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Concetti Chiave

  • Cesare Beccaria, nato a Milano nel 1738, divenne celebre con il saggio "Dei delitti e delle pene" scritto tra il 1763 e il 1764.
  • L'opera critica i sistemi inquisitoriali e carcerari dell'epoca, proponendo una riflessione sul fine della pena e un nuovo approccio alla giustizia.
  • Il pensiero di Beccaria influenzò importanti riforme, come quella del sistema giudiziario russo sotto l'imperatrice Caterina II.
  • Beccaria rifiutò l'invito di Caterina II per rimanere in Italia, dove insegnò economia politica a Milano.
  • Tra le sue idee rivoluzionarie, Beccaria si oppose alla pena capitale, sostenendo che una pena esemplare e riabilitativa è più efficace e umana.

Indice

  1. L'influenza di Beccaria in Europa
  2. La critica alla pena capitale

L'influenza di Beccaria in Europa

Nacque a Milano nel 1738. Scrisse il saggio Dei delitti e delle pene, tra il 1763 e 1764. Grazie a quest'opera egli conobbe un successo enorme, portandolo al centro della cultura progressista in europa. L'opera non dimostrava soltanto la barbarie dei sistemi inquisitoriali e carcerari del tempo, ma poneva la questione fondamentale del fine della pena.

Modificò la tradizionale identificazione tra peccato e reato, e collegava in modo persuasivo quelli orrori con la struttura stessa dello Stato tradizionale. Le indicazioni di Beccaria furono immediatamente recepite dall'imperatrice Caterina II di Russia nella riforma del sistema giudiziario russo. Egli venne invitato anche a Parigi, nel 1767, dove fu al centro dell'interesse dei circoli illuministi parigini. Rinunciò all'invito di Caterina II, la quale lo voleva con sé. Beccaria ottenne la nomina di professore di economia politica presso le scuole palatine milanesi, egli insegnava eloquenza.

La critica alla pena capitale

Nel brano in cui Beccaria argomenta le motivazioni contrarie alla pena capitale, egli segna la svolta decisiva del diritto penale; la pena inflitta ai colpevoli non deve, come invece avviene con la tortura e l'esecuzione capitale, non riproduce il male generato dal delitto stesso. Inoltre, l'uso della pena di morte rappresenta una contraddizione enorme da parte dello stesso Stato, presupponendo che sia lecito allo stato un atto proibito al singolo. L'unico sentimento utile a educare i colpevoli a non ricadere negli errori già compiuti. E' il "salutare errore" che provocato dall'esemplarità della pena, come nel caso di una lunga carcerazione e dei lavori forzati. L'abolizione della pena di morte può scaturire solo da una nazione progredita, in cui la sovranità dello stato trova un limite nel rispetto della dignità e dell'interesse collettivo.

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