10 min lettura
docente 24 anniProsegue il ciclo di interviste riservate ai docenti alle prime esperienze. A parlare questa volta è Noemi, laureata di 24 anni, che dopo solamente otto giorni dalla discussione della tesi, è stata chiamata per una messa a disposizione in una scuola paritaria, dove rimarrà fino al 31 luglio 2022, avendo la possibilità di svolgere anche gli esami di Stato con i ragazzi che ha seguito nel corso dell’anno scolastico.

È dunque un’esperienza atipica la sua, sia per il tipo di scuola, sia per la durata del contratto, così esteso da permetterle di portare la sua classe alla Maturità 2022.

L'esperienza in una scuola paritaria della giovane professoressa

“Ho iniziato a lavorare dopo otto giorni dalla laurea, il 20 ottobre 2021 mi sono laureata e il 28 ottobre sono entrata in classe per tenere la mia prima lezione” esordisce così Noemi, che pochi mesi dopo aver compiuto 24 anni è diventata insegnante.

“Nei giorni immediatamente successivi alla laurea ho iniziato subito a mandare le messe a disposizione” ha svelato la giovane prof, che ha quindi continuato: “La prima scuola che mi ha chiamata è stata una scuola paritaria, io ho insegnato matematica e fisica all’indirizzo scientifico nelle classi del terzo, quarto e quinto anno", cosa che le ha permesso di fare gli esami di Maturità con i suoi studenti, in quanto “il contratto che mi hanno fatto andava dal 28 ottobre fino al 31 luglio.”

A differenza delle storie raccontate sinora, Noemi è senza dubbio una novità, in quanto prima docente a non insegnare in un istituto pubblico: “L’esperienza della paritaria è molto diversa da quella della pubblica; gli studenti sono pochissimi, io avevo due studenti in terzo, tre studenti in quarto e quattro studenti in quinto, di cui due privatisti, quindi durante l’anno la classe era formata da solamente due alunni.”

E dunque, la professoressa ha ammesso: “I primi giorni ero decisamente emozionata, non lasciavo mai la lavagna, tanto che un giorno i miei studenti mi chiesero ‘Prof, possiamo svolgere noi qualche esercizio alla lavagna?’.” Ha ricordato Noemi, che ha quindi continuato: “Così ho capito che non potevo rimanere tutta la lezione in piedi impalata lì e quindi ho iniziato pian piano a sciogliermi. Anche perché è importante che i ragazzi si esercitino alla lavagna in classe.”

La differenza di età con gli altri prof? Non esiste: “Con i colleghi siamo diventati amici”

Non di rado gli studenti rimangono meravigliati nel ritrovarsi davanti un professore che ha solamente qualche anno più di loro, ma alla scuola paritaria questa regola non vale: “I ragazzi nella scuola paritaria non si meravigliano di vedere insegnanti giovani, questo perché è proprio in questi istituti che iniziano le carriere di tanti docenti, che vogliono acquisire punteggio per poi poter entrare in graduatoria; è quindi un buon modo per entrare nel mondo dell’insegnamento.”

Dunque, se non vi è stata sorpresa da parte dei ragazzi, lo stesso si può dire degli altri insegnanti: “I colleghi non erano molto più grandi di me, anche se qualcuno più in là con gli anni c’è, ma comunque con tutti loro non ho faticato a costruire un buon rapporto, siamo diventati amici, tanto da organizzare spesso pranzi, cene e addirittura giornate al mare insieme” ha commentato felice Noemi.

Parlando invece della parte pratica del suo lavoro, Noemi ammette di non aver avuto molte occasione per mettere in pratica quanto imparato in magistrale: “Per quanto riguarda il mio metodo di insegnamento, quest’anno non ho sfruttato le tecniche didattiche che conosco, questo perché sono pochissimi studenti, e quindi ho avuto la possibilità di seguirli personalmente passo dopo passo; più che lezioni scolastiche, sono quasi delle vere e proprie lezioni private.”

E quindi ha spiegato: “La mia lezione era classica, didattica frontale: prendevo il libro, spiegavo, scrivevo delle formule sulla lavagna, facevamo moltissimi esercizi insieme e poi li interrogavo. Nonostante in magistrale io abbia intrapreso l’indirizzo didattico e quindi conosca diverse strategie didattiche, non le ho messe in atto.”

Diventare insegnanti: le difficoltà non sono uguali per tutti

Se in moltissimi prima di lei avevano evidenziato le insidie che si nascondevano dietro il raggiungimento di un posto da insegnante, Noemi non è stata dello stesso avviso: “La difficoltà nell’ottenere un posto da insegnante, a mio avviso, dipende dal tipo di laurea” ha risposto secca: “Io sono abbastanza fortunata, in quanto i laureati in matematica e fisica vengono molto ricercati perché la classe di concorso è praticamente vuota.” E ha aggiunto: “Quindi, parlando per me, per i miei colleghi e per la mia classe di concorso: è molto semplice. Per le altre classi di concorso invece è più difficoltoso”, e ha proseguito spiegando: “E infatti io l’anno prossimo, ho ottime possibilità, grazie alle GPS, ovvero le Graduatorie Provinciali per le Supplenze, di iniziare a insegnare nella scuola pubblica.”

Tuttavia, insegnare alla scuola paritaria è stato diverso dalle canoniche esperienze, e infatti la giovane prof ha dichiarato: “Non saprei se il lavoro che ho svolto finora possa essere al pari di quanto immaginavo, soprattutto perché, come già ribadito più volte, l’esperienza alla scuola paritaria non è la ‘norma’, ma un’eccezione.”

“Quindi quest’anno per me non è stato affatto stressante, anzi, mi sono divertita, ma questo proprio grazie al fatto che sono pochi studenti.” Ha ammesso, e ha proseguito: “E infatti la parte migliore di questo lavoro, per me è stato proprio il contatto con i ragazzi e con i colleghi.”

“L’aspetto negativo invece, forse figlio anch’esso dell’esiguo numero di alunni, è il sentirsi valutati e giudicati dagli attenti occhi degli studenti, ad esempio quando non mi riusciva un esercizio o la soluzione non tornava, mi sono sentita un po’ in imbarazzo davanti a loro.” Noemi ha quindi voluto sottolineare come: “Spesso si pensa al professore come colui che sa tutto e che non commette mai errori; ma non è così, l’insegnante è un essere umano e anche lui può sbagliare. Sarebbe quindi bello far capire ai ragazzi che anche gli insegnanti sono soggetti a sviste ed errori, anche se la lezione è stata preparata in anticipo, come avviene ogni giorno.”

Infine la giovane insegnante ha dedicato qualche parola parlando della Dad: “La Dad, anche se non l’ho sperimentata in prima persona, ha sia lati positivi, sia negativi. Ad esempio, i ragazzi in difficoltà che si sentono un po’ esclusi dal contesto classe, che sono molto timidi, hanno potuto trarre giovamento dalle lezioni a distanza per sentirsi paradossalmente più coinvolti.”

E ha concluso ritornando sulla sua esperienza personale: “Per altri invece, la Dad è stata motivo di perdizione; infatti da me sono arrivati dei ragazzi che si sono persi proprio per colpa del Covid, poiché, magari già fragili e non propriamente invogliati a studiare, stando a casa, la comodità di accendere il pc quando si voleva ha fatto sì che smettessero del tutto di studiare.”

Lucilla Tomassi

Data pubblicazione 20 Luglio 2022, Ore 10:39
Skuola | TV
La Notte Prima degli Esami 2025 in streaming su Skuola.net!

Ospiti, intrattenimento e tutte le news sull'esame di Stato: rivivi le emozioni della Notte Prima degli Esami 2025!

Segui la diretta