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prof bigliettini copiarePrima dell'avvento della tecnologia - e di tutti gli strumenti che oggi ci consentono di reperire informazioni in modo veloce e puntuale - tra i banchi di scuola, gli studenti erano costretti ad ingegnarsi per copiare durante le verifiche.

L'arte dello “scopiazzare” è stata portata avanti con metodi ingegnosi, talvolta estremi. Una docente andata in pensione ha avuto modo di riflettere sul tema quando ha svuotato un vecchio scatolone ricolmo di fogli e bigliettini di carta, sequestrati durante gli anni di insegnamento.

La prof ritrova i bigliettini che gli studenti utilizzavano per copiare: “Un mondo che non esiste più”

Carla Rosati – questo il nome dell'insegnante – ha alle spalle 39 anni di carriera da docente di anatomia presso l'istituto professionale “Fedele Lampertico” di Vicenza. Durante i suoi anni di lavoro ne ha viste davvero di tutti i colori, e il contenuto dello scatolone ne è la testimonianza: al suo interno, carte da gioco, palloni di carta e cartucce di videogiochi, oltre che ai bigliettini di carta in questione. La prof ha postato il contenuto della scatola su Facebook riscuotendo un discreto successo soprattutto tra i suoi ex studenti. Intervistata da “Il Corriere della Sera”, la docente ha commentato: ”Reperti che, per quanto recenti, appartengono a un mondo che non esiste più. Ora gli studenti copiano da Wikipedia, con il telefonino, e durante la ricreazione passano il tempo incollati ai social oppure giocando on line, perennemente con in mano i loro apparecchi elettronici. Sono circondati dai coetanei, eppure così isolati”.

La docente ricorda quasi con nostalgia gli stratagemmi degli studenti: ”Quelle foto raccontano una generazione lontana anni luce da quelle attuali. I bigliettini scritti a mano si utilizzavano soprattutto fino agli anni Novanta. Scoprirli era diventato quasi un gioco tra professore e alunno: li trovavo nascosti nelle maniche, negli astucci, infilati tra le gambe. Una volta, perfino scritti sul dorso della tessera per le fotocopie. Lo studente trascorreva ore a trascrivere gli appunti, riepilogando il contenuto del capitolo e qualcosa, dopo tutta quella fatica, gli rimaneva in testa. Ma poi sono arrivate le fotocopie rimpicciolite, che non richiedevano neppure lo sforzo di sintetizzare il testo. Infine, con la diffusione degli smartphone, negli ultimi anni copiare è divenuto un esercizio vuoto, superficiale: nessun impegno, massima accuratezza ma niente che possa contribuire alla formazione del ragazzo. E se un docente li pizzica a barare non può certo requisirgli lo smartphone, che magari rischia pure una denuncia” ha aggiunto Carla Rosati.

Come cambiano i tempi

Nasce così, quasi spontaneamente, un paragone tra le vecchie e le nuove generazioni. Le differenze sono soprattutto da ricercare nel modo di vivere la scuola, oggi vista con altri occhi dalla Gen Z. Ciò si può intuire dalle diverse reazioni degli studenti colti sul fatto mentre copiavano: ”C’era chi cercava una giustificazione, chi mi giurava che era la prima volta, in un paio di occasioni credo che qualche studentessa si sia perfino messa a piangere. Li intristiva il brutto voto ma, ancora di più, temevano la nota sul libretto perché avrebbe significato che i genitori li avrebbero messi in castigo”.

Oggi, invece, tutto è diverso, spiega la prof: ”Nessuna reazione, i ragazzi sono talmente proiettati su loro stessi da non vedere dove sta il problema: il mondo è dei furbi e difficilmente vengono chiamati a rispondere delle loro mancanze. Mi è capitato che qualche genitore mi dicesse che, in fondo, è normale che il figlio provi a farla franca”. Alla fine la docente è giunta alla conclusione che farsi da parte, nel suo caso, fosse la scelta più giusta: ”Negli ultimi anni avevo proprio l’impressione di essere diventata vecchia perché non riuscivo più a capirli, gli studenti. Arriva il momento in cui un insegnante deve andare in pensione lasciando spazio ai prof più giovani. Loro sì, che riescono a entrare in sintonia con i ragazzi. Con tutti quanti. Compresi quelli che copiano” ha concluso la Rosati.

Data pubblicazione 12 Gennaio 2023, Ore 10:44 Data aggiornamento 12 Gennaio 2023, Ore 10:48
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