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Prima la pandemia, poi tre lutti familiari e un intervento chirurgico: un susseguirsi di eventi che hanno segnato il percorso di uno studente riminese, bocciato all'esame di Maturità nel 2022.

La pandemia da Covid-19 ha pesato tanto sulla scuola e sull’apprendimento degli studenti, con didattica a distanza, restrizioni e vita sociale limitata.

Per questo lo studente non ha accettato la bocciatura e ha così deciso di fare ricorso al Tar, per contestare la scelta dei suoi professori.

La motivazione, come riporta ‘Open’: “I docenti mi hanno bocciato all’esame di Maturità senza tenere conto delle difficoltà della pandemia su noi studenti”. Il Tar, però, ha dato ragione alla scuola, confermando la bocciatura.

Indice

  1. Le motivazioni dello studente
  2. Le difficoltà personali: Covid, lutti e intervento
  3. Il Tar conferma la bocciatura

Le motivazioni dello studente

Nel 2022, lo studente ha affrontato l’esame di Maturità e ha ottenuto 56/100, sotto la soglia minima dei 60/100 necessari per la promozione. In quell’anno è stato l’unico bocciato del suo istituto, contestando la valutazione dei suoi professori, definita "superficiale".

In particolare, ha lamentato la brevità della prova orale, durata a suo dire "20 minuti anziché i 60 previsti", e l'assenza di un giudizio motivato, limitandosi a un punteggio numerico.

Inoltre, ha denunciato di non aver avuto la possibilità di discutere le proprie prove scritte con i docenti, un elemento che, a suo parere, avrebbe compromesso il suo diritto a una valutazione equa.

Le difficoltà personali: Covid, lutti e intervento

Oltre alle difficoltà scolastiche, il giovane ha dovuto affrontare eventi difficili nella sua vita. Aveva contratto il Covid-19 due volte, con conseguenze da long Covid, e nel 2019 si era sottoposto a un intervento di asportazione delle tonsille. Inoltre, la sua famiglia ha subito tre lutti in un periodo di tempo ristretto.

Questi eventi, secondo lo studente, sarebbero dovuti essere considerati dalla commissione d’esame per influire sulla sua valutazione finale, soprattutto in un contesto già complesso a causa delle difficoltà legate alla pandemia.

Il Tar conferma la bocciatura

Nonostante le motivazioni dello studente, il Tar dell’Emilia Romagna ha respinto il ricorso, confermando la bocciatura. Non solo: ha anche condannato il ragazzo a 2.000 euro di spese legali. Secondo la sentenza, i giudici hanno precisato che l’impatto psicologico della pandemia, anche se significativo, non poteva essere determinante nella valutazione finale dell’esame di Maturità.

Inoltre, non era obbligatorio per i docenti discutere le prove scritte durante il colloquio orale, né esisteva una durata prestabilita per quest’ultimo, smontando le accuse relative ai tempi troppo ristretti. Non è stata presentata alcuna documentazione che collegasse in modo diretto le difficoltà del ragazzo alla sua performance scolastica

Il ricorso accusava anche una presunta disparità di trattamento, dato che il ragazzo era l’unico bocciato dell’istituto. Tuttavia, il Tar ha ritenuto che non vi fossero prove a sostegno di tale affermazione, ritenendo legittima la decisione della commissione.