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Maturità, voleva la lode ma prende "solo" 100: fa ricorso e lo perde articolo

Esistono tanti tipi di studenti. Ci sono per esempio quelli che puntano sul minimo sforzo per assicurarsi una dignitosa sufficienza. Oppure quelli che fanno il loro ottenendo buoni risultati senza perderci troppo la testa.

E poi ci sono quelli che dedicano all’istruzione e alla scuola una buona parte del proprio tempo per vedersi assegnati i voti più alti, che si avvicinano alla doppia cifra.

 


Ma esiste anche un’altra categoria di studenti, probabilmente la più rara di tutte: quella di chi ottiene il massimo, ma vuole di più. E proprio questo è il caso della studentessa che, dopo aver ottenuto un sonante 100 alla Maturità, si è battuta per ottenere quella piccola nota di merito aggiuntiva: la lode

 

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Ricorso bocciato: niente lode per la studentessa

Questa è la storia. La studentessa è uscita dal liceo classico a pieni voti, ottenendo la cifra tonda: 100 su 100. Eppure, secondo lei meritava di più. Ecco perché ha presentato un ricorso al Tar per chiedere la rivalutazione del voto, con l’aggiunta della tanto ambita lode. Ma le cose non sono andate come previsto - previsto da lei, almeno. Dopo un investimento di oltre 3600 euro di spese legali da parte della ragazza, o presumibilmente della sua famiglia, fa sapere ‘La Repubblica’, il Tribunale si è pronunciato in merito alla questione, dando il suo verdetto: il ricorso è stato bocciato, la studentessa dovrà tenersi il suo 100 senza lode.

La sentenza del Tar: “Punteggio massimo in tutti gli indicatori, ad eccezione di uno”

I giudici hanno infatti esaminato la situazione scoprendo che, in alcune prove dell’esame di Stato, il voto della studentessa sarebbe stato aumentato al massimo “per effetto di una valutazione più ampia che teneva conto anche delle valutazioni di altri candidati”. In altre parole, l’alunna è andata bene, sì, ma non ha brillato. E quindi, scrivono i giudici, “il provvedimento impugnato da conto della mancata dimostrazione, specie all’esito della prova orale, di quella brillantezza che, secondo i criteri articolati dalla stessa commissione, costituiva il presupposto per l’attribuzione della lode”.

Si legge ancora nella sentenza, come riporta ‘La Repubblica’: “Risulta che la candidata ha conseguito il punteggio massimo con riferimento a tutti gli indicatori, ad eccezione della “capacità di argomentare in maniera critica e personale, rielaborando i contenuti acquisiti”, indicatore rispetto al quale ha ottenuto un punteggio pari a 4,5/5 (ciò ha determinato l’attribuzione di un punteggio complessivo pari a 19,5/20, arrotondato per eccesso a 20/20). Ebbene, l’indicatore da ultimo menzionato, capacità di argomentazione in maniera critica e personale e di rielaborazione, è proprio quello rilevante, in base ai criteri stabiliti dalla commissione, ai fini dell’attribuzione della lode, tra i quali vi è, come detto, quello attinente alle “brillanti capacità di analisi e spirito critico””.