Lucilla Tomassi
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riapertura scuola 14 settembre

Le scuole stanno per riaprire e quindi saranno migliaia gli studenti italiani chiamati a tornare in classe dopo una pausa davvero lunga, iniziata a metà febbraio 2020, ovviamente spezzata dalla didattica a distanza. Tuttavia, nonostante dal Ministero dell’Istruzione ci sia ottimismo sulla riuscita della riapertura degli istituti, secondo l’Associazione dei Presidi le scuole non sarebbero pronte a riaprire le proprie porte tra meno di una settimana. Scopriamo meglio la loro posizione.

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    Non sarebbero di poco conto i problemi riscontrati dall’associazione presidi e riportate su Tgcom24 da Antonello Giannelli, il presidente dell'Associazione Nazionale. Infatti, Giannelli ha dichiarato che: “Tutto il personale scolastico è impegnato per la riapertura delle scuole, prevista per il 4 settembre. - Ma, nonostante ciò, continua Giannelli - È evidente, che per riaprire in sicurezza è necessario che alcuni problemi vengano risolti". Ma quali sono i problemi secondo l'associazione?

    Banchi in ritardo: la denuncia dei presidi

    Il primo importante problema riguarda il ritardo nella consegna dei banchi monoposto alle scuole di tutta Italia. È evidente che i banchi monoposto siano un tassello essenziale per garantire il distanziamento sociale da mantenere durante le lezioni da studenti e professori in ottica di contrasto alla diffusione del virus Covid-19. Proprio per questo motivo Giannelli ha sottolineato che: “La consegna dei banchi monoposto, gli unici in grado di garantire il distanziamento, è in grave ritardo". Dunque, in seguito a questo ritardo, potrebbero sorgere all’interno degli istituti non pochi problemi logistici. Ma non sono solo i banchi a preoccupare.

    L’associazione Nazionale Presidi: “mancano aule e professori”

    Altro tassello senza dubbio essenziale per poter riaprire è quello legato sia agli spazi dove poter sistemare gli studenti in tutta sicurezza, sia all’assenza di professori di ruolo. E anche su questi due aspetti è intervenuto Antonello Giannelli, affermando che: "Se queste difficoltà non troveranno immediata soluzione, è oggettivamente difficile pensare che il termine del 14 settembre sia rispettato ovunque. È opportuno dunque valutare, sulla base di accordi tra enti locali e consigli di istituto, la possibilità di ragionevoli differenziazioni locali". Dunque, a una manciata di giorni dall'inaugurazione del nuovo anno, le perplessità restano molte.

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