
A raccontarlo è lo stesso Andrea, venticinquenne di Chieti che per ottenere l’incarico da insegnante si è dovuto trasferire in Lombardia.
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La storia di Andrea: supplente che si è dovuto spostare dall’Abruzzo alla Lombardia
Da ottobre Andrea di Meco ha dovuto fare la valigia e trasferirsi a Lecco, in Lombardia, non per un incarico a tempo indeterminato, ma per una supplenza con scadenza a giugno. Il ragazzo, raggiunto e intervistato da 'OrizzonteScuola', insegna in un istituto professionale e attualmente sta coprendo una collega in aspettativa.Diplomato all’alberghiero, laureato triennale prima in Scienze e Tecnologie Alimentari e poi magistrale in Scienze dell’Alimentazione, tutto in istituti e università abruzzesi. Ha iniziato a insegnare pochi mesi fa tra l’emozione e lo stupore dei colleghi che all’inizio lo confondevano per uno studente, tuttavia si sono abituati presto e sono subito apparsi disponibili, tanto che, ha rivelato il giovane: “ho ricevuto tanti apprezzamenti per essere in cattedra già a questa età”.
“Spero di poter essere un esempio positivo per tanti miei coetanei”, ha aggiunto Andrea, attualmente professore in una classe prima, una seconda e due terze. L’inizio con gli alunni è stato anch’esso positivo, ha spiegato: “Gli studenti mi hanno subito rispettato, sin dal primo giorno. Sebbene la differenza di età sia poca, hanno capito che ci deve essere una certa distanza alunno-insegnante. In Italia purtroppo non siamo abituati a veder ricoprire dei ruoli così importanti da persone molto giovani”.
Ed è proprio la vicinanza di età che permette ad Andrea di capire meglio i ragazzi seduti davanti a lui e le loro problematiche: “Il compito di noi docenti è di non lasciare indietro nessuno. Durante le lezioni chiedo spesso ai ragazzi come sta andando la scuola, se sono interessati alla disciplina e se apprezzano il mio metodo di insegnamento e ho sempre avuto riscontri positivi”.
Anche se si sta ambientando bene in Lombardia, Andrea rivela che: “Lasciare la propria terra per trovare una posizione lavorativa migliore non è facile”, seppur sia ben consapevole che è la scelta giusta da fare: “Sono sacrifici inizialmente, ma in futuro sarà tutto ripagato”. Sarebbe volentieri rimasto nella sua terra, ma cerca di non pensarci troppo, guardando a ciò che è importante: “raccogliere un bagaglio di esperienze e fare punteggio”.
Per il futuro il novello prof ha le idee ben chiare, rimanere nella scuola e diventare insegnante di ruolo: “Proseguire sicuramente su questa strada. Dopo anni di studio e sacrifici ho visto il mio sogno finalmente realizzarsi. Ho già iniziato a studiare per il concorso ordinario, spero venga bandito al più presto. Voglio progredire dal punto di vista professionale”.
Lucilla Tomassi