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video lezioni didattica a distanza

La didattica a distanza va avanti ormai da marzo, e nonostante siano moltissime le segnalazioni che ne dimostrano l’efficacia e la buona riuscita, non mancano i casi in cui si procede più lentamente, .

E’ invece notizia recente quella di una scuola in Puglia che ha scelto di sospendere del tutto le videolezioni a distanza. La responsabile di questa forte decisione, come riportato da Repubblica.it, è la dirigente scolastica Maria Conserva, preside della scuola media Bianco Pascoli di Fasano, in provincia di Bari. Le sue motivazioni? La piattaforma autorizzata dal Ministero dell’Istruzione e utilizzata in tutte le altre scuole italiane in questi mesi di emergenza sanitaria, sembrerebbe non garantire la privacy di studenti e docenti, almeno questo è quanto afferma la preside dell’istituto. Scopriamone di più.

Stop alle videolezioni: il caso della scuola media di Bari

La preside dell’istituto da una decina di giorni a questa parte ha deciso di sospendere tutte le videolezioni, indirizzando l’attività didattica online sul registro elettronico. La scelta è stata dettata dal fatto che la piattaforma non garantirebbe la privacy, inoltre la dirigente scolastica ha pubblicato sul sito della scuola una lettera da parte del Garante della Privacy sulla didattica a distanza, diretta alle autorità, dove vengono sollevati dubbi e perplessità proprio sugli strumenti indicati dal Miur per poter svolgere la didattica a distanza.

Didattica a distanza: cosa dice il Garante della Privacy

E proprio dalla lettera redatta dal Garante della Privacy e pubblicata sul sito della scuola, si possono leggere degli estratti che affermano: “L'inclusione, nel registro, di un novero assai rilevante – in termini quantitativi e qualitativi – di dati personali, anche di minorenni, esige tuttavia l'adozione di tutte le cautele idonee a evitare o, quantomeno, minimizzare, i rischi di esfiltrazione, trattamento illecito, anche solo alterazione dei dati stessi. A tal fine, sarebbe anzitutto necessario provvedere al perfezionamento della disciplina di settore, adottando segnatamente il "Piano per la dematerializzazione delle procedure amministrative in materia di istruzione, università e ricerca e dei rapporti con le comunità dei docenti, del personale, studenti e famiglie", che avrebbe dovuto essere predisposto entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge n. 135 del 2012, alla quale si deve l'introduzione di tali forme innovative di rendicontazione dell'attività didattica e di comunicazione tra scuole e famiglie. In assenza di direttive specifiche, gli istituti scolastici hanno sinora provveduto ricorrendo a soluzioni tecnologiche, offerte da vari fornitori, non sempre caratterizzate da garanzie adeguate in termini di protezione dei dati personali e talora notevolmente vulnerabili.” Dunque è proprio Antonello Soro, Presidente del Garante della Privacy a sollevare dubbi in merito alla sicurezza informatica di dati appartenenti a minori e a docenti, quando le scolaresche utilizzano piattaforme online per sostenere le video lezioni.

Il registro elettronico: l’unico mezzo sicuro?

Quindi un’alternativa valida sarebbe quella di affidare la didattica a distanza al registro elettronico, che potrebbe essere implementato per far sì che si possano svolgere videolezioni sulla medesima piattaforma. Questo almeno è il suggerimento che il Garante della Privacy prova a muovere sia verso il ministero che verso tutte le scuole: “In questo senso, il registro elettronico – fornito da soggetti già designati responsabili del trattamento – potrebbe rappresentare lo strumento elettivo mediante cui realizzare (almeno) una parte significativa dell'attività didattica, riducendo proporzionalmente il ricorso a piattaforme altre, che oltretutto non sempre si limitano all'erogazione di servizi funzionali all'attività formativa.” E infatti anche la preside della scuola media di Bari ha subito indirizzato i propri alunni e docenti verso il registro elettronico, almeno in attesa di ulteriori comunicazioni da parte del MI.
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