
Pensava di prendere il massimo dei voti, ma dopo aver conquistato un bel dieci all'esame di terza media si è vista negare la "lode". La protagonista è una studentessa modello di Finale Ligure, rimasta spiazzata dal risultato ottenuto, come anche i suoi genitori.
Per questo hanno deciso di presentare un ricorso al Tribunale Amministrativo della Liguria, motivando che il voto finale era ingiusto e anche perché alcuni compagni della ragazza, partendo da voti di ammissione più bassi, quella lode invece l'avevano ottenuta.
Penalizzata dal criterio di giudizio
La ragazza, nonostante un percorso scolastico eccellente, con valutazioni superiori a quelle di tutti gli altri studenti, si è trovata penalizzata da un criterio puramente aritmetico.
In pratica i suoi voti, altissimi, sono stati arrotondati al ribasso nel voto di ammissione, a differenza di molti suoi compagni, che invece hanno avuto un arrotondamento in eccesso.
Questo ha fatto sì che, pur avendo dimostrato una preparazione superiore al resto degli esaminandi, non le sia stato riconosciuto quel qualcosina in più che le avrebbe permesso di ottenere la lode.Quando, poi, alcuni dei compagni meno brillanti, ma premiati nella media, hanno ottenuto la lode e la loro figlia no, i genitori non hanno avuto dubbi. Dai loro calcoli, la figlia era stata penalizzata con uno 0,3 in meno sul punteggio finale. Cosa che le aveva fatto perdere la lode.
La decisione del Tar: non solo numeri
Alla fine, il TAR della Liguria ha dato ragione alla famiglia dell'alunna. La sentenza, emessa il 15 maggio, è stata chiara: non basta fare la somma dei voti per la valutazione di fine anno, bisogna avere il coraggio di arrotondare per eccesso, se si è di fronte ad un'alunna modello. E anche se manca qualcosina, la lode va data.
Secondo il Tribunale Amministrativo, dunque, la valutazione non può essere solo una fredda operazione matematica. Se uno studente ha dimostrato un impegno e un percorso di eccellenza, bisogna avere il coraggio di andare oltre i semplici numeri.
Ora, la pagella della ragazza è da rifare, e i professori hanno due settimane per trovare e applicare dei criteri migliori di quelli che avevano scelto per l'esame.