi. Il giorno successivo prepara tutte le lenzuola per il nobile e in risposta a Fabrizio gli dice:”io so quel che fò”. Questa esclamazione ci dice molto del carattere intraprendente di Mirandolina. Il cavaliere, non aspettandosi la visita della locandiera, perché lui aveva incaricato Fabrizio, si trovava senza parrucca. Mirandolina si dimostra subito molto servizievole e gli dice che con tutti gli altri ospiti non si comporta come con il cavaliere. Cerca di corteggiarlo, seppur il cavaliere la tratti male. Come tutta la commedia lei recita (teatro nel teatro) continua a mettere a posto la stanza del nobile. Il cavaliere le dice che apprezza molto la sincerità che ha nei suoi confronti (questo è il primo “mattoncino” dell'apprezzamento verso Mirandolina). La scaltra locandiera cerca di affinarsi a lui. Mirandolina ama molto la libertà e il marchese esclama che anche per lui la libertà è sacra. Il cavaliere successivamente si trova in imbarazzo perché vuole che la locandiera resti ancora. Mirandolina dice al cavaliere che, con lei, può prendersi una libertà come prenderle la mano. Il cavaliere, angosciato, si rifugia in disparte a pensare (monologo). Uscita dalla camera del nobile, Mirandolina esclama:”Mi caschi il naso se non si innamora” e poi ancora:”Le donne sono la miglior cosa che ha prodotto la natura”.
Il Confronto Finale
Il giorno dopo il cavaliere capisce che può “cadere nell’incantesimo” dell’amore. È continuamente combattuto e ha dei dubbi. Questa caratteristica dei personaggi di cambiare è stata introdotta proprio da Goldoni. Il cavaliere vuole, per fuggire, andare a Livorno, ma è anche combattuto se restare con Mirandolina. Entra in camera sua la locandiera ed il nobile si vuole mettere la parrucca. Il nobile offre del vino di ottima qualità a Mirandolina per farla restare. Il cavaliere la vuole a tavola. Mirandolina dichiara il suo amore: è perfida e se ne approfitta. Brindano a chi si vuole bene senza malizia. Il cavaliere capisce che la locandiera ha in pugno la situazione. Nella finzione cinematografica troviamo una scena in cui c'è il barcone dei commedianti che arriva a Firenze e si sente un artista che esclama:”Evviva il teatro la sola realtà”. Le due commedianti ospitate da Mirandolina vanno in scena a Firenze.
Conclusione e Matrimonio
Il cavaliere se ne vuole andare via per non incappare più in Mirandolina, chiede il conto che sia portato da Fabrizio. Il conteggio viene portato dalla locandiera che si mette a piangere, lei si giustifica subito che gli è andato il fumo negli occhi, dopo poco inscena un finto svenimento (recitazione). Altra situazione teatro nel teatro che si trova repentinamente nelle commedie di Goldoni. Durante lo svenimento, il cavaliere si domanda se lo ama. Si decide poi a non partire. Il nobile si sveglia cantando il suo amore. Fabrizio era sempre arrabbiato e geloso. Le due commedianti offrono a Fabrizio di andare via con loro e lui non accetta perché è vigliacco. Mirandolina ha già vinto l’amore del cavaliere, però vuole che lo renda pubblico. Il cavaliere va dalla amata e dice che non odia più le donne. Mirandolina scherzosamente gli risponde, risaltando la sua falsità lungo la commedia. Il Cavaliere di Ripafratta si confessa a lei e gli dice che la ama ed è geloso. Il nobile poi accusa di avergli fatto una scottatura nel cuore. Mirandolina scappa sotto consiglio di Goldoni (finzione cinematografica), però viene raggiunta dai tre nobili. Il furioso conte decide di sfidare a duello, insieme al marchese, il cavaliere con l’accusa di aver rubato il cuore di Mirandolina ed aver mentito. Mentre che i due nobili si stanno sfidando, interviene Mirandolina chiedendogli di smettere. Mirandolina inizia così a parlare in modo veritiero e, senza fingere, rivolgendosi ai tre, dice che non ama nessuno e si sposerà solo con qualcuno che le voglia veramente bene e che soprattutto rispetti la sua libertà (quindi si deve trovare un borghese di ordine inferiore) e che gli stia a fianco senza diventare padrone. Poi manda via tutti e tre i nobili dicendogli di provvedersi di un’altra locanda. Così il marchese e il conte alloggeranno assieme in una villa. La locandiera ha perso. Mirandolina va a recuperare Fabrizio dai commedianti in festa. Alla fine si sposa con Fabrizio. È più conveniente dal punto di vista borghese perché continua a essere padrona. C’è una piccola sconfitta perché si è dovuta sposare.
Domande da interrogazione
- Chi era Carlo Goldoni e come ha trasformato il suo hobby in una professione?
- Quali sono le principali differenze tra la commedia dell'arte e le commedie di Goldoni?
- Chi è il personaggio principale de "La Locandiera" e quali sono le sue caratteristiche?
- Come Mirandolina gestisce i suoi corteggiatori nella commedia "La Locandiera"?
- Qual è il messaggio finale de "La Locandiera" e come si conclude la storia?
Carlo Goldoni era un borghese veneziano che lavorava come avvocato prima di dedicarsi completamente alla scrittura di commedie, trasformando il suo passatempo in un lavoro retribuito.
A differenza della commedia dell'arte, che si basava su maschere fisse e improvvisazione, Goldoni poneva l'autore al centro del processo creativo, eliminava le maschere fisse e utilizzava il sarcasmo anziché la volgarità per far ridere.
Il personaggio principale è Mirandolina, una borghese proprietaria di una locanda, nota per la sua astuzia, bellezza e per non concedersi mai agli ospiti per non compromettere la reputazione e gli affari della locanda.
Mirandolina sfrutta la sua bellezza e astuzia per tenere buoni i suoi corteggiatori, accettando regali senza compromettersi, e cerca di far innamorare di lei il Cavaliere di Ripafratta come vendetta per il suo disprezzo.
Il messaggio finale è che Mirandolina valuta la libertà personale e il rispetto più dell'amore dei suoi nobili corteggiatori, scegliendo di sposare Fabrizio, un borghese di ordine inferiore, per mantenere il controllo sulla sua vita e sulla locanda.