
Il Piano Nazionale Scuola Digitale, introdotto ormai due anni fa dal ministero dell’Istruzione, prende pian piano forma concreta. Con un grande protagonista: lo smartphone. Perché, dopo il recente annuncio che presto gli studenti potrebbero essere autorizzati ad utilizzare i dispositivi personali in classe, il percorso di avvicinamento al traguardo si è improvvisamente acceso.
E chi pensava si trattasse di una proposta che sarebbe presto caduta nel dimenticato, dovrà ricredersi. Sono infatti in arrivo le linee guide del Miur. Ha metterle nero su bianco i due Gruppi di lavoro che, proprio in questi giorni, si stanno mettendo all’opera. Data di consegna? Fine gennaio. Quando, dopo una fase di ricerca e dibattito sul tema, si deciderà come procedere.
Smartphone in classe, al lavoro il Gruppo che dovrà decidere
In che modo gli strumenti digitali influiscono sui processi di apprendimento? Come le nuove tecnologie possono essere impiegate per innovare le metodologie didattiche? Queste possono rappresentare un vantaggio per la didattica? Sono queste le principali questioni che verranno affrontate e analizzate dai partecipanti al Gruppo di lavoro per la valutazione dell’uso dei device digitali personali in classe, costituito con decreto della Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli. Al suo fianco, però, opererà anche il Gruppo di lavoro per la mappatura delle metodologie didattiche innovative.
Docenti, esperti, giornalisti e tecnici: insieme per innovare la scuola
Entrambi i Gruppi sono composti da esperti di pedagogia digitale, esponenti del mondo accademico, docenti che si occupano di digitale rivestendo anche il ruolo di animatori digitali nelle loro scuole, studiosi del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), filosofi, giornalisti specializzati, rappresentanti del mondo dell’istruzione e tecnici del MIUR: una platea qualificata che si confronterà sull’incidenza della tecnologia sulla qualità dell’apprendimento delle studentesse e degli studenti e sul modo in cui le strategie di insegnamento possono essere modificate alla luce dei cambiamenti in atto nella nostra società, facendo del digitale una risorsa in termini didattici.
Gli obiettivi dei due Gruppi istituiti dal Miur
Gli obiettivi? Promuovere azioni di ascolto di esperte ed esperti che, a vario titolo, operano nel settore e favorire momenti di confronto e dialogo per definire una posizione efficace sulla tematiche di approfondimento; valutare tutte le possibili implicazioni legate all’uso degli strumenti digitali personali in classe per finalità didattiche; mappare tutte le metodologie didattiche, provvedendo alla loro valutazione rispetto all’incidenza sulla qualità dell’apprendimento; formulare proposte; elaborare linee guida di carattere culturale e pedagogico per aiutare a comprendere le potenzialità delle nuove tecnologie nel determinare modalità di apprendimento innovative nelle studentesse e negli studenti e il modo in cui queste possono influenzare il linguaggio, la scrittura, il pensiero logico-matematico, la memoria e il suo esercizio.
La ministra Fedeli: “Trasformare il mondo digitale in alleato della scuola”
“Finora il dibattito sull’uso dei dispositivi digitali a scuola - dichiara la ministra Fedeli - è stato appiattito sui fronti ‘smartphone sì’-‘smartphone no’. La questione è invece molto più complessa e non può essere ignorata. La tecnologia è parte integrante della nostra vita e per questo va analizzato e approfondito il suo impatto sui processi di apprendimento e cognitivi. Come si deve anche ragionare sul modo in cui il digitale può essere impiegato per innovare le metodologie didattiche. Per fornire alle studentesse e agli studenti saperi, strumenti, conoscenze e competenze utili per la loro crescita, trasformando il mondo digitale - che per loro è familiare, ma del quale spesso sono fruitori passivi - nel principale alleato di una scuola di qualità".Marcello Gelardini