
Una situazione paradossale, penserete, e invece no: da decenni a Tokyo e in diverse altre città è presente un tacito dress code a cui gli studenti delle scuole devono sottostare per evitare critiche e problemi più gravi.
Le regole non sono mai state scritte, ma si tramandano da generazione in generazione e chi, negli anni, ha cercato di opporsi ha subito l'esclusione dalla scuola. Grazie al parere contrario di molti educatori, alcune di queste presto saranno eliminate.-
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Le assurde regole sul dress code in Giappone
Ma quali sono queste norme culturalmente accettate a cui da decenni gli studenti giapponesi sono costretti a sottostare? Come riporta Il Post, tra i tanti esempi spiccano quella dell'obbligo di avere i capelli lisci e neri e quello di indossare biancheria intima di colore bianco che viene controllata regolarmente dagli insegnanti mentre i ragazzi si cambiano per prepararsi alle ore di educazione fisica.Grazie all'intervento di molti educatori che hanno definitivo antiquate e oppressive le regole imposte, circa 200 scuole pubbliche e istituti educativi di Tokyo elimineranno alcune di esse: gli studenti non dovranno più tingersi i capelli di nero e potranno mantenere la loro forma naturale, senza portarli necessariamente lisci. Verrà eliminata anche la norma secondo cui era fatto divieto di avere i capelli rasati sullo nuca e più lunghi sopra. Inoltre, gli studenti non saranno più costretti a indossare biancheria intima bianca, preferita agli altri colori perché non distinguibile con i colori delle divise.
Le regole su capelli e vestiti a scuola in Giappone: quando nasce la tradizione
Capelli neri e lisci, biancheria di colori neutri: regole non scritte che nel tempo si sono tramandate ma che esistono da sempre nelle scuola del Giappone. La loro frequenza si è sviluppata intorno agli anni Settanta e Ottanta quando i dirigenti scolastici le imposero per impedire la liberalizzazione dei costumi che si stava diffondendo in quegli anni tra i più giovani. Nel tempo sono sempre state accettate di buon grado, ma negli ultimi anni vari episodi le hanno messe in discussione: le "burakku kousoku", cioe le regole ingiuste/irragionevoli già nel 2017 erano state al centro di un folto dibattito pubblico messo in atto da una studentessa di Osaka con i capelli castani scuri, la quale fece causa alla propria scuola superiore perché le era stato ripetutamente detto di tingerseli di nero per non rischiare di essere espulsa. Inoltre, la studentessa, analizzata scrupolosamente da tre diversi insegnanti, pare avesse naturalmente i capelli di colore nero, ma che se li tingesse di castano.A causa delle frequenti pressioni messe in atto dalla scuola, decise di abbandonare l'istituto e il suo nome venne eliminato definitivamente dal registro di classe. Lo scorso anno, il tribunale di Osaka, tornando sulla questione, ha deciso che togliere la ragazza dal registro degli studenti era stato un provvedimento insensato, e ha ordinato alla scuola un risarcimento di 2.500 euro nei suoi riguardi.