
Nel corso del suo intervento nella trasmissione “L'Italia s'è desta” di Radio Campus Cusano, il numero uno dei presidi ha espresso tutte le sue perplessità sul difficile inverno che attende gli studenti nelle aule. Riscaldamento ridotto nelle classi e guanti e sciarpe per gli studenti: questa la formula del preside. Una soluzione a cui gli studenti sono però già abituati da qualche anno.
-
Leggi anche:
- Prende 98 alla Maturità, richiede accesso agli atti e ottiene 100
- Fa domanda per diventare bidella nel 1985 e viene assunta nel 2022: "Me ne ero dimenticata"
- A 19 anni Leonardo è una promessa del Golf e uno dei 25 migliori studenti d'Italia: "La nostra è una bellissima generazione"
Rusconi: “Ai ragazzi bisogna insegnare la resistenza. I genitori schizofrenici non aiutano”
”Io ho già detto agli studenti del mio liceo che quest’inverno dovremo ridurre il riscaldamento. Quindi, dovranno venire a scuola imbottiti e indossare anche il cappello in classe, cosa che finora non ho mai tollerato. In più, le finestre dovranno ancora essere aperte per via del covid. Insomma, l’unico modo è che tutti, tra studenti, bidelli, docenti e presidi, dovremo venire a scuola attrezzati, non dico da sci, ma poco ci manca” commenta il preside. Secondo Rusconi ai ragazzi bisognerebbe insegnare una cosa – dimenticata da anni – ovvero ”la sopportazione, la resistenza nei periodi difficili” per superare gli ostacoli.Qualcuno potrebbe storcere il naso davanti a queste dichiarazioni, visto e considerato l'inverno passato in cui molti studenti e studentesse hanno di fatto svolto lezione con temperature polari, a causa delle finestre aperte per via delle norme anti-Covid. Rusconi poi rincara la dose: ” Abbiamo anche il problema dei genitori, che spesso sono l’avvocato del diavolo dei figli. Confido che anche loro si rendano conto della situazione e quindi spero che non siano schizofrenici come troppo spesso accade, cioè da una parte tollerano però dalla scuola non tollerano nessun piccolo sacrificio” conclude il numero uno dei presidi di Roma.