
Stiamo parlando di Tommaso Franchi, che a soli 28 anni è coordinatore di redazione del Cusano Media Group dove con tanta dedizione e passione per quello che fa cerca di raccontare i tanti aspetti della realtà.
Tommaso nella nuova puntata del podcast di Skuola.net, #FuoriClasse, ci ha parlato di com'è nata la sua passione per il giornalismo e come per inseguirla ha scelto di "smettere di correre per iniziare a camminare".
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La scelta di abbandonare il mondo della competizione
"I miei studi universitari erano proiettati verso altri lidi a cui ho rinunciato per ascoltare me stesso e questo mi ha portato ad avere molte difficoltà, dallo studio all'entrata in un mondo del lavoro inizialmente non molto accogliente". Così ci dice Tommaso Franchi che mentre frequentava la facoltà di Giurisprudenza ad un certo punto ha deciso che la sua passione era un'altra e così "ho abbandonato un po' gli studi seppur concludendoli e ho smesso di correre"."In sostanza ho smesso di cercare la chimera del famoso 110 e lode, ho smesso di partecipare a quella competizione per essere più bravi degli altri perché al posto di un 30 si prende un 30 e lode". Purtroppo, sottolinea, "la società crea numeri: noi siamo dei numeri quando nasciamo all'anagrafe, dei numeri che semplicemente devono essere più grandi dell'altro numero. Ogni essere umano non è matematica ma ha dentro di sé qualcosa di speciale che rende la storia di ogni individuo unica e irripetibile".
"Questo Paese in generale" - conclude Tommaso - "è molto incentrato sulla competizione: lo si vede da chi cerca di prendere più consensi, chi vuole avere più like e followers, chi vuole avere il voto più alto. Questa competizione declinata nel mondo scolastico rischia però di trasformare lo studio non in qualcosa che ti arricchisce ma in un'arma da usare per penalizzare qualcos'altro".
La passione per il giornalismo
"Il 9 luglio del 2006 l'Italia divenne campione del mondo, io rinunciai a partire per il campo scout perché volevo vedere la finale a Roma. Arrivato al campo il giorno dopo il mio capo mi fece l'elenco delle tante cose da fare tra cui potevo scegliere. Ad un certo punto sentii la parola giornalista: io non so cosa mi sia scattato in quel momento però quella è stata una professione che ha sempre avuto qualcosa di speciale per me. Per anni ho cercato di soffocarla ma poi quel bambino che faceva lo scout è tornato".Tommaso invece aveva anche un'altra strada, sicuramente molto più comoda, che poteva scegliere di intraprendere ovvero quella del "pediatra visto che mia zia sarebbe andata in pensione nel momento in cui avrei terminato gli studi e quindi questo poteva voler dire partire già da uno studio avviato ma ho scelto la strada degli studi giuridici. Ho rinunciato ad una carriera sicura per ascoltare me stesso. Poi quando ho capito che il mondo del diritto era affascinante ma spesso degenera e si trasforma semplicemente in un mondo di concorsi mi sono fermato e ho iniziato ad abbracciare il giornalismo. E' stato gratificante quando qualche mese fa mi hanno detto che sarei diventato coordinatore di redazione e forse questa è già una prima soddisfazione nata da quel salto nel buio".
Quest'ultima una strada dove non sono di certo mancati gli ostacoli, "tante le persone che hanno provato a scavalcarmi ma io ho capito che se fossi entrato in questa competizione avrei perso terreno e come nei grandi classici ho camminato da solo seguendo la mia strada: alcuni colleghi mi mettevano i bastoni tra le ruote però, nonostante riuscivano a farmi inciampare, mi rialzavo sempre. Tra colleghi la competizione resta anche quando ci sono le famose resse per prendere le dichiarazioni dei politici, delle frasi che il politico di turno darebbe comunque a tutti".
Una professione da inseguire tra alti e bassi
Guardando indietro Tommaso rifarebbe tutto e questa "non è la classica frase fatta ma rifarei tutto perché ho ascoltato il mio cuore e ascoltandolo difficilmente si sbaglia. Il cuore può essere un'arma a doppio taglio visto che a volte ci si innamora di qualcosa irraggiungibile ma quando parla forte e batte per qualcosa vuol dire che ne vale la pena".Il segreto di questa professione è quello di "non mollare mai visto che per fare il giornalista non serve solo la penna o un quaderno ma è necessaria tanta determinazione. Quello del giornalismo all'inizio è un mondo complicato visto che è fatto di precariato, di insulti ma è un mondo che può regalare tante soddisfazioni. Se lo scegliete seguite sempre e solo la verità: avrete tanti capi, tanti editori ma è la verità l'unica via e quella andrà perseguita sempre, senza paura e con tanto coraggio".
Paolo Di Falco